ANCHE PLUG-IN - Lunga 436 cm, la seconda generazione della Toyota C-HR è più corta di 3 cm rispetto a quella oggi in listino. Lo stile è molto personale, grazie anche a soluzioni come la verniciatura bicolore e le maniglie a scomparsa (fuoriescono solo quando servono). Solo ibrida, la C-HR è offerta in due versioni full hybrid: la 1.8 da 140 CV e la 2.0 da 198 CV (in pratica, la meccanica è condivisa con la Corolla). La più potente è disponibile anche in variante 4x4, con un motore elettrico aggiuntivo da 41 CV che muove le ruote posteriori quando serve; la potenza combinata rimane di 198 CV. Per la prima volta c’è anche la plug-in, abbinata al 2.0: ha 223 CV e promette 66 km in elettrico. Le consegne inizieranno nelle prime settimane del 2024 e si ipotizzano prezzi da 35.000 euro (circa 10.000 in più per la variante plug-in, che arriverà dopo poche settimane e ha contenuti specifici come gli ammortizzatori a smorzamento variabile in base alla frequenza del movimento della ruota). Le prime ad arrivare, comunque, saranno le più ricche Lounge Premiere Edition e GR Sport Premiere Edition.
TANTI COMANDI FISICI - Gli interni della Toyota C-HR sono ben più convenzionali dell’esterno: nell’esemplare su cui siamo potuti salire i materiali erano curati, con rivestimenti morbidi su plancia e pannelli porta. Inoltre, tutti i comandi sono razionali, a portata di dita e praticamente solo fisici; per esempio, il “clima” si gestisce tramite grandi tasti e anche quelli al volante (che, come per i sedili più costosi, è solo rivestito in pelle sintetica per scelta “etica”) sono ampi e a portata di dita. La capacità del bagagliaio non è stata comunicata, però la casa promette che sarà “almeno quanto l’attuale”. Quello della plug-in, comunque, sarà più piccolo del 10-15% a causa di uno dei due componenti del caricatore di bordo (da 7kW) che è montato sotto il fondo del bagagliaio e che, quindi, alza il piano di carico.
AMICA DEI CELLULARI, MA… - Inedito il cruscotto della nuova Toyota C-HR, digitale di 12,3”: rispetto a quello delle Toyota oggi in listino ha una grafica molto più curata e ciascuna delle sue tre aree è configurabile a piacimento. Purtroppo, il quadro strumenti non riporta le indicazioni fornite da Android Auto e Apple CarPlay (entrambi wireless e di serie, si vedono solo nel display centrale): per farlo la casa avrebbe dovuto “consentire l’accesso” alla centralina di bordo a Google e Apple e ha preferito non farlo. Il sistema multimediale è quello che abbiamo già visto nelle più recenti Corolla e Rav4: rapido e intuitivo, ha una grafica un po’ spoglia e poche funzioni. Le luci diurne nei pannelli porta possono cambiare anche automaticamente (nella tinta e nell’intensità) in base all’ora e anche diventare verdi quando si guida in elettrico. Inoltre, contribuiscono alla sicurezza: quando stiamo per aprire una porta dall’interno, lampeggiano di rosso se i sensori rilevano qualcuno in avvicinamento da dietro.
POSTI DIETRO? DA MIGLIORARE - Come la prima Toyota C-HR, anche la nuova non convince del tutto nei posti posteriori: il taglio delle porte costringe a piegare un po’ troppo la testa per entrare. Dentro, poi, lo spazio non manca: con o senza tetto in vetro, anche chi è alto 190 cm dispone ancora di qualche centimetro sopra la testa. I finestrini sono però piccoli, i vetri scuri e i rivestimenti neri: la sensazione è che “manchi l’aria”. In aiuto viene il tetto panoramico in vetro, di serie per le versioni più ricche: è privo di tendina, grazie al fatto di avere degli speciali rivestimenti che filtrano la luce ultravioletta (utile in estate) e limitano la dispersione del calore (caratteristica che si apprezza soprattutto in inverno). Chi sta sul divano, infine, non dispone né di bocchette dell’aria dedicate né delle tasche nelle porte: ci si deve accontentare dei portabibita nei braccioli dei pannelli porta.
PARCHEGGI CON L’APP - Tanta la tecnologia: si può scegliere di usare il cellulare come chiave della vettura (sia per controllare le porte sia per avviarla) e non manca un’app che permette di far entrare e uscire la Toyota C-HR dai parcheggi pur restando fuori dall’auto. Lunga la lista degli aiuti alla guida, che arrivano a comprendere il sistema PDA (Proactive Driving Assist) che agisce sulla servoassistenza dello sterzo per aiutare il guidatore a impostare la curva. Non manca la guida semiautonoma di Livello 2 (il massimo consentito in Italia).