Una station di classe
La Jaguar XF berlina, presentata nel 2007, era stata rivista lo scorso anno principalmente nel frontale, che aveva acquisito ancora più grinta grazie a nuove prese d'aria, a sinuosi fari bixeno (di serie) contornati dalle luci diurne a led e al cofano con ampie nervature. Adesso arriva la wagon Sportbrake, che mantiene le stesse, abbondanti dimensioni della quattro porte: 497 centimetri di lunghezza, 188 di larghezza. La nuova coda è possente ma ben integrata, e contribuisce a rendere la vettura grintosa, elegante e decisamente personale: si capisce subito che è una Jaguar. Tra gli elementi caratterizzanti, citiamo il profilo in plastica nera che ricopre il montante posteriore, raccordando il terzo finestrino con il lunotto; l'ampio spoiler alla fine del tetto e i fanali (a led) raccordati da una fascia cromata. Inoltre, sul tetto si notano le barre longitudinali satinate.
Bagagliaio curato
Non appena ci consegnano le chiavi, dedichiamo qualche minuto alla scoperta della vera novità: il baule. La capacità, pur buona in assoluto, è nella media della categoria: ci sono 550 litri a divano su e 1675 quando lo si reclina. Come quasi sempre in queste grosse wagon dalle linee sportive e affusolate, il vano è molto lungo, piuttosto largo ma non molto alto (tra il piano e il tendalino copribagagli ci sono solo 40 cm). La praticità è apprezzabile, perché il portellone è ampio (per 530 euro lo si può avere con l'apertura elettrica) e la soglia di carico abbastanza vicina a terra (63 cm); inoltre, non ci sono scomodi gradini all'ingresso e neppure quando si abbassano gli schienali (agendo sulle comode levette vicino all'imbocco). L'intero vano è ricoperto con una folta moquette, non mancano le guide in alluminio per fissare i bagagli e l'illuminazione è molto curata: ci sono due plafoniere sulle pareti laterali e due sul bordo del portellone. Comodo anche il tendalino che si può far scorrere verso l'alto. A voler fare i pignoli, invece della botola per gli sci (che pure è optional: 300 euro) avremmo preferito il divano reclinabile in tre parti, per trasportare oggetti sottili ma piuttosto alti (come una tavola da surf, o una scaletta) pur potendo viaggiare comodi in quattro.
Bella pelle, ma non manca qualche “ruga”
Anche lo spazio per i passeggeri trae vantaggio dalla nuova coda: chi siede dietro ha 5 centimetri in più per la testa, e così anche gli spilungoni non rischiano di toccare il soffitto. Inoltre, grazie alle porte posteriori più squadrate, l'accesso è molto più agevole. Tuttavia, la Jaguar XF Sportbrake è davvero comoda solo per quattro, non per cinque; la sagomatura del divano e l'ampio tunnel centrale limitano il comfort se si cerca di stare in tre dietro. Chi viaggia davanti, invece, si trova a suo agio, potendo avvalersi delle numerose e ampie regolazioni elettriche dei sedili (che sono anche ventilati e riscaldati) e del volante. L'ambiente, in questa Portfolio (la versione più lussuosa) è decisamente raffinato: morbida pelle ricopre i sedili e buona parte della plancia e dei pannelli, alternandosi con eleganza all'alluminio e agli inserti in ebano lucido. Di grande effetto, poi, il momento dell'avviamento del motore: la manopola metallica del cambio automatico "sorge" dal tunnel centrale e le quattro bocchette del "clima" (automatico bizona) ruotano, aprendosi in contemporanea. Ciò detto, è anche vero che lo stile molto lineare e la grafica della strumentazione e dello schermo centrale di 7 pollici tradiscono un po' l'età del progetto, mentre le palette del cambio dietro al volante, pur comode, sono in una plastica economica, inadeguata a una vettur,a di questo livello. Bene invece la posizione e la facilità di comprensione dei comandi e adeguato lo spazio per i piccoli oggetti.
