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Opel Twin: rivoluzione a pile o a benzina

Pubblicato 08 marzo 2022

Nel 1992 la casa di Rüsselsheim immaginò la city-car del futuro: ultracompatta, con motori endotermici ed elettrici intercambiabili e aiuti alla guida molto avanzati.

Opel Twin: rivoluzione a pile o a benzina

GENIO IN MINIATURA - Immaginate una city-car ultracompatta. Immaginatela non solo piccolissima, ma anche comoda per quattro adulti, aerodinamica come una Ferrari e risparmiosa (quasi) come una bicicletta. Immaginate anche, con un paio di chiavi inglesi e pochi clack, di poter agganciare e sganciare il sistema propulsivo che preferite: a benzina, oppure elettrico. Ora riportate le lancette della storia al 1992, ed ecco, tra i meandri del salone di Ginevra, spuntare la simpaticissima Opel Twin.

A BENZINA O A CORRENTE - Oggi che le auto guidano da sole e gli ingegneri promettono che tra non molto le faranno anche volare, le soluzioni proposte dalla Opel con la concept Twin restano comunque innovative. Trent’anni fa, quando tecnologie come l’ABS o l’airbag in Europa erano ancora abbastanza lontane dall’essere  appannaggio di tutti i marchi automobilistici, rasentavano la fantascienza. Eppure i calcoli, a Rüsselsheim, li avevano fatti molto bene. Il progetto della Opel Twin, condotto come se avesse dovuto portare alla realizzazione di un’auto vera, ruotava tutto intorno al concetto di modularità. L’auto poteva funzionare con un motore a benzina a 3 cilindri di 800 cc e 34 CV, oppure con due motori elettrici da 14 CV ciascuno. Entrambe le configurazioni erano costituite da un unico blocco che comprendeva anche la trasmissione, il ponte posteriore e il sistema di alimentazione, formato da un serbatoio oppure da un pacco batterie. Sarebbe stato il guidatore, a seconda della tipologia del percorso che avrebbe dovuto affrontare, a scegliere quale motore adottare. In entrambi i casi, stando ai dati dichiarati dalla Opel, l’auto avrebbe comunque raggiunto performance d’efficienza notevoli: per percorrere 100 chilometri sarebbero potuti bastare appena 3,5 litri di benzina, oppure 11,5 kWh. La stessa energia elettrica che, per fare un raffronto pratico, oggi serve mediamente a una lavatrice per compiere dodici cicli di lavaggio.

IMMAGINAVA IL FUTURO - Nel progetto della Opel Twin non fu trascurato alcun aspetto; la casa madre aveva persino pensato a come riorganizzare a tutto campo la rete di concessionarie e officine autorizzate, proponendo ai clienti il noleggio dei moduli e assistendoli nello stacco e nel riattacco dei motori. Anche per questo, nonostante non abbia mai messo le ruote su strada, la Opel Twin rimane, a distanza di tanti anni, un’auto di grande rilievo. Per le sue straordinarie caratteristiche di praticità ed economia di servizio, non c’è dubbio che avrebbe potuto innescare con un giro d’anticipo fenomeni oggi molto in voga in fatto di mobilità, come il car sharing o il car pooling. Pensate un po’ all’effetto che avrebbe potuto fare, a metà anni ’90, condividere con altre persone per il tragitto casa-ufficio un’auto così innovativa. Innovativa nella meccanica, certo, ma anche nel design della carrozzeria e dell’abitacolo. La silhouette, morbida e tondeggiante, era quella di un piccolissimo monovolume che abbracciava senza soluzione di continuità l’abitacolo e il vano motore posteriore, sopra al quale trovava posto una stiva per i bagagli da 300 litri, che diventavano 500 abbattendo, anche singolarmente, le tre poltroncine posteriori.

ERA UN PESO PIUMA - Sulla Opel Twin i passeggeri stavano tutt’e tre comodamente seduti in seconda fila, mentre nella prima, al centro, si trovava il posto di guida, da cui, grazie alle ampie superfici vetrate e ai sottilissimi montanti, si godeva di un’ottima visibilità in tutte le direzioni. La spaziosità dell’interno era eccezionale, ed è impressionante ancora oggi, soprattutto se si pensa che in lunghezza l’auto misurava 3,47 metri, ben 18 centimetri in meno rispetto alla coeva Opel Corsa. Anche l’ingresso a bordo e l’uscita dalla vettura erano comodissimi: merito di una linea del tetto alta e arcuata e delle portiere, molto ampie. Altra grande dote del concept Opel Twin, nonché arma segreta per abbattere drasticamente i consumi rispetto a un’utilitaria tradizionale, era la leggerezza: grazie all’impiego di materiali ultraleggeri, in configurazione benzina pesava appena 540 kg, mentre con il motore elettrico la lancetta della bilancia saliva di 200 kg, contando però le batterie. 

