RIVOLUZIONE FIAT UNO - Nel 2023 taglia il traguardo dei suoi primi quarant’anni (qui per saperne di più), ma la rivoluzione innescata dalla Fiat Uno è più moderna che mai. Il progetto dell’utilitaria che nel 1983 ha proiettato la Fiat nel futuro, imprimendo, a suon di innovazioni industriali, una svolta decisiva nel modo di concepire, sviluppare e produrre un’automobile, ha ispirato un bel video-racconto (più in basso) ricco di filmati e immagini storiche in cui Roberto Giolito (ex numero uno dello stile Fiat e oggi responsabile di FCA Heritage, il dipartimento del gruppo Stellantis dedicato alla tutela e alla valorizzazione dei marchi Fiat, Lancia, Abarth e Alfa Romeo) ne ripercorre gli aspetti più innovativi.
PERCHÈ LA UNO È STATA COSÌ RIVOLUZIONARIA? - Per scoprirlo, basta scorrere i primati legati alla best-seller della casa torinese, venduta in quasi 9 milioni di esemplari a cavallo tra gli anni ’80 e ’90. Per il modello con cui rimpiazzerà la 127, la Fiat mette in campo uno sforzo economico e industriale senza precedenti, con un investimento monstre pari a circa 1.000 miliardi delle vecchie lire e affidando, per la prima volta nella sua storia, le fasi cruciali dell’assemblaggio, a partire dalle saldature, ai robot. Ciò si traduce in una maggior precisione degli accoppiamenti tra parti fisse e mobili della scocca, e consente di impiegare meno componenti, con importanti vantaggi in termini di semplicità costruttiva e tempistiche di produzione.
LA “DANZA” DEI ROBOT - La punta di diamante della rivoluzione robotizzata attuata dalla Fiat risponde al nome di Robogate. Si tratta di un sofisticato sistema di produzione progettato dalla Comau, azienda del gruppo torinese leader nel settore dell’automazione, e basato su un sistema di saldatura a punti per ogni singola parte della vettura. Impiegato per la prima volta nella fabbrica di Rivalta per l’assemblaggio della Ritmo, viene quindi adottato anche negli stabilimenti di Mirafiori e Cassino. Sulla Fiat Uno, in particolare, i robot lavorano a decine, con compiti che vanno dalle singole fasi dell’assemblaggio dei pannelli della carrozzeria, alle saldature, alla verniciatura. Ne consegue un significativo miglioramento della qualità e dell’uniformità della produzione.
STILE E INGEGNERIA - La rivoluzione Fiat Uno non si limita solo agli aspetti legati alla produzione. Il cambio di marcia che negli anni ’80 ha consentito un salto nella modernità così importante per il colosso torinese comincia sin dalle prime fasi di progettazione, nelle quali per la prima volta il lavoro al tecnigrafo viene integrato con quello svolto al CAD e in fabbrica. Ciò si traduce in una comunicazione più efficace e metodica tra i reparti di stile e ingegneria, gestiti da un’unica regia in grado di interfacciarsi anche con i fornitori esterni, a partire dalla Italdesign di Moncalieri, dove nasce il disegno della vettura.
UN DESIGN CHE FUNZIONA - Disegno che risponde a un concetto ben preciso, quello, all’epoca davvero all’avanguardia, del design funzionale. Grazie a un soffitto più alto rispetto alla media della categoria, l’abitacolo della Fiat Uno è molto arioso, e a bordo, con l’eliminazione del gocciolatoio, resa possibile dalla saldatura del tetto con la fiancata tramite le famose “bretelle”, entrano senza alcuna difficoltà anche i più alti. Ma la Uno costituisce un nuovo punto di riferimento anche per lo stile della carrozzeria, razionale ed elegante, con l’ampio padiglione raccordato a un cofano basso e spiovente e i finestrini completamente a filo della scocca.
LA PRIMA FIAT CON IL FIRE - Ultima ma non ultima rivoluzione, il motore. La Fiat Uno è, nel 1985, il primo modello della casa torinese ad adottare il motore Fire (acronimo che sta per Fully Integrated Robotized Engine), che ha debuttato sull’Autobianchi Y10 ed è stato prodotto per 35, lunghi anni in oltre 23 milioni di unità. Abbandonando il vecchio sistema ad aste e bilancieri in favore di una più moderna distribuzione con un albero a camme in testa, gli ingegneri ottengono un risparmio di ben 95 componenti. Il nuovo motore, assemblato quasi interamente da avanzatissimi robot in un distaccamento creato ad hoc nella fabbrica di Termoli, è più leggero di 69 kg, risultando inoltre più affidabile e silenzioso rispetto ai precedenti.
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