IL TAVOLO - C’è stato un nuovo incontro al Ministero dove si è discusso del presente e del futuro dell’automotive italiano. Urso, dopo aver definito l’industria automobilistica europea al collasso, facendo riferimento agli annunci della Volkswagen che prevede la chiusura di tre impianti, ha dichiarato che il futuro del settore automobilistico dipende dall’Europa. Il Ministro si è scagliato contro le multe imposte dall’UE ai costruttori di auto che non rispetteranno i limiti di CO2 a partire dal 2025, definendolo la causa principale della “crisi” del settore. Secondo Urso le case costruttrici per evitare le salatissime sanzioni hanno tre possibilità, tutte controproducenti: ridurre la produzione di auto termiche per scendere sotto la proporzione fissata tra EV vendute e auto a combustione, aumentare la vendita di auto elettriche, anche avvalendosi di partner strategici, o comprare le quote di crediti CO2 dalla Tesla.
NIENTE PIÙ INCENTIVI - Sul fronte politico, il ministro ha ribadito che il Governo non introdurrà più ecobonus per l’acquisto di auto poco inquinanti, affermando che questo tipo di provvedimento è del tutto inefficace: “È come svuotare un oceano con dei secchielli. Quest'anno abbiamo investito un miliardo di euro di intesa con Stellantis, che aveva sostenuto che la misura avrebbe aumentato la produzione in Italia. È accaduto esattamente il contrario e quindi, come preannunciato, non la riproporremo più”.
IL FONDO AUTOMOTIVE - Per quanto riguarda la dote che l’esecutivo destinerà all’auto, Urso ha promesso che le risorse del fondo automotive, che in fase di manovra arriveranno a 400 milioni di euro, e a un miliardo e 640 milioni nel 2025 e 2026, verranno tutte allocate a sostegno delle imprese che si impegneranno a rendere più competitivo il sistema industriale. "E proponiamo un piano automotive UE con incentivi alla domanda, stabili e duraturi nel tempo, con risorse comuni destinate ai consumatori europei".
POSIZIONI ANTITETICHE - Le posizioni del Ministero e Stellantis, che è di gran lunga il maggiore produttore di veicoli in Italia, non potrebbero essere più distanti. Urso ha chiesto al gruppo "un vero e chiaro piano industriale, che entri nel dettaglio di ogni stabilimento in Italia e che preveda un significativo aumento degli investimenti nel nostro Paese". Stellantis risponde che "abbiamo già un piano per l'Italia e lotteremo per difendere la nostra leadership. Modificare la regolamentazione in corsa (riferito ai target 2025 criticati dal Ministro) non è una buona idea perché il mondo non tornerà indietro sull'elettrificazione e l'Italia è un Paese esportatore"