DIESEL IN CALO - Le attuali normative antinquinamento varate dall’Unione Europea impongono limiti piuttosto restrittivi per le emissioni di CO2 (anidride carbonica) e di NOx (ossido di azoto). Le case automobilistiche, al fine di evitare multe salate, hanno elettrificato la propria gamma e cessato lo sviluppo di motori diesel di piccola cilindrata, diventati troppo onerosi da conformare alle normative. In generale è proprio il diesel che sta conoscendo un calo dei consensi (in dieci anni la sua quota di mercato è passata dal 50 al 24,8% in Europa).
I TEST RDE - I costruttori però sono ancora convinti che i nuovi diesel debbano essere considerati motori puliti. Rientra tra di essi la Mercedes che insieme alla Bosch, al fine di dimostrare la sostenibilità dei nuovi propulsori, ha organizzato una serie di test RDE (Real Driving Emissions) nel cuore di tre delle maggiori metropoli italiane: Torino, Milano e Roma.
IL PEMS - Rispetto ai test in laboratorio, che avvengono sui rulli, i test RDE sono le prove alle quali vengono sottoposte le nuove auto per misurare gli inquinanti emessi durante l’effettiva guida su strada. Vengono realizzati su strade aperte al traffico, quindi il veicolo partecipa attivamente a tutte le dinamiche che avvengono in città nelle normali condizioni di traffico; code, stop ai semafori e rotatorie. Per misurare gli inquinanti viene utilizzato un dispositivo chiamato PEMS (Portable Emission Measurement System); si tratta di un analizzatore portatile e compatto, che permette la misura dei principali inquinanti emessi dal veicolo come gli ossidi di azoto (NOx) e il particolato (PN).
VARIE VETTURE - Nei test Mercedes-Bosch, materialmente eseguiti dal CSI (società del Gruppo IMQ autorizzata da Euro NCAP e da Green NCAP), sono stati misurati gli ossidi di azoto e le polveri sottili, comparando i risultati di tre diversi tipi di alimentazione: una Classe A 200 d, equipaggiata con un propulsore diesel 2.0 da 150 CV, una Classe B 160, con motore 1.3 benzina da 109 CV e una Classe C 300 EQ-POWER, alimentata da un 2.0 diesel con sistema ibrido plug-in e una potenza di 194 più 122 CV.
IN CITTÀ E FUORI - I test hanno affrontato tre diverse tipologie di scenario: il primo, a Torino, in condizioni equivalenti a quelle del ciclo di omologazione, con oltre 200 parametri e un percorso di circa 90 minuti su strade urbane, extraurbane e autostrade; nel secondo, a Milano, eseguito su percorrenze esclusivamente urbane, è stata comparata la concentrazione della massa di particolato in aspirazione con quella allo scarico; nel terzo, che ha avuto luogo a Roma, sono state riproposte le modalità di quello effettuato a Milano.
EMISSIONI BASSE - Secondo le rilevazioni tutte le auto coinvolte nel test hanno registrato valori di emissioni inferiori ai limiti consentiti, sia in laboratorio, che in condizioni di guida reale, con valori medi delle emissioni di ossido di azoto e del numero di particelle allo scarico del motore diesel Euro 6d inferiori rispetto a quelli della vettura con motore benzina a iniezione diretta (entrambe sono rimaste in una fascia al di sotto dei limiti). Anche la concentrazione delle polveri allo scarico è risultata fino a 2.000 volte inferiore rispetto a quella dispersa nell’aria dell’ambiente circostante.