IL PUNTO DELLE ELETTRICHE - In occasione della presentazione dei nuovi uffici di Pro One, il braccio dei veicoli commerciali di Stellantis, il ceo del gruppo Carlos Tavares (nella foto qui sopra) ha incontrato alcuni rappresentanti della stampa. Immancabili le domande su cosa sta succedendo in Volkswagen e sul declino della domanda delle elettriche: “Abbiamo preso decisioni impopolari nei mesi scorsi per evitare di trovarci nella situazione in cui è Volkswagen e siamo stati criticati per questo” ha commentato Tavares “Lo ripetiamo da due anni: il più grande problema dell’elettrificazione è il prezzo. Lo vediamo in ogni mercato: le persone vogliono comprare auto elettriche, ma al prezzo delle termiche. Ma oggi non è economicamente sostenibile: chi ci ha provato si è messo economicamente nei guai. Così siamo tornati al punto di partenza: come vendere l’elettrico al prezzo del termico e guadagnarci sopra?”.
IL NODO DEGLI INCENTIVI - Per il ceo del gruppo quello che manca sono gli aiuti statali, non di tipo diretto alle aziende ma per l’acquisto: “I governi avevano inizialmente supportato questa industria con incentivi: in Italia, Germania, Spagna e altri stati. Ora non è più così: per varie ragioni i governi hanno smesso di supportare l’acquisto. (...) E ci avviciniamo al 2025 quando dovremmo raddoppiare la vendita delle elettriche per evitare multe. Noi comunque stiamo facendo il meglio che possiamo: abbiamo presentato la nuova Citroën e-C3 e altri modelli a corrente arriveranno con prezzi sotto i 25.000 euro”.
NO A REVISIONE DELLE REGOLE - Tavares ha poi ribadito il suo no al cambiamento delle regole: “abbiamo lavorato duramente per prepararci. Una volta che la cornice normativa è fissata, le aziende devono muoversi dentro questa e competere fra loro. Io, come privato cittadino ho idee diverse su come poteva essere fatta la cosa. Ma ci siamo preparati per anni a questa corsa e ora, a pochi mesi dall’inizio della gara, qualcuno propone di cambiare le regole: non è corretto, sebbene alcuni nostri concorrenti vorrebbero rivedere questo quadro.”
MASERATI: C’È DA LAVORARE - Riguardo la situazione della Maserati, Tavares ha poi ribadito che “i prodotti ci sono”, soprattutto dopo che “ultimamente abbiamo migliorato molto la qualità”. Dove, invece, c’è ancora da lavorare è sul marketing: “non abbiamo fatto abbastanza per posizionare il marchio come uno di puro lusso”.
TERMOLI IN ATTESA - Ovviamente le domande hanno riguardato lo stato di avanzamento delle fabbriche di batterie del gruppo, inizialmente annunciate anche in Germania e in Italia (a Termoli). “Dobbiamo adeguare la capacità produttiva delle batterie alla domanda di auto elettriche, altrimenti rischiamo un bagno di sangue finanziario. Abbiamo già uno stabilimento in Francia, che ha iniziato a produrre accumulatori per la Peugeot e-3008 (…) ma se i governi non supportano la domanda di elettriche accessibili anche alla classe media, non possiamo investire. Nel momento in cui vedrò la domanda di auto a corrente aumentare, sbloccherò gli investimenti per ulteriori Gigafatory” (compresa quella di Termoli, ndr).
MIRAFIORI HA UN FUTURO - Riguardo allo spettro di prepensionamenti a Mirafiori (dove vengono prodotte le Fiat 500 elettriche e alcune Maserati), il numero uno di Stellantis ha espresso il desiderio di portare al contrario più occupazione nello stabilimento. In particolare sulle linee di produzione dei cambi robotizzati del nuovo sistema ibrido che equipaggia molte nuove auto del gruppo (comprese la Jeep Avenger, la Lancia Ypsilon e diverse Peugeot e Citroën): “è un enorme successo, perché sulle auto piccole è il modo migliore per ridurre le emissioni senza far alzare troppo i prezzi”. Abbiamo due impianti (l’altro è in Francia, ndr) e potremmo vendere molte più auto con questo cambio. (...) Considerando questa linea di produzione, l’hub di economia circolare (nella foto qui sopra), il laboratorio di sviluppo delle batterie (tutti col bilancio in positivo) io credo che non abbiamo problemi occupazionali in Mirafiori; ovvio, però che ci sono dei cambiamenti in atto, con passaggi da un tipo di lavoro all’altro”.