MEZZO SECOLO - Nel maggio 1966 debuttò sul mercato giapponese un’automobile molto innovativa per l’epoca, la Subaru 1000, ricordata per essere la prima vettura a trazione anteriore mai lanciata dall’azienda e per il suo motore benzina dall’architettura boxer, a cilindri contrapposti, che da quel momento sarebbe diventato un tratto caratteristico della Subaru: il boxer è montato su tutti i modelli presenti oggi a listino. La casa delle Pleiadi ricorda l’anniversario e annuncia che finora i motori di questo tipo hanno equipaggiato 16 milioni di automobili, rivolte a contesti anche molto diversi: la berlina Impreza ha vinto per anni nei rally ed è tutt’oggi ricordata con molto affetto dagli appassionati.
MENO VIBRAZIONI - Il motore boxer fornisce vantaggi in termini di fluidità di marcia e contenimento delle dimensioni, in quanto più piccolo rispetto ai classici motori con quattro cilindri in linea. La sua principale caratteristica sta nel posizionamento dei pistoni: sono disposti in maniera simmetrica, uno opposto all’altro, e si muovono in maniera da compensare le rispettive vibrazioni. I motori con quattro cilindri in linea sono comuni fra le utilitarie e le automobili per la famiglia, mentre le vetture da viaggio o le sportive privilegiano frazionamenti a V. Il boxer può essere inoltre montato più in basso nel vano motore, soluzione che migliora la dinamica di guida. La Subaru 1000 utilizzava un quattro cilindri boxer da 1.0 litro, abbinato ad una trasmissione a quattro marce e accreditato di 55 CV.
TRAZIONE INTEGRALE - L’architettura boxer è riservata anche al 2.0 diesel e viene anche utilizzata per il sistema ibrido montato dalla Impreza Hybrid, vettura non disponibile però sul mercato italiano. La scelta del motore boxer conduce al secondo elemento che contraddistingue la Subaru da molte altre case automobilistiche: la trazione integrale Symmetrical AWD. Si abbina al motore a cilindri contrapposti e promette un’aderenza migliore rispetto a sistemi concorrenti, dovuta anche al peso molto contenuto.