COPILOTA INTELLIGENTE” - Insomma, nel 1992 la Opel Twin aveva davvero tutti i crismi del “piccolo genio” (slogan coniato non a caso dalla Toyota sette anni più tardi per il lancio di un’altra city-car obiettivamente geniale: la Yaris). E non è tutto, perché la Twin era dotata di un paio di gadget che ancora oggi farebbero invidia a tante auto moderne. Una telecamera sul tetto monitorava lo spazio circostante, agendo a 360° in costante collegamento con una serie di sensori, a loro volta connessi ad attuatori pronti a bloccare le ruote o a sterzarle in situazioni di pericolo. Un’altra videocamera, questa volta a raggi infrarossi, contribuiva invece a migliorare la visibilità notturna, specialmente sulle strade prive di illuminazione. Un sistema utilizzato sull’attuale Opel Grandland e sulla nuovissima Astra. Modelli che, alla piccola Twin, devono gran parte dei loro traguardi tecnologici.



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Ritratto di Quello la
8 marzo 2022 - 18:56
Che nostalgia per quelle macchine un po' bruttine, un po' anonime, molto tondeggianti, che non erano SUV...
Ritratto di Oxygenerator
8 marzo 2022 - 18:58
Piccolo genio, ma orrenda.
Ritratto di giulio 2021
8 marzo 2022 - 19:03
Non bellissima ma migliore delle attuali Corsa da Casa di riposo.
Ritratto di Co-Bra
9 marzo 2022 - 14:59
Function over form
Ritratto di Ilmarchesino
11 marzo 2022 - 13:13
3
Pienamente d'accordo.non è brutta ma orrenda. Niente in comune con corsa e Adam. Brutta ma brutta brutta.peggio della palio ed arna nn credevo che l avessero superate
Ritratto di Ilmarchesino
11 marzo 2022 - 13:13
3
P.s senza dimenticare la dacia Logan
Ritratto di Meandro78
8 marzo 2022 - 19:27
Quasi. Anzi senza il quasi: meglio questi prototipi che fanno tenerezza ai cofani attuali.
Ritratto di Biondi stefano
8 marzo 2022 - 20:27
Senza leggere ľ articolo avrei scommesso che era un auto giapponese. Come quelle dei cartoni animati jap. Invece,con stupore,é una Opel.
Ritratto di BZ808
8 marzo 2022 - 20:44
Spunti notevoli per l'epoca!
Ritratto di Ridolfo Giuseppe Ignotus
8 marzo 2022 - 21:58
Al di là del fatto che fosse brutta, rappresenta quello che serve per muoversi nelle città.
Ritratto di CR1
9 marzo 2022 - 06:28
Non ho capito molto bene con quale spirito è scritta questa news , comunque in passato in opel erano con idee elettriche grenn che non han dato buoni risultati e non han mai sfondato al contrario di tesla che ha fatto il botto . Chiamare simpaticissima una macchina brutta non aiuta a renderla bella , sarebbe meglio bruttina ( soggettivo?) vinto il concorso auto dell' anno inizia il concorso auto più brutta
Ritratto di OB2016
9 marzo 2022 - 08:30
1
“per percorrere 100 chilometri sarebbero potuti bastare appena 3,5 litri di benzina, oppure 11,5 kWh”…peccato non si sappia la velocità media di questa “magia” del piccolo genio.
Ritratto di Giulio Ossini
9 marzo 2022 - 08:57
Stesso spirito innovativo della Fiat Ecobasic, che sarebbe arrivata poco meno di 10 anni dopo... Auto troppo avanti per il loro tempo coi concetti che esprimevano (e infatti restate prototipi) che i cafoni del tempo (e del presente) non arrivano a capire... denigrandole stupidamente, fermandosi alla linea... "Bellissime" cmq!!!
Ritratto di Volandr
9 marzo 2022 - 13:03
Sono d'accordo. Questa era ed è la strada da seguire, se si vuole parlare davvero di risparmio. Pretendere di fare ecologia con pachidermi zeppi di cose inutili che richiedono materiali rari e costosi e quintali di metalli e un controsenso. Se vogliamo fare gli ecologici, dobbiamo anche fare qualche sacrificio. Spero nel boom commerciale di auto come la Citroen Ami e la Dacia Spring.
Ritratto di otttoz
9 marzo 2022 - 10:38
anche la fiat lo fece ma non diede seguito...incassò i finanziamenti statali per la ricerca come per la multipla elettrica che poi fecero i cinesi!
Ritratto di NITRO75
9 marzo 2022 - 11:19
E invece ci troviamo con i suv elettrici o ibridi che sono dei pachidermi da spostare ed in quanto ad efficienza sono molto discutibili. L'utente deve comprendere che o segue le mode o segue il risparmio. Avere un suv che non consuma è praticamente impossibile. Da qualche parte i pesi vanno contenuti e per contenerli si deve risparmiare su ciò che si può eliminare, tipo lamierati sostituiti da materiali compositi, rivestimenti all'osso, vernici da pochi micron di spessore ecc. ecc.
Ritratto di Volandr
9 marzo 2022 - 13:05
Esatto. Portare un salotto in auto e farlo andare a 150 o 200 all'ora in autostrada è una colpevole pazzia.
Ritratto di Trattoretto
9 marzo 2022 - 14:30
Ha uno stile abominevole ma è simpatica
Ritratto di PONKIO 78
9 marzo 2022 - 19:06
Un rutto di auto….se si può chiamare auto…
Ritratto di Giulio Ossini
9 marzo 2022 - 23:48
... ecco il cafone di cui prima X-DD