FUSIONE LOGICA - La Leasys, che offre soluzioni di noleggio per aziende e privati, è rinata lo scorso anno grazie a un accordo di collaborazione fra il gruppo Stellantis e la divisione finanziaria della banca Crédit Agricole. Il nome non è nuovo, in quanto l’azienda era già presente sul mercato dal 2011 e operava per conto della FCA; la stessa cosa che faceva Free2Move Lease per la francese PSA. Nel 2021 i due gruppi automobilistici si sono fusi, dando vita a Stellantis; logico che la stessa cosa sia accaduta, ma nell’aprile del 2023, ai rispettivi comparti del noleggio. Da qui è nata la “nuova” Leasys.
FLOTTA IN ESPANSIONE - Il primo anno di attività della rinnovata Leasys porta con sé buoni risultati. Il valore dell’attivo è aumentato di due miliardi rispetto alla somma di quanto raggiunto dalle due società in precedenza, raggiungendo i 7,5 miliardi di euro (+32% su base annua). La flotta è di 870.000 veicoli, +5% rispetto ad aprile 2023; una cifra che è in linea con l’obiettivo di un milione di unità da raggiungere entro il 2026. Ad aprile 2024, la Leasys ha acquistato il 43% (+9%) di tutte le auto del gruppo Stellantis destinate al noleggio a lungo termine; il restante 57% è suddiviso fra gli altri operatori.
DIGITALIZZAZIONE E AMBIENTE - In cima alla lista degli obiettivi di Leasys per il 2024 c’è una maggiore digitalizzazione, che servirà a migliorare l’esperienza dei clienti. In quest’ottica va letto il lancio della nuova piattaforma sperimentale di e-commerce (testata nei Paesi Bassi) che sarà presto operativa anche nel resto degli 11 paesi europei in cui opera la società. A ciò si aggiunge il potenziamento di My-Leasys: la piattaforma web dedicata ai fleet manager. Attenzione sarà riservata anche al tema della riduzione delle emissioni della flotta. Sebbene in Italia i modelli elettrici (e quelli plug-in hybrid) non siano ancora una soluzione di noleggio affermata, a partire da aprile 2023 la Leasys si è posta un traguardo ambizioso: entro il 2026, il 50% dei nuovi contratti dovrà essere attivato su veicoli con un livello di CO2 allo scarico inferiore ai 50 g/km. Valori che per il momento vengono raggiunti solo dai modelli a “pila” e dalle plug-in hybrid.