LA MASERATI È IN CRISI - Le recenti parole del ceo di Stellantis Carlos Tavares, che ha annunciato possibili tagli per i marchi del gruppo che non generano profitti (qui per saperne di più), non hanno fatto altro che rinforzare le voci che circolavano da qualche tempo. La Maserati non un buon momento e nel primo semestre del 2024 ha più che dimezzato le vendite globali rispetto all’anno precedente, scendendo sotto i 1.100 veicoli al mese. La conseguenza è una passivo di 82 milioni di euro, rispetto a un utile di 121 milioni nei primi sei mesi dello scorso anno. Nella proiezione dell’intero 2024, la casa del tridente sembra avviarsi a scendere sotto i 12.000 veicoli venduti, realizzando un margine negativo in doppia cifra (nei primi 6 mesi è stato del -13%).
UNA GAMMA RIDOTTA - Alla fine dell'anno scorso la Maserati ha cessato la produzione delle Ghigli e Quattroporte e a marzo della Levante. Quindi la gamma attuale può contare su soli quattro modelli: Grecale, GranTurismo, GranCabrio e MC20. E a rendere il tutto più preoccupante c’è il fatto che la Maserati non lancerà nessuna nuova auto prima del 2027: lo sviluppo della Quattroporte è stato sospeso e anche la Levante elettrica è stata rimandata di due anni.
OPERAZIONE WIN-WIN - E allora, secondo quanto riporta un articolo di Luca Ciferri su Automotive News, prendono corpo le voci che parlano di un possibile interessamento della storica rivale Ferrari, che ha controllato la Maserati dal 1997 al 2005. A Maranello le cose vanno in modo diametralmente opposto, con il cavallino rampante che nel 2023 ha avuto un margine operativo rettificato leader del settore con il 27%, generando ricavi per quasi 6 miliardi di euro pur con sole 13.663 auto vendute. Sotto la guida della Ferrari, la Maserati potrebbe tornare alle sue origini per puntare su auto di alta gamma. Dal punto di vista di Stellantis, si liberebbe di un marchio che fatica a gestire adeguatamente, indirizzando le risorse per gli altri brand. Di contro la Ferrari potrebbe sfruttare il volume aggiuntivi, condividendo propulsori e sistemi elettronici senza perdere in esclusività del marchio.
UNA STORIA TORMENTATA - Non è certo il primo periodo di difficoltà per la Maserati. Nel 1969 la Citroën acquistò l’azienda, per poi metterla in liquidazione nel 1975. Dopo altre vicissitudini, nel fu la Fiat a comprare la Maserati, ma nemmeno la casa torinese riuscì a rendere il marchio un successo. Così nel ‘97, la Fiat mise la Ferrari (che la casa torinese ha controllato dal 1969 al 2015) a capo della Maserati, ma la mossa creò una forte tensione tra il Lingotto e Maranello e dopo 8 anni la Maserati tornò alla Fiat, che a sua volta la girò all’Alfa Romeo. Il binomio tra Arese e Modena avrebbe dovuto nelle intenzioni aumentare le vendite della Maserati fino a 75.000 unità entro il 2025, ma come abbiamo visto siamo molto lontani da quei numeri.