È UNA ROADSTER AFFASCINANTE - Lanciata come modello d’accesso alla gamma, la Porsche Boxster debutta nel 1996 con forme che rimangono molto fedeli a quelle, slanciate e dal sapore vagamente rétro, del bel prototipo svelato tre anni prima al salone di Detroit. La nostra guida all’acquisto si riferisce alla prima versione della roadster tedesca, ovvero quella identificata dalla sigla di progetto 986, che porta al debutto il primo sei cilindri boxer raffreddato a liquido nella storia della casa di Zuffenhausen, un’unità che un paio d’anni più tardi equipaggerà per la prima volta anche la sorella maggiore 911. All’inizio l’auto è mossa da un 2.5 da 204 CV, ma già nel 1999 la cilindrata del motore sale a 2,7 litri e la potenza a 220 CV. Nel 2000 la famiglia si amplia con la versione S, spinta da un più grintoso 3.2 da 256 CV. Con il facelift del 2002, che tra le novità estetiche annovera il lunotto in vetro al posto di quello in plastica, entrambi i “flat-six” guadagnano una manciata di cavalli: il “2700” arriva a quota 228 CV, mentre il 3.2 ne fornisce 260.
COSA CONTROLLARE DENTRO E FUORI - Le Porsche Boxster 986 sono auto dalla carrozzeria robusta e raramente sono afflitte da problemi di ruggine. In caso contrario, attenzione: eventuali parti corrose potrebbero essere segno di vecchi incidenti. Dopo aver fatto un primo controllo generale degli esterni, è sempre bene soffermarsi sui fori di scolo della capote: se l’abitacolo presenta tracce di umidità, potrebbero essere ostruiti. Se la moquette che riveste il cofano posteriore è bagnata, la causa potrebbe essere una perdita dalla vaschetta del liquido antigelo. Appena dietro il paraurti anteriore si trovano il radiatore dell’impianto di raffreddamento del motore e quello del “clima”: rovinati dai detriti stradali, potrebbero essere corrosi e vanno quindi controllati bene.
SOTTO IL COFANO NESSUNA ANSIA, MA QUALCHE ACCORGIMENTO SÌ - La cattiva fama dei primi sei cilindri boxer raffreddati a liquido della casa di Zuffenhausen, tra i quali figurano proprio quelli che equipaggiano le Porsche Boxster 986 prodotte tra il 1996 e il 2004, è ingiustificata. Al di là di ogni leggenda metropolitana, si tratta infatti di propulsori affidabili, seppur contraddistinti da alcune criticità congenite. La più famigerata riguarda la debolezza del cuscinetto dell’albero intermedio: la casa madre ne montava di due tipi, a singola o doppia fila di sfere, a seconda di quelli che aveva a disposizione. Sono potenzialmente entrambi soggetti a cedimenti: un’eventuale sostituzione di questo componente, quindi, magari con un ricambio equivalente rinforzato, è sicuramente un buon segno. Controllare bene anche la frizione: se è alla frutta, per sostituirla bisogna preventivare circa 1.200 euro, tra pezzi di ricambio e manodopera. In quel caso, se trasuda, vale la pena cambiare anche il paraolio principale. In caso di problemi di lubrificazione del quinto e del sesto supporto di banco o alla biella del quinto cilindro è meglio far rettificare da un professionista l’albero motore, prevedendo anche di montare bronzine irrobustite.
L’OLIO DEV’ESSERE LIMPIDO. E SE LA MACCHINA “SINGHIOZZA”… - Ovviamente non lasciano presagire nulla di buono eventuali tracce di detriti biancastri sul tappo e sull’astina di misurazione dell’olio motore. Ma ciò non deve far pensare subito al peggio: non è detto, infatti, che i cilindri siano fessurati. tuttavia, se il motore tende a surriscaldarsi in fretta le canne potrebbero essere incrinate. Accorgersene, in ogni caso, non è né semplice né immediato: serve l’ispezione di uno specialista. Occhio anche alla guida del tendicatena del VarioCam, il sistema per la regolazione della fasatura delle valvole: si può usurare e rompere, provocando la dispersione di detriti metallici nell’olio del motore. Si tratta comunque di componenti oggi facilmente reperibili sul mercato dei ricambi - peraltro con una qualità spesso superiore a quelli di primo impianto. Se la Porsche Boxster 986 “singhiozza” in accelerazione, il motivo potrebbe essere una défaillance del sensore del flusso d’aria di massa. Attenzione, infine, agli esemplari con chilometraggi troppo bassi: potrebbero essere rimasti fermi troppo a lungo, con il conseguente deterioramento di tutte le guarnizioni in gomma.
ASSICURATEVI CHE SIA STATA TRATTATA CON CURA - Alcuni esperti, ritenendo che si usurino un po’ troppo in fretta, suggeriscono di sostituire le boccole delle sospensioni anteriori della Porsche Boxster 986 ogni cinque anni. Non è una regola, ma controllarle non guasta. Così come vale la pena di tendere bene l’orecchio, durante il giro di prova, assicurandosi che sulle sconnessioni l’auto non emetta rumori strani: se così non fosse, non è escluso che non ci possano essere danni alle molle elicoidali. Soffrono invece di deterioramento precoce le biellette delle barre antirollio. Come per tutte le auto di lusso, un libretto dei tagliandi con una cronologia degli interventi di manutenzione senza “buchi”, effettuati magari in un’officina autorizzata dalla casa madre, costituisce senz’altro un elemento molto importante nell’ottica di un’eventuale acquisto. Ma ancor più importante è ricostruire la storia recente dell’auto, cercando di capire se è stata trattata con le dovute attenzioni o meno. Per quanto riguarda la manutenzione, meglio affidarsi a mani esperte. A questo proposito, la stessa Porsche, nell’ambito dei suoi programmi dedicati ai modelli storici come la Boxster (che avendo superato i vent’anni d’età per la legge italiana rientra a pieno titolo in questa categoria), offre sconti sui ricambi e sul costo della manodopera.
QUANTO COSTA OGGI? - Seppur più economica della sorella maggiore 911, con la quale condivide buona parte della meccanica, da nuova la Porsche Boxster 986 non era certo un’auto alla portata di tutti. Oggi le cose sono cambiate, complici anche le spese di bollo e assicurazione ridotte, nel caso di esemplari certificati come veicoli storici dall’Asi (Automotoclub storico italiano). In ogni caso, trattandosi di un’auto sportiva dal marchio blasonato, le quotazioni sono in costante ascesa. Per chi sa “accontentarsi”, comunque, la 2.5 potrebbe essere la scelta più azzeccata: con poco più di 200 CV non incolla al sedile, ma è abbastanza brillante e si può trovare a cifre intorno ai 20.000 euro. Se ne devono mettere in conto in media un paio in più, invece, per una 2.7, mentre i prezzi partono partono da circa 25.000 euro per le più potenti - e appaganti nella guida veloce - versioni S. Attenzione alle offerte esageratamente allettanti: potrebbero nascondere problemi che, per essere risolti, richiedono spese spesso superiori al valore dell’auto.