Col pacchetto guidi davvero
La
Ferrari California T è una 2+2 (dietro i sedili anteriori c’è solo una coppia di strapuntini) dalla molteplice personalità. Lasciando briglia sciolta ai suoi 560 cavalli lo scatto è da levare il fiato, ma si può anche viaggiare in pieno relax, per godersi meglio il panorama, e sfruttare il tetto rigido retrattile (che si apre e chiude solo ad auto ferma) per un migliore comfort. Avevamo guidato la cabrio-coupé modenese un paio d’anni fa, al momento del lancio: oggi, però, il debutto del nuovo pacchetto
Handling Speciale offre l’occasione per riparlarne. Per 7.076 euro aggiuntivi, infatti, una lunga serie di modifiche alla meccanica assicurano un’auto più adatta alla guida “d’assalto”, e ancor più coinvolgente.
Cambia tanto ma si vede poco
Con il termine Handling, gli inglesi definiscono la guidabilità di un veicolo: le caratteristiche di sterzo, trazione, stabilità, tenuta di strada, maneggevolezza. Per ottenere un handling davvero… speciale, i tecnici della Ferrari sono partiti dall’adozione di molle delle sospensioni più rigide (del 16% davanti, del 19% dietro), in modo da ridurre le oscillazioni del corpo vettura in curva, in accelerazione e in frenata, rendendo quindi più rapide e prevedibili le reazioni. Hanno poi adeguato la risposta degli ammortizzatori (quelli adattativi a controllo magnetico costano 4.026 euro) e affinato l’elettronica di gestione della vettura, che, come nella Ferrari California T “normale”, è regolabile (tramite un “manettino” sul volante) in tre posizioni: Comfort, Sport ed Esc Off (escludendo i controlli di stabilità e trazione, consente a chi ci sa fare, e in pista, una guida “senza filtri”). A completare il tutto, modifiche all’idraulica del cambio robotizzato a doppia frizione, che velocizzano drasticamente i passaggi di rapporto (del 30% in “salita” e del 40% in scalata) e nuovi terminali di scarico (ora con un risonatore, inseribile o meno tramite una valvola comandata elettronicamente) che garantiscono un suono più corposo (circa 3 dB in più) a tutti i regimi. Per riconoscere una Ferrari California T dotata del pacchetto Handling Speciale serve un occhio molto attento: a distinguerla provvede una targhetta nella parte posteriore del tunnel interno, mentre i quattro terminali di scarico sono in nero opaco invece che cromati. In quest’occasione, poi, la Ferrari ha introdotto anche la possibilità di avere il tetto e i cerchi in nero opaco: come nella California T che abbiamo guidato.
Una “belva” che non fa paura
Per verificare appieno la portata delle modifiche sulla Ferrari California T, che (parola di Ferrari) balza da 0 a 100 km/h in 3,6 secondi e può toccare i 316 km/h, servirebbe un circuito. Noi, invece, abbiamo avuto a disposizione una strada stretta, tortuosa e infida: una pioggia insistente, culminata con una spruzzata di neve, aveva lasciato l’asfalto umido e sporco, senza contare che la temperatura prossima allo zero non andava molto d’accordo con i corsaioli pneumatici estivi. Onore al merito a chi ha messo a punto i controlli elettronici, allora: anche in condizioni così critiche, l’auto resta facile da gestire per chiunque, sicurissima eppure godibile. In uscita dalle curve più strette, bastava una lieve pressione sul pedale del gas per vedere lampeggiare a lungo la spia del controllo della trazione: le pur larghe gomme posteriori di 20” (optional, a 5.856 euro) alzavano presto bandiera bianca a fronte dei 615 Nm di coppia massima dell’otto cilindri turbo (la coppia è limitata elettronicamente nelle marce inferiori). Eppure, l’auto non si “piantava” affatto, accelerando con una certa rapidità e in buona progressione. Raggiunta una zona asciutta, poi, e passati in modalità Sport, ci siamo potuti godere meglio la rapidità e linearità d’inserimento in curva, la precisione dello sterzo (sempre leggero, ma in grado di fornire un’immediata confidenza), la potenza dei quattro freni a disco carboceramici e quel gran capolavoro nascosto sotto il cofano anteriore.
Voce stentorea
L’otto cilindri non ha guadagnato cavalli, anche perché non se ne sentiva il bisogno. Il nuovo impianto di scarico, però, gli conferisce una voce più adeguata a un motore che riporta la scritta Ferrari sui collettori di aspirazione. La risposta, vigorosa già verso i 2500 giri, è ora accompagnata da un rombo cupo e sostanzioso fin verso i 4500, quando si trasforma in un ringhio davvero rabbioso; mentre l’auto si accuccia sulle ruote posteriori, la spinta aumenta fino ai 7400-7500 giri, quando si innesta (in un lampo) la marcia successiva. E, limiti di velocità permettendo, il divertimento ricomincia….
La vera sorpresa? il comfort
I tecnici di Maranello hanno chiarito che il pacchetto Handling Speciale (che era già stato introdotto con la precedente California, quella con motore aspirato) nasce per i più appassionati, e comporta una certa riduzione del comfort. È così, ma questo purosangue resta comunque comodo, e adatto anche ai lunghi viaggi: il motore “canta” che è un piacere se si spinge un po’, ma a velocità costante mette la sordina, mentre la bontà di assorbimento dello sconnesso resta migliore di quella di tranquille berline con un quinto dei cavalli. Per i fortunati che se la possono permettere, questa cabrio-coupé è davvero una “GT” tuttofare; peccato solo per i comandi (soprattutto quelli raggruppati sul volante, come “tergi” e frecce) che sono disposti in maniera disordinata e poco intuitiva, e per la visuale anteriore, che (per chi è di statura medio-bassa) non è delle migliori.
Secondo noi
Pregi
> Guida. Sa soddisfare i palati raffinati e, grazie agli “aiuti” elettronici, non mette mai in difficoltà.
> Turbo. Il motore è una vera furia, e adesso ha anche un “sound” da pelle d’oca. Meglio di così….
> Versatilità. Anche con il pacchetto Handling Speciale, questa coupé-cabriolet resta comoda e godibile in tutte le situazioni.
Difetti
> Comandi. Sono disposti in maniera poco convenzionale: disorientano un po’, e alcuni sono proprio scomodi.
> Parabrezza. Oltre ad essere soggetto a riflessi, ha montanti inclinati che limitano la visuale nelle svolte a sinistra.
> Trasformazione. Occorre fermarsi per aprire e chiudere la capote.