PREVISIONI DISATTESE - L’arrivo della berlina media Tesla Model 3 avrebbe dovuto sancire un momento di svolta per la casa di Palo Alto, che puntava ad aumentare sensibilmente il numero di auto vendute grazie ad un modello più piccolo ed economico rispetto alle Model S e Model X: la Model 3 ha un prezzo di listino negli Usa a partire da circa 35.000 dollari, quando le altre due vetture costano rispettivamente da 62.700 dollari e 67.800 dollari. La berlina media rischia però di trasformarsi in una sorta di boomerang per l’azienda californiana, che deve risolvere grosse difficoltà a livello di produzione, culminate nei giorni scorsi con il licenziamento di circa 400 fra operai, ingegneri e anche manager. La notizia è stata anticipata da giornali locali della California.
COLLO DI BOTTIGLIA - La Tesla ha parlato in maniera piuttosto generica dei licenziamenti, inserendoli nel contesto di una riorganizzazione annuale, ma secondo diversi analisti i problemi sono più profondi di come li vuole far apparire l’azienda. Queste valutazioni sono confermate dal rapporto che il costruttore ha reso pubblico a inizio ottobre: le Tesla Model 3 fabbricate da luglio a fine settembre 2017 sono state 260, a fronte di una previsione nell’ordine dei 1.600 esemplari. L’azienda ha ammesso di trovarsi in ritardo e di essere finita all’interno di collo di bottiglia, per colpa di alcuni problemi riscontrati in aree produttive nell’impianto in California e quello per le batterie in Nevada. Nel rapporto è scritto però che l’azienda ha capito cosa fare per risolvere le difficoltà e sciogliere i nodi sulla produzione.
PROBLEMI CON IL METALLO – Secondo un report del Wall Street Journal l’origine dei rallentamenti pare sia dovuta alle difficoltà nella lavorazione dei metalli. La nuova Tesla Model 3 utilizza un misto di alluminio e acciaio e il problema sarebbe proprio nelle difficoltà di saldare questi due materiali, una tecnica sulla quale alla Tesla hanno poca esperienza visto che in precedenza veniva usata la rivettatura e l’incollaggio dell’alluminio utilizzato per le Model S e X. Il Wall Street Journal ha rivelato infatti che a settembre la Tesla non aveva ancora ultimato la costruzione della linea produttiva e le auto che sono uscite dalla fabbrica fino a quel momento sono state costruite in maniera pressoché artigianale con conseguenti tempistiche più dilatate.