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Abbiamo visitato il reparto corse di Citröen, Peugeot e DS

26 marzo 2018

La PSA ha aperto le porte della sua divisione sportiva, dove nascono i bolidi per le corse impegnati nei rally e nella Formula E.

Abbiamo visitato il reparto corse di Citröen, Peugeot e DS

TUTTI RIUNITI - La crisi economica in cui è sprofondata nel 2012 ha costretto la PSA a una serie di misure necessarie per garantirsi la sopravvivenza, che hanno incluso migliaia di licenziamenti e il rifinanziamento del debito con le banche. Il gruppo francese ha dovuto intervenire anche su uno fra i suoi fuori all’occhiello, la gestione sportiva, che è stata raggruppata nel 2015 all’interno di un unico stabilimento a Satory, nei sobborghi di Parigi, dove oggi hanno sede il reparto corse di Citröen, Peugeot (prima erano separati) e DS. Qui nascono tutti i modelli da gara del costruttore francese: le Citröen C3 da rally, le Formula E della DS e le Peugeot 208 del campionato WRX, noto anche come rallycross, una disciplina a metà fra il rally e le corse su asfalto, oltre agli “spaventosi” fuoristrada della Peugeot per la Dakar, competizione a cui non prenderà più parte dopo il 2018.

PROGETTI COMUNI - Negli scorsi giorni la Citröen ci ha fatto entrare all’interno dello stabilimento, un luogo chiuso al pubblico dove naturalmente regna la “segretezza”, visto che il team è al lavoro oggi anche sulle novità tecniche per i prossimi due anni: nel corso della visita ci è stato impedito di scattare fotografie e anche i fotografi chiamati dall’azienda hanno dovuto far passare al “vaglio” le immagini. A Satory lavorano circa 250 persone, molte delle quali non su progetti per un marchio solo: la squadra incaricata dello stile ad esempio si occupa della carrozzeria della Citröen C3 per il rally WRC e della Peugeot 208 per il WRX, vetture diverse fra loro che gli stilisti devono saper disegnare a partire dai calcoli sull’aerodinamica e il raffreddamento. Lo stesso vale per il motore, visto che nelle due categorie è utilizzato un quattro cilindri turbo di 1.6 litri, realizzato ad hoc e non derivato da auto di serie.

COME UN’OFFICINA - Lo stabilimento non è avveniristico e tecnologico come quelli dei team di Formula 1, talvolta più simili ad un laboratorio medico che non ad un garage. A Satory invece l’atmosfera è simile ad una (pur prestigiosa) officina: un motore sul cavalletto, i fascioni della C3 appoggiati sul pavimento e il brusio negli uffici danno l’idea di una fabbrica in cui non c’è tempo per badare all’apparenza. A maggior ragione considerando l’impegno extra, visto che nel giorno della nostra visita Sebastien Loeb stava svolgendo in Corsica dei test sulla C3 e una parte dei tecnici lo ha seguito per dargli assistenza. Nella fabbrica c’è sempre un grosso “via-vai” di tecnici, visto che molti devono recarsi in trasferta per seguire i piloti: la squadra della Citröen per ogni rally è composta da circa 45 persone, ci è stato spiegato, di cui la maggior parte ingegneri e meccanici per i due piloti.

5 AREE - L’area in cui vengono assemblate le vetture è quella più ampia, ma nella fabbrica ci sono anche gli uffici della progettazione e le divisioni in cui sono messi a punto i motori, i cambi e le sospensioni. I tecnici devono fare i conti con il severo regolamento tecnico del campionato mondiale rally, che prevede un massimo di tre motori a stagione per pilota: i tecnici della federazione mettono dei “sigilli” ogni volta che viene utilizzato un nuovo motore e ciò serve per evitare manomissioni. Un motore deve essere abbinato ad un preciso telaio, e non importa se viene portato in gara da un pilota o da un altro. Nel corso della visita ci è stato spiegato che un motore deve durare per 4 gare e circa 7.000 km. A Satory non è presente un’area riservata alle vetture stradali, anche se qui vengono effettuati lavori specifici su modelli di impronta sportiva, come ad esempio le sospensioni della “cattiva” DS3 Racing.



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Ritratto di Fr4ncesco
26 marzo 2018 - 12:24
2
Mi piace l'ambiente non "asettico", da l'impressione di essere laborioso e confidenziale, molto anni '80 e molto latino, ci metteranno passione.
Ritratto di Dr.Torque
26 marzo 2018 - 12:55
Una lode a chi lavora nei reparti corse: spesso non conoscono orari né festività, si lavora nell'ombra e raramente i successi vengono riconosciuti con paghe adeguate. La passione è ciò che motiva più di ogni altra cosa. Bravi!