UN SUCCESSO STREPITOSO - Con quasi nove milioni di esemplari venduti, è ancora oggi l’ottava auto più venduta al mondo. Ma benché lusinghiero, questo dato racconta solo una piccola parte dello strepitoso successo della Fiat Uno. Un successo che compie proprio oggi quarant’anni tondi: era il 19 gennaio 1983 quando, al Kennedy Space Center della NASA (nella foto qui sopra), in un atmosfera intrisa di futuro e voglia di modernità, la casa torinese tolse i veli alla sua nuova utilitaria, il cui nome riprendeva quello di una Fiat apparsa nel lontano 1910.
SEMPLICE, COMODA, MODERNA - Nel farsi portavoce dei grandi cambiamenti degli anni ’80, che avrebbero reso l’industria dell’auto sempre più tecnologica e globale, la Fiat Uno aveva un compito assai difficile: raccogliere l’eredità (pesantissima) della Fiat 127, cercando di non far rimpiangere in alcun modo la citycar progettata dal geniale Pio Manzù. Ci riuscì come meglio non avrebbe potuto, conquistando - grazie alla linea semplice, elegante e “fresca” disegnata da Giorgetto Giugiaro e alla sua grande modernità - una platea di automobilisti quantomai variegata. Piccola fuori e spaziosissima dentro (tra i divertenti aggettivi all’epoca inventati di sana pianta dal marketing per descriverla, non a caso, uno dei più simpatici rimane proprio “comodosa”…), sfoggiava un abitacolo tanto sobrio quanto intelligente: praticissimi e volendo anche un po’ “visionari”, con un sapore vagamente spaziale, i due satelliti che ai lati del quadro strumenti racchiudevano i comandi delle funzioni principali della vettura.
NON DOVEVA ESSERE UNA FIAT… - La Fiat Uno era un’auto moderna anche “sotto la pelle”. E si guidava come un’auto moderna, grazie, tra le altre cose, alle sospensioni posteriori interconnesse, una soluzione con cui il team di progettisti guidato da Vittorio Ghidella riuscì a renderla insieme comoda e stabile. Ricordata e amata oggi come allora da tanti italiani, che arrivarono ad acquistarla anche al ritmo di 40.000 al mese, contribuendo a farle stabilire record su record, oggi la Uno rappresenta uno dei maggiori punti d’orgoglio per la Fiat. E ciò ha un che di paradossale, se si pensa che questa piccola, grande auto, destinata a una luminosa carriera ancor prima di mettere le ruote su strada, doveva nascere con il marchio Lancia. Ma il destino, per la city-car che avrebbe contribuito a cambiare per sempre la nostra industria automobilistica , aveva in serbo un altro disegno: quel grande progetto, pensato inizialmente dall’allora numero uno della Lancia, Gian Mario Rossignolo, si trasferì sui tavoli da disegno della Fiat quando il manager lasciò l’azienda. Cominciò così, per uno di quegli spesso improvvisi incroci del caso, l’avventura di una macchina che ha fatto la storia dell’auto e del nostro Paese.
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