SI CAMBI STRADA - Il 2035 è sempre più vicino e, anche se si parla di possibili modifiche in futuro, allo stato attuale delle cose da quell’anno le nuove auto non potranno più emettere nuova CO2 nell’atmosfera. Tradotto: le vetture con motori termici non potranno più essere vendute nei paesi dell’Unione Europea. Tra i principali oppositori del provvedimento c’è proprio l’Italia che attraverso i suoi rappresentanti ha nuovamente ribadito la necessità di modificare il divieto. Lo ha detto nel weekend il ministro dell’Energia Gilberto Pichetto Fratin, che durante un evento a Cernobbio ha definito decisione della Commissione Europea “assurda e dettata da una visione ideologica”, chiedendo una modifica del piano. Una valutazione intermedia sulle nuove norme è prevista per il 2026, ma Adolfo Urso, ministro dell’Industria e del Made in Italy, ha chiesto di abbreviare i tempi, proponendo un confronto già il prossimo anno: “Serve chiarezza per non far crollare l’industria europea. L’Europa ha bisogno di una visione pragmatica, la visione ideologica ha fallito”, ha affermato Urso (secondo da sinistra nella foto qui sotto).
PIÙ AUTONOMIA - Il governo italiano ha più volte affermato di non essere contrario allo sviluppo dei veicoli elettrici, ma che questi non dovrebbero essere l’unica alternativa possibile, chiedendo quindi alla Commissione Europea di lasciare maggiore libertà ai singoli Stati su come ottenere gli obiettivi concordati di decarbonizzazione. Venerdì la Lega si è detta pronta a proporre una legge che impegni il governo a revocare il divieto. Nel momento della rielezione di Ursula von der Leyen come presidente della Commissione, la politica tedesca aveva annunciato che non ci sarebbero stati passi indietro sullo stop alle vendite di auto a combustione, aprendo parallelamente ai carburanti sintetici.
STANGATA IN ARRIVO - La politica della UE sembra quindi non preoccuparsi del rallentamento delle vendite di auto elettriche a cui si sta assistendo negli ultimi mesi, che sta portando molte case automobilistiche a rivedere i propri obiettivi di elettrificazione. Proprio a causa della contrazione delle EV rispetto a quanto previsto, l’industria automobilistica europea potrebbe essere costretta a pagare multe miliardarie. A lanciare l’allarme è Luca de Meo (nella foto qui sopra), ceo del gruppo Renault e presidente dell’Associazione europea dei costruttori di automobili (ACEA), che in un’intervista ha detto: “Se i veicoli elettrici resteranno al livello attuale, l'industria europea potrebbe dover pagare 15 miliardi di euro di multe o rinunciare alla produzione di oltre 2,5 milioni di veicoli”. Infatti per il 2025 la UE impone ai costruttori un limite massimo di emissioni medie riguardanti i nuovi veicoli venduti di 94 grammi di CO2 al km, rispetto ai 116 g/km del 2024. Secondo de Meo, l’accelerazione dell’elettrico è la metà rispetto a quella di cui i costruttori avrebbero bisogno per raggiungere gli obiettivi e non pagare le multe.