Le 10 auto ibride plug-in più economiche

L’Opel Astra viene offerta nell’allestimento sportivo GS con il 4 cilindri 1.6 a benzina abbinato a un motore elettrico alimentato da una “pila” di 12,4 kWh: la potenza del sistema è di 180 CV e l’autonomia in modalità elettrica è di 67 km. Con la batteria completamente carica, il consumo combinato dichiarato si ferma a 1 litro ogni 100 km. Volendo c’è anche la più potente GSe da 224 CV (+6.000 euro) e la versione wagon Sports Tourer (+1.200 euro rispetto alla hatchback).

Aggiornata nel 2024 con un restyling, la Ford Kuga nella sua versione PHEV si basa su un 4 cilindri di 2,5 litri abbinato a un modulo elettrico con una batteria di 14,4 kWh, per un autonomia a zero emissioni di 69 km. Sfruttando al massimo la batteria, in 100 km si consumano 0,9 litri di benzina, mentre la potenza massima espressa dal sistema è di 243 CV.

Meccanicamente identica alla Opel Astra, la Peugeot 308 è un po’ più economica della sua cugina tedesca pur condividendo lo stesso powertrain basato sul “millesei” a benzina. Con la batteria di 12,4 kWh carica, la media francese può percorrere fino a 60 km, consumando 1,1 litri ogni 100 km. Anche in questo caso è disponibile una versione più potente da 224 CV (+5.400 euro) e la station wagon (+1.000 euro).

La suv cinese BYD Seal U, disponibile anche in versione completamente elettrica, nella sue varianti ibride è sempre equipaggiata con un 1.5 a benzina, in grado di azionare il generatore del sistema elettrico o muovere direttamente l’auto. Quella che costa meno è la versione Boost a trazione anteriore: ha un solo motore elettrico, alimentato da una batteria di 18,3 kWh, per una potenza di sistema di 218 CV. L’autonomia a zero emissioni dichiarata è di 80 km, per consumi di 0,9 litri ogni 100 km. La variante Design ha due motori elettrici, una potenza combinata di 324 CV e costa 47.800 euro.

Disponibile anche in versione ibrida full ed elettrica, la Kia Niro plug-in offre una potenza di sistema di 171 CV offerti dall’azione combinata del 4 cilindri 1.6 a benzina e del motore elettrico. Il pacco batterie di 11,1 kWh consente un autonomia massima di 65 km, riducendo i consumi nel ciclo combinato WLTP a 0,8 litri ogni 100 km.

Nata elettrica, la Mazda MX-30 diventa ibrida ricaricabile per ovviare alla scarsa autonomia. Viene quindi montato un motore Wankel (con un rotore invece dei pistoni) che ha il compito di alimentare la batteria quando la carica di quest’ultima si esaurisce: il motore di trazione è infatti solamente quello elettrico da 170 CV. Nelle condizioni ideali la batteria di 17,8 kWh consente di percorrere 85 km con il motore a benzina spento e su 100 km si consuma 1 litro di carburante.

Versione “alla spina” della HS, la MG EHS condivide con la sorella puramente a benzina il 4 cilindri di 1,5 litri a 162 CV a cui aggiunge i 122 CV del motore elettrico per una potenza combinata di 258 CV. La batteria ha dimensioni importanti, di 24,7 kWh, e consente di percorrere fino a 103 km in modalità completamente elettrica. I consumi, in questo caso, si fermano a mezzo litro di benzina ogni 100 km.

Meccanicamente simile alla Prius, la Toyota C-HR assicura una potenza combinata di 223 CV grazie all’unione del 4 cilindri di 2,0 litri e del motore elettrico alimentato dalla “pila” di 13,8 kWh. L’altezza maggiore e le forme meno aerodinamiche penalizzano l’autonomia elettrica, che si ferma a 65 km, mentre i consumi rimangono sotto al litro ogni 100 km.