RIDUZIONE DELLE EMISSIONI O GUERRA COMMERCIALE? - Una buona notizia per l’ambiente - il Senato USA ha ripristinato il credito d’imposta per l’acquisto dei veicoli elettrici - rischia di scatenare una guerra commerciale perché le norme penalizzerebbero le automobili europee e coreane. Esponenti dell’Unione Europea e della Corea del Sud hanno infatti dichiarato che le nuove norme potrebbero discriminare i veicoli di costruzione straniera e violerebbero persino i trattati della WTO, l’Organizzazione mondiale del commercio. Il faraonico piano Inflation Reduction Act, approvato domenica scorsa dal Senato degli Stati Uniti e che vale 430 miliardi di dollari, aumenterebbe il tetto massimo del credito d'imposta (attualmente di 7.500 dollari) concesso a chi acquista veicoli elettrici ma contiene diverse restrizioni, compresa quelle che permette soltanto ai veicoli assemblati nel Nord America di accedere al credito.
LE PROTESTE EUROPEE E COREANE - Questo vincolo fa parte di un piano più articolato che include anche disposizioni pensate per limitare l'importazione di componenti delle batterie, compresi quei minerali “critici” che attualmente provengono in massima parte dalla Cina. Reuters riporta le affermazioni della portavoce della Commissione europea Miriam Garcia Ferrer: "Pensiamo che queste norme stiano discriminando i produttori stranieri rispetto a quelli statunitensi e questo significherebbe la loro incompatibilità con i regolamenti del WTO”. La portavoce ha ricordato che l'UE concorda con il governo americano sul fatto che i crediti d'imposta sono un incentivo importante per orientare la domanda di veicoli elettrici e promuovere la transizione verso il trasporto sostenibile. Queste misure debbono però essere eque e non discriminatorie e quindi la UE chiede agli Stati Uniti di rimuovere questi elementi discriminatori dal disegno di legge. Anche la Corea del Sud ha espresso preoccupazione per il fatto che il disegno di legge potrebbe violare le regole del WTO e un accordo bilaterale di libero scambio firmato con gli stati Uniti, con Ministero del Commercio che ha chiesto alle autorità USA di allentare i requisiti sui componenti della batteria e l'assemblaggio del veicolo. Il Ministero ha anche incontrato rappresentanti di Hyundai Motor e dei produttori di batterie LG Energy Solution, Samsung SDI e SK, che hanno chiesto un sostegno politico affinché questo disegno di legge non le mettesse in svantaggio competitivo nel mercato statunitense.
ACCORDI VIOLATI - La Korea Automobile Manufacturers Association (KAMA) ricorda che la Corea del Sud ha incentivi anche per i veicoli elettrici prodotti negli Stati Uniti e ha chiesto agli Stati Uniti che vengano inclusi nel programma degli incentivi i veicoli elettrici e i componenti della batteria prodotti o assemblati in Corea del Sud in base all’accordo di libero scambio citato più sopra. Hyundai si è detta "delusa dal fatto che questa legislazione limiti gravemente l'accesso ai veicoli elettrici e la scelta dei consumatori americani, rallentando la transizione verso la mobilità sostenibile". In effetti il Dipartimento dei trasporti statunitense aveva chiesto agli Stati di fissare gli obiettivi per ridurre le emissioni (qui la notizia). Ricordiamo che l’azienda attualmente importa i suoi veicoli elettrici di punta dalla Corea ma ha recentemente annunciato investimenti per 10 miliardi di dollari negli USA, compresi insediamenti produttivi per gli EV in Alabama e Georgia.
QUALCUNO È CONTENTO - Lo strapotere della Cina nel settore degli elementi necessari alla costruzione di batterie e motori elettrici è noto e non riguarda soltanto il litio ma anche cobalto e grafite (qui per saperne di più). Queste misure sui materiali, che entreranno in vigore in due scaglioni - al 31 dicembre 2023 per i componenti “fabbricati o assemblato da un'entità estera di interesse” e al 31 dicembre 2024 per i “minerali ‘critici’ contenuti nella batteria” - accelereranno la creazione di una filiera statunitense per l’estrazione dei minerali e la costruzione dei componenti delle batterie e delle batterie stesse. Si tratta di elementi critici come lo sono i chip e quindi non ci stupiamo nel vedere che il Governo spinga in tal senso come ha già fatto per i semiconduttori (qui la notizia). Le società minerarie degli Stati Uniti sono ovviamente molto interessate a questa prospettiva di grande crescita della loro attività. Todd Malan, Chief External Affairs Officer di Talon Metals, ha per esempio dichiarato a Cleantechnica che "l'Inflation Reduction Act è un enorme impulso all'intera catena di approvvigionamento di veicoli elettrici statunitensi, dall'estrazione dei minerali alla produzione delle batterie fino al riciclaggio dei materiali. Le nuove regole garantiscono che i lavoratori negli impianti nazionali di estrazione e lavorazione dei minerali contribuiranno alla transizione verso i veicoli elettrici. È importante anche il consenso politico bipartisan sul fatto che la catena di approvvigionamento delle batterie per veicoli elettrici è una questione di sicurezza nazionale”.