Mi soffermo inizialmente ad appezzare l’interno. Sobrio come vuole la tradizione della casa nipponica, ben curato, con un tocco di originalità unica nel suo genere regalato dal cruscotto digitale che richiama la strumentazione delle vetture da competizione. I sedili sono abbastanza contenitivi per le accelerazioni laterali. Il resto del piccolo abitacolo è essenziale con poco spazio per altri gadget che non siano i posti per il conducente e il passeggero.
Anche nel baule lo spazio a disposizione è poco contando gli ingombri della vettura. Mi pare chiaro che non è una vettura per viaggiare, ma da utilizzare solo per il puro piacere di guida lasciando altri scopi a veicoli certamente più adatti. Una volta saliti a bordo, si percepisce subito che ogni cosa è al posto giusto, tutti i comandi sono facili da raggiungere e abbastanza intuitivi da utilizzare.
La seduta è bassa e perfetta, lo spazio per le gambe è veramente contenuto, per bilanciare bene i pesi, infatti, lo spazio per la campana del cambio è stato ricavato “rubando” un po’ di posto ai passeggeri, una barra per l’irrigidimento torsionale scorre inoltre proprio poco davanti al sedile, impedendo i movimenti del passeggero.
La visibilità è buona, anche se è difficile vedere dove finisce il cofano veramente sconfinato, caratteristica stilistica ancora più avvincente di questa Honda.