NOTIZIE BUONE E NO - Investimenti per 5 miliardi di euro entro il 2021, con diversi restyling assieme a inedite versioni ibride e soprattutto la novità della Fiat 500 elettrica. È l’essenza del piano FCA per l’Italia annunciato ai sindacati giovedì scorso (qui la news). La prima iniziativa di attuazione del piano purtroppo è l’annuncio di un anno di cassa integrazione nello stabilimento di Mirafiori, a Torino. La misura è stata presa anche in conseguenza del rallentamento delle vendite dei modelli Maserati prodotti negli stabilimenti dell’area torinese (Mirafiori e Grugliasco). Altra motivazione è il necessario lavoro di adattamento delle linee alla produzione della Fiat 500 Elettrica, compresa anche la necessaria formazione del personale. La fabbricazione dei veicoli elettrici è sensibilmente diverso da quella delle auto a benzina o diesel (e tra l’altro richiede molta meno manodopera).
INIZI SCAGLIONATI - Il periodo di cassa integrazione andrà dal 31 dicembre al 2018 al 29 dicembre 2019, con tutta una serie di distinguo e differenziazioni in termini di date e di categoria dei lavoratori. In tutto il periodo comunque complessivamente saranno 3245 addetti, tra cui operai, impiegati e quadri. L’applicazione della “cassa” comincerà il 31 dicembre per 2.445 addetti, per poi passare a 2.595 dal 14 gennaio 2019, 2.755 il 28 gennaio, 2.915 l’11 febbraio, per salire quindi a 3.075 il 25 febbraio e appunto a 3.245 il 4 marzo. I lavori di adeguamento delle linee di produzione della Fiat 500 Elettrica (tecnicamente diversa da quella già da tempo prodotta) porteranno a vedere uscire da Mirafiori le prime vetture a “emissioni zero” nella primavera del 2020. Da parte dell’azienda c’è la fiducia che con ilo programma varato si riuscirà a realizzare la piena occupazione, vale a dire all’assenza di cassa integrazione e ammortizzatori sociali.
AFFIDAMENTO SULL’ELETTRICO - C’è evidentemente fiducia che la domanda di auto elettriche crescerà sensibilmente. Ciò anche se da gennaio a tutto novembre 2018 le vendite in Italia sono state sì in crescita del 185%, ma rimanendo pur sempre contenute in 4.630 unità. D’altra parte le previsioni sulle vendite di auto elettriche sono molto controverse. L’Unione europea ha fissato l’obiettivo del 15% del totale per il 2025 e del 20% dal 2030, ma molti top manager del settore hanno bollato di “irrealismo” tali previsioni. L’organizzazione dei costruttori, ACEA, è anche intervenuta sull’argomento criticando pesantemente i piani UE.