Le origini e i significati dei loghi delle auto che in pochi conoscono

Nato nel 2022, l’attuale logo della Lancia (foto qui sopra) è l’ultima evoluzione di quello disegnato nel 1911 da Carlo Biscaretti di Ruffia (amico di Vincenzo Lancia, che fondò l’azienda nel 1906): prima il marchio consisteva semplicemente in un’elegante scritta “Lancia” in corsivo. Lo scudo di forma triangolare che racchiude il volante viene introdotto nel 1929, mentre nel 1957, in occasione del lancio della Flaminia, cambiano i colori, con un’elegante bicromia blu-argento, e scompare il simbolo dell’acceleratore a mano. Degli elementi storici, nello stemma di oggi, fortemente semplificato, restano la bandiera (con il nome del marchio) e il pennone col puntale su cui s’innalza. 

Per identificare il marchio Fiat, nel 1899 i nove soci fondatori scelgono di montare sul cofano delle primissime vetture una piccola pergamena in ottone che riporta, incisa a mano, la ragione sociale completa della società. L’acronimo che sta per “Fabbrica italiana automobili Torino” nasce nel 1904, ed è racchiuso in un ovale di gusto liberty, con elementi grafici che rimandano al Sol Levante e ai rami d’olivo. Un logo rivoluzionario è quello del 1968 (le lettere sono inserite in rombi affiancati e inclinati di 18°), mentre quello attuale (nella foto sopra), senza stemma, è una scritta che, pur con un font “fresco”, nello stile si rifà a quella degli anni ’30. 

Enzo Ferrari fonda l’azienda che porta il suo nome nel 1947, ma l’elemento chiave del logo che, a suon di trionfi e supercar indimenticabili, la renderà ben presto famosa in tutto il mondo, il Drake l’aveva già in tasca da più di vent’anni. Il cavallino rampante, dipinto sulla carlinga dell’aereo di Francesco Baracca durante la prima guerra mondiale, gli fu infatti donato come portafortuna dalla madre dell’aviatore nel 1923.  

Il logo della Maserati, fondata nel 1914 a Bologna con la ragione sociale di “Società Anonima Officine Alfieri Maserati” e per i primi dieci attiva più che altro nella riparazione di modelli Isotta Fraschini da corsa, nasce nel 1925 insieme alla prima automobile, che è, in pratica, un’evoluzione della Diatto GP 8C a otto cilindri con compressore. Il disegno della lancia con i tre rebbi, ispirato all’imponente statua in bronzo della Fontana del Nettuno a Bologna, in cui il dio marino si staglia impugnando nella mano destra il tridente tipico della mitologia greca e romana, nasce dalla matita dell’unico dei quattro fratelli Maserati estraneo al mondo dei motori, Mario, che di mestiere fa il pittore.

Non è solo per lo zodiaco, se il logo della Lamborghini è un toro che si prepara alla carica. Nel 1963 Ferruccio, nato sotto il segno del “re dei bovini”, lo sceglie anche perché quell’animale simboleggia quella forza e quel coraggio che lui stesso aveva profuso per realizzare il sogno di diventare un costruttore di auto da sogno. Poi c’è la passione per la corrida e i suoi protagonisti, dalla quale, tra l’altro, derivano i nomi di quasi tutti i bolidi della casa di Sant’Agata Bolognese.

Il logo della BMW (la cui sigla in tedesco sta per Bayerische Motoren Werke, traducibile con “fabbrica bavarese di motori”) consiste in una corona nera in cui sono inserite le tre lettere e che abbraccia un tondo diviso in quattro settori circolari identici tra loro. Nei colori le sezioni richiamano la bandiera bavarese, ma si prestano anche a un’altra interpretazione: quelle bianche rappresentano un’elica e quelle blu il cielo. Un omaggio al passato nell’aviazione dell’azienda.

Tutti sanno che lo stemma della Mercedes è una stella a tre punte inserita in un cerchio, ma cosa simboleggia esattamente? Il logo nasce dall’unione di quelli della Daimler (una corona d’alloro, simbolo della vittoria per antonomasia), e, appunto della Mercedes: le tre estremità dell’emblema rappresentano le tre vie della mobilità: l’aria, la terra e il mare. 

Il logo dell’Audi non ha segreti: consiste in quattro anelli concatenati che simboleggiano la Wanderer, l’Audi, la DKW e la Horch, ossia le quattro aziende che, fondendosi, nel 1909 hanno dato origine alla casa automobilistica che conosciamo oggi. 

Il logo della Porsche nasce nel 1952, quattro anni dopo la fondazione dell’azienda, in seguito a un incontro tra Ferry Porsche e l’allora importatore per gli Stati Uniti delle vetture della casa di Zuffenhausen, Max Hoffman. Lo stemma, giunto ai giorni nostri con solo qualche modifica di dettaglio, esprime i valori e le origini geografiche del marchio: al centro dello scudetto dorato sono raffigurate la cavallina della città di Stoccarda e il nome della città, mentre il rosso e il nero sono i colori del Württemberg-Hohenzollern (lo Stato federato della Germania Occidentale che nel 1952 fu inglobato nel Wüttemberg-Baden e la cui capitale era Tubinga, città situata circa 35 km a sud di Stoccarda), simboleggiato anche dalle corna stilizzate. 

La casa automobilistica che porta il suo nome nasce nel 1919, ma sul simbolo che l’avrebbe rappresentata André Citroën ha le idee chiare sin dall’inizio del secolo. Nel 1900, durante un viaggio in Polonia, rimane folgorato dal funzionamento armonioso di un macchinario per la macinazione dei cereali che sfrutta degli ingranaggi a forma di cuspide. Acquistato il brevetto, Citroën comincia a produrre quei meccanismi in Francia, e il successo è tale da consentirgli di mettere in piedi una fabbrica di automobili. A quel punto, la scelta del logo è ovvia: una doppia cuspide o, per dirla alla francese, un “double chevron”.