Se su alcune componentistiche la C3 la spunta egregiamente sulla nostra vecchia Polo, per altri dettagli siamo invece lontani anni luce dalla costruzione teutonica, per lo meno di quell’epoca. Le plastiche che rivestono il cruscotto e parte delle portiere, ad esempio, sulla tedesca erano di fattura più morbida e soprattutto di materiale resistente e conservativo, mentre sulla francese la durezza la fa da padrone ovunque; anzi, persino il poggiabraccio della portiera, dove trovano posto i due comandi degli alzavetri elettrici (dietro si va di manetta), è completamente in plastica rigida mentre sulla Vw era presente un grande fascione rivestito in tessuto; probabilmente sull’allestimento più opulento della gamma qualche finezza in più sarà sicuramente stata aggiunta, questa versione intermedia è abbastanza spartana. Ovviamente nemmeno il cassettino lato passeggero (capiente e profondo) e i vani portaoggetti sono rivestiti, ma quelli delle portiere sono furbamente realizzati a fondo bianco, e di sera non bisogna diventare matti per trovare gli oggetti. Per il resto la c3 sembra avere assemblaggi più che discreti, e alcune soluzioni la rendono comunque una vettura esteticamente molto gradevole e ammiccante. La plancia, infatti, ha una direzionalità orizzontale, dove le bocchette dell’aria rientrano in una grande fascia, interrotta dal cruscotto e dal sistema infotainment, rivestita in parte in elegante plastica nera lucida (parecchio sensibile alla polvere). La posizione di guida è abbastanza facile da trovare, il sedile ed il volante sono regolabili in altezza e profondità e, non essendo troppo bassa la vettura, l’accesso è adatto anche a persone più attempate. I sedili sono davvero comodi, soffici, le lunghe percorrenze non si fanno sentire più di tanto, e stiamo sempre parlando di una utilitaria; peccato però che non siano molto e contenitivi e sagomati, si balla un po’ tra le curve. Il volante, ovviamente in plastica grezza e ruvida, è a tre razze, dal diametro non eccessivo ma dall’impugnatura massiccia devo dire (l’opposto della Polo, dove il volante pareva di un camion ma era molto sottile); sulle due razze laterali sono ripartiti in tasti e rotelle i vari comandi, cambio traccia e volume, telefono e cambio di info dal display del cruscotto. I comandi del cruise control sono invece sempre posti dietro, alla sinistra del volante, come ormai da 30 anni in Citroen; peraltro il satellite di controllo ha la stessa forma della c5 del 2001 che aveva mio nonno, uno svecchiamento non le farebbe male dai! Il quadro strumenti è di stampo molto classico e tradizionale, stranamente in Citroen, che si è sempre sbizzarrita nell’ideare svariati cruscotti digitali nel corso degli anni, e tutto sommato meglio così, se penso a quello montato su Cactus rabbrividisco. Quattro sono i quadranti, a sfondo nero e di immediata lettura, tachimetro e contagiri, grandi, ai lati, e carburante e temperatura motore, minuti in alto al centro; sotto è posto il piccolo computer di bordo in bianco e nero con velocità in digitale sempre presente e le varie informazioni (consumo medio e istantaneo, velocità media, distanza percorsa, autonomia, riconoscimento dei cartelli stradali ecc). Il cambio è posto abbastanza in basso, si raggiunge bene ma non mi fa così impazzire l’impugnatura un po’ spigolosa del pomello; peccato poi l’assenza del bracciolo, avrebbe agevolato ancor più. L’abitabilità posteriore non è male, si sta abbastanza bene in 4 e il tunnel centrale non è molto alto, una quinta persona di statura bassa può viaggiare senza sacrificarsi troppo, e direi nella media i 300 litri del bagagliaio (noi abbiamo preso anche la ruota di scorta). L’infotainment centrale non è posizionato molto in alto, ma sotto le bocchette dell’aria; trattasi di un sistema discreto e non eccezionale nel funzionamento: anzitutto non si può mai spegnere, premendo la manopola del volume si mette solo il muto; la grafica poi non è così male, ma il sistema non dispone di un software molto reattivo, e sebbene sia capacitivo e non occorra pigiare con forza sullo schermo, i tasti per passare nei menù sono piccoli e qualche tasto fisico lo avrei preferito. I maggiori difetti degli interni, a mio avviso, attecchiscono proprio all’infotainment centrale. Trovo scomodo e illogico gestire la climatizzazione automatica, monozona, da un comando tattile all’interno di un menù, soprattutto se, come sopracitato, la fluidità del comando non è così fulminea, un banale comando a manopole reca meno distrazione alla guida; peraltro, sebbene sotto lo schermo siano posti a pulsante gli sbrinatori del parabrezza e del lunotto, non è presente il ricircolo e, visto che non è automatico, avrei preferito trovare anche quello. Scomodi peraltro i comandi per attivare e disattivare lo Start and Stop (che va fatto ogni volta) e il sistema di mantenimento di corsia, bisogna entrare in un altro menù. A mio avviso però ottimo il sistema di climatizzazione, le bocchette poste in alto riescono a rinfrescare e riscaldare l’abitacolo in maniera celere, uniforme e lineare. Per il resto è una vettura che a me piace nel complesso, è comoda, ariosa, lineare, gli assemblaggi sembrano abbastanza robusti e l’estetica generale la rende simpatica e giovanile.