MOTORI A SCOPPIO AL BANDO, SI O NO? - L’annuncio che la Commissione Ambiente dell’Europarlamento ha bandito le auto con motori a scoppio dopo il 2035 (qui per saperne di più) è ancora fresco e già dobbiamo registrare una presa di posizione a favore del provvedimento. A firmarla 26 aziende europee, alcune poco note mentre altre sono decisamente conosciute come Ford Europe e Volvo Cars. Il gruppo dei firmatari comprende anche Iberdrola, ChargePoint, LeasePlan, Li-Cycle, Sanofi Uber, Unilever, Vattenfall, SAP, Tesco, Zurich e altri. Un insieme eterogeneo - Sanofi, per esempio, è un’azienda farmaceutica, Zurich una compagnia di assicurazioni e Tesco è una catena di negozi di generi alimentari britannica con E-Commerce - ma con l’importante presenza di fornitori di energie elettrica e di Volvo e Ford.
VOGLIONO IMPEGNI PRECISI - Sappiamo che molte Case pensano addirittura di anticipare il 2035 come la data entro la quale avere in catalogo solo auto elettriche - Mercedes pensa al 2030, mercato permettendo (qui la notizia) e come lei anche Stellantis, Jaguar, Renault e altre ancora - ma i firmatari chiedono ai decisori della UE una regolamentazione chiara che dia certezze sia ai costruttori sia ai gestori delle infrastrutture di ricarica sia agli automobilisti. Nella lettera leggiamo che “la soluzione contro i cambiamenti climatici e l’inquinamento atmosferico è già disponibile. I veicoli elettrici offrono l'opportunità di sostituire a costi contenuti l'inquinante motore a combustione interna e inaugurare una nuova era di mobilità a emissioni locali zero”.
GUARDIAMO AL 2050 - Viene anche citato il fatto che le automobili e i veicoli commerciali leggeri generano il 15% di tutte le emissioni di CO2 europee e che essi sono i principali produttori di biossido di azoto, che viene stimato essere la causa di oltre 40.000 morti premature in Europa ogni anno. L’idea dei promotori di questa lettera aperta è che perché tutte le auto e i furgoni siano a emissioni locali zero entro il 2050, l'ultima vettura e l’ultimo commerciale leggero con motore a combustione, compresi quindi i veicoli ibridi, dovrebbero essere venduti fino - e non oltre - il 2035. L’ accorato appello è questo: “In quanto membri del Parlamento europeo e rappresentanti dei governi europei, queste proposte sono ora nelle vostre mani e arrivano mentre decidete quanto velocemente avverrà una rivoluzione senza emissioni in Europa”.
OCCORRONO MISURE DI SUPPORTO - Si fa anche presente che il successo di questo ambizioso obiettivo richiederà anche misure di supporto, come il sostegno all'implementazione rapida ed efficace delle infrastrutture di ricarica (pubbliche e private), una legislazione europea che riguardi anche le tariffe. Si citano anche la necessità di accompagnare i lavoratori automobilistici europei e le imprese in questa transizione, incentivi fiscali intelligenti per aziende e privati e investimenti mirati nelle filiere “verdi”. Transport & Environment cita anche il fatto che le auto con motore a combustione sono responsabili di circa un terzo di tutte le importazioni di petrolio europee. Il passaggio al trasporto su strada privo di combustibili fossili rafforzerebbe la sicurezza energetica del continente, aspetto geopolitico di tragica attualità, e taglierebbe i miliardi di euro che ogni anno vanno all'estero per l’acquisto di petrolio e gas.
I COSTRUTTORI SONO D’ACCORDO - Stuart Rowley, presidente di Ford Europa, in un commento accluso alla lettera aperta, ritiene che la libertà di movimento vada di pari passo con la cura del nostro pianeta e degli altri. Ecco perché puntiamo a che tutti i veicoli Ford siano a emissioni zero entro il 2035 ma per raggiungere questo obiettivo i responsabili politici dell'UE devono anche stabilire obiettivi nazionali obbligatori per un'infrastruttura di ricarica elettrica senza lacune e che sia all'altezza della crescente domanda di veicoli elettrici. Anche Jim Rowan, ceo di Volvo Cars, è dello stesso avviso quando dice che: “occorre fissare la fine delle vendite di veicoli con motore a combustione in Europa entro il 2035. Ciò non sarebbe solo in linea con gli obiettivi dell'accordo di Parigi ma è la cosa giusta da fare in assoluto: la finestra per evitare i peggiori impatti del riscaldamento globale si sta rapidamente chiudendo e occorre agire subito”.