COMITATO D’ONORE - Ad aspettarla all’uscita della linea di produzione c’era un “comitato d’onore” di tutto rispetto: il direttore della fabbrica, il sindaco della città, il ministro della regione, il presidente della Volkswagen Martin Winterkorn e il presidente della Porsche Matthias Müller. E dire che non era un nuovo modello ne un esemplare che raggiungeva un dato traguardo produttivo. Semplicemente (si fa per dire) era il primo di esemplare di Porsche Boxster prodotto negli stabilimenti Volkswagen di Osnabrück, in Sassonia.
RADICI COMUNI - Di episodi di collaborazione tra le due case in passato ce ne sono stati altri, ma questa volta la cosa è stata particolarmente enfatizzata. Le ragioni di tanto solenne celebrazione sono diverse. Intanto è la prima testimonianza concreta della avvenuta unificazione delle due case, che seppur nate e sviluppatesi separatamente, hanno in comune il nome del genio creativo che le ha generate: Ferdinand Porsche, i cui eredi oggi sono arrivati a essere i principali azionisti di tutto il gruppo.
CONCRETE SINERGIE - Poi c’è l’indubbia rilevanza per la Porsche di poter dire da parte che i suoi stabilimenti non riescono a soddisfare la richiesta, e che perciò è stato necessario rivolgersi alla Volkswagen per utilizzare dei suoi reparti. Dunque una testimonianza di sinergia utile e positiva ai fini dell’utilizzazione degli impianti.
DIMOSTRAZIONE DI FORZA - Infine, ma non certo per importanza, c’è una questione per così dire politica. Come noto, le case costruttrici europee che sono in gravissima crisi e ritengono indispensabile ridurre la capacità produttiva in Europa, vorrebbero chiedere all’Unione europea un sostegno per poter procedere a tale ristrutturazione, ma proprio dalla Volkswagen (assieme a Daimler e BMW) viene un diniego in tal senso, con relative polemiche. Così la banale uscita di una vettura dalle linee di produzione diventa un’ottima occasione per lanciare messaggi di efficienza e di capacità.