Negli Usa è in vendita da tempo (la prima generazione risale al lontano 1964) e, ora, la Chevrolet Malibu sbarca in Europa. Lunga quasi 490 cm, questa imponente berlina a tre volumi ha linee sinuose, non prive di sportività: i fanali a elementi quadrati con gli angoli smussati richiamano quelli della coupé Camaro e nel muso spicca la grande griglia in due parti, fra i sottili fari a doppia punta. In Italia la Malibu è venduta in un unico e ricco allestimento, oltre che con un unico motore: un due litri a gasolio da 159 cavalli. Di serie ha non soltanto il “clima” bizona e il navigatore, ma anche il cruise control, i sedili elettrici rivestiti in pelle, i fari allo xeno e i sensori di parcheggio (solo posteriori). Per la sicurezza, questa Chevrolet ha poi l’Esp, sei airbag, la pedaliera che si stacca in caso d’urto (per non ferire le gambe del guidatore), il sistema di monitoraggio della pressione dei pneumatici e i poggiatesta anti colpo di frusta: non a caso, ha meritato cinque stelle nei crash test Euro NCAP. A pagamento rimangono solo le tinte metallizzate (nero o due grigi, a 520 euro, mentre a costo zero c’è solo il bianco) e il cambio automatico (1.300 euro).
Avvicinandosi alla Chevrolet Malibu con le chiavi in tasca, le porte si sbloccano (il sistema keyless è di serie), e una volta preso posto nella morbida poltrona di guida, essa torna alla posizione memorizzata nella chiave elettronica (e la regolazione elettrica c’è anche per il supporto lombare e per quello delle cosce). Classica l’impostazione dell’abitacolo, con grandi tasti e rotelle a comandare “clima” e radio: è impossibile perdersi fra i comandi. Dal grande schermo centrale, dietro il quale si nasconde un ampio portaoggetti, si controlla non solo la musica (oltre a radio e cd, l’impianto può gestire anche fonti esterne collegate alle porte Aux o Usb) e il vivavoce Bluetooth, ma anche il navigatore. La retroilluminazione della consolle è in azzurro brillante, tonalità che ritroviamo nelle luci soffuse delle tasche delle porte e nello schermo centrale del cruscotto (certe rivali, però, lo offrono a colori). Il freno a mano elettronico a pulsante ha poi permesso di ricavare un ampio portaoggetti nel tunnel, protetto da una piccola serranda. Di aspetto solido ma non molto ricercato sono i materiali della plancia: la Chevrolet Malibu è un’auto che punta sulla sostanza ma scivola su qualche dettaglio (quasi tutti i vani sono privi di rivestimento, la plastica color metallo della consolle è un po’ sottotono e mancano le bocchette d’aria posteriori).
Tanto, comunque, lo spazio offerto dalla Chevrolet Malibu: non solo davanti ma anche dietro. Infatti, nonostante il tetto molto inclinato, anche dei giocatori di basket non toccano il soffitto con la testa. Solo chi siede al centro del divano dovrà “fare i conti” con un ingombrante tunnel, alto 17 cm e largo ben 22. Meno bene il baule: pur essendo ampio e regolare (è un parallelepipedo largo 104 cm, lungo 118 e alto una cinquantina di centimetri), ha una soglia di carico piuttosto alta (77 cm da terra); inoltre, fra il battivaligia e il fondo c’è uno scalino di ben 23 cm. Di serie, comunque, lo schienale frazionato abbattibile: consente di caricare oggetti lunghi oltre due metri (anche se, quando è reclinato, crea uno scalino di sei centimetri rispetto al piano).
Premuto il pulsante alla destra del volante, il quattro cilindri prende vita (e, a freddo, fa anche sentire un po’ troppo la sua “voce”). La generosa coppia permette di riprendere velocità rapidamente, a patto di tenere l’ago del contagiri sopra “quota 2000”. Sotto questa soglia, infatti, la spinta è tutt’altro che vigorosa. Difficile, comunque, dubitare dei dati ufficiali, che parlano di uno scatto da 0 a 100 km/h in 9,8 secondi e di una velocità massima di 223 km/h. Ottimistico, invece, il consumo dichiarato per la Malibu: se la Chevrolet dichiara 19,6 km/l di media, il nostro computer di bordo non ne segnava più di13 (dopo un percorso collinare di qualche decina di chilometri, affrontato senza prestare troppa attenzione ai consumi). Su strada, la Malibu si conferma una comoda “berlinona” con cui macinare chilometri senza fatica: se in autostrada è “a casa” (in sesta il motore sonnecchia ad appena 2200 giri e solo un po’ del rumore di rotolamento dei pneumatici filtra a bordo), anche fra le curve non si trova a disagio (nonostante i 487 cm di lunghezza). Le sospensioni, del resto, assorbono efficacemente le asperità dell’asfalto pur non facendo coricare troppo l’auto in curva. Ma bisogna fare i conti con i montanti anteriori piuttosto inclinati, che disturbano la visuale nelle svolte più strette o agli incroci; e la situazione non migliora certo in retromarcia (la coda alta e il lunotto basso impediscono una corretta visibilità). Anche lo sterzo e la frizione leggeri contribuiscono a rendere il viaggio confortevole.
PREGI
> Comfort. Quattro adulti stanno come dei pascià: lo spazio abbonda. E le sospensioni “lisciano” l’asfalto senza risultare “mollicce”.
> Dotazione. Il prezzo è quasi da berlina compatta, e di serie c’è ben più del necessario: anche piccoli “extra” come le tasche delle porte illuminate.
DIFETTI
> Dettagli. La Malibu è l’auto “di rappresentanza” della Chevrolet, ma alcuni particolari (come i vani non rivestiti) potrebbero essere più curati.
> Visibilità. I montanti inclinati nascondono la strada nelle svolte più strette, mentre la coda alta non fa vedere cosa c’è dietro la vettura.
Cilindrata cm3 | 1956 |
No cilindri e disposizione | 4 in linea |
Potenza massima kW (CV)/giri | 117 (159)/ 4000 |
Coppia max Nm/giri | 350/1750 |
Emissione di CO2 grammi/km | 134 |
Distribuzione | 4 valvole per cilindro |
No rapporti del cambio | 6 + retromarcia |
Trazione | anteriore |
Freni anteriori | dischi autoventilanti |
Freni posteriori | dischi |
Quanto è grande | |
Lunghezza/larghezza/altezza cm | 487/186/147 |
Passo cm | 274 |
Peso in ordine di marcia kg | 1595 |
Capacità bagagliaio litri | 545/n.d. |
Pneumatici (di serie) | 245/45 R18 |