"2200" adeguato, cambio ostinato
Questa 2.2 biturbodiesel con 200 cavalli è la versione meno potente della gamma (ci sono anche le 3.0 V6 da 241 e 275 cavalli), ma il quattro cilindri, oltre a non alzare mai troppo la voce, riesce a conferire una certa brillantezza a una vettura che pesa pur sempre 1824 kg: la spinta è decisa e disponibile con pienezza fin dai 1300-1400 giri, anche se tutto finisce già alla soglia dei 4000. La casa parla di 8,8 secondi per lo scatto da 0 a 100 km/h, un dato che ci pare senz'altro alla portata della Jaguar XF Sportbrake. Più difficile avere un'idea se i 214 km/h promessi siano davvero raggiungibili; ma anche qui, data la rapidità con cui sale l'ago del tachimetro anche a velocità elevata, riteniamo che le promesse della Jaguar non siano un azzardo. Nel complesso è valido anche il cambio, un automatico a otto rapporti che nella maggior parte delle situazioni ha i riflessi pronti ed è abbastanza dolce nelle cambiate; gli rimproveriamo, però, una certa "ostinazione" a mantenere le marce più alte quando si cerca di riprendere. Così, ci si può ritrovare su un falsopiano senza riuscire ad aumentare velocità, a meno di scalare manualmente o di affondare completamente il piede destro (con conseguente, inutile scalata di tre-quattro marce quando ne sarebbe bastata una). Evidentemente, è una taratura volta a ridurre i consumi: la casa parla di 19,6 km/litro in media, ma da una prima valutazione approssimata (per quella precisa, rimandiamo a una prossima prova su strada su alVolante) riteniamo di avere percorso tra i 14 e i 15 km/litro.
Comfort e guida: un bel compromesso
La Jaguar XF Sportbrake 2.2D ha le sospensioni posteriori ad aria autolivellanti (per evitare che la coda si abbassi in caso di carichi molto pesanti), ma è priva di regolazioni elettroniche dell'assetto (disponibili invece per le 3.0). Ebbene, a parte un rollio abbastanza evidente nelle curve affrontate con decisione, la guida non ne risente: lo sterzo è preciso, progressivo e omogeneo nella risposta come nel ritorno, mentre la vettura è equilibrata anche sul bagnato e mette in mostra una buona agilità sui percorsi più tortuosi. In pratica, senza essere (né voler essere) una sportiva, la XF Sportbrake riesce a garantire una guida piacevole e rilassante, tanto più che il comfort sullo sconnesso è valido, nonostante le gomme di 19" dell'auto che abbiamo guidato (1.540 euro; di serie ci sono quelle, più "morbide", di 17").
Forse forse, conviene la base
La Jaguar XF Sportbrake 2.2D Portfolio costa 57.710 euro, una cifra rilevante ma nel complesso allineata a quella delle concorrenti più quotate. La dotazione, pur buona, non è del tutto soddisfacente: vanno pagati a parte il navigatore (non velocissimo nelle indicazioni, costa 2.540 euro), il Bluetooth (540 euro) e i sensori di parcheggio posteriori con telecamera (840 euro, molto utili data la scarsa visibilità in manovra). Tra gli optional più interessanti, citiamo poi l'Hi-Fi Meridian da 825 watt con 17 altoparlanti (ha un suono cristallino, ma costa 3.060 euro) e il pacchetto Driver Assistance: include il regolatore di velocità attivo con frenata automatica in caso di di emergenza, il sensore dell'angolo cieco dei retrovisori, i fari con abbaglianti automatici e a orientamento automatico in curva. Costa 2.790 euro, ma è un bel contributo alla sicurezza. Viceversa, volendo spendere meno, si può scendere fino ai 50.550 euro della XF Sportbrake nella versione base, che non fa poi rinunciare a nulla di davvero importante: è priva dei sedili ventilati e riscaldabili, e ha materiali interni meno pregiati (ma comunque sedili e plancia sono in pelle, e non mancano gli inserti in radica).
PREGI
> Guida. Precisa, sicura e maneggevole, la XF Sportbrake si guida con piacere e senza rinunciare al comfort.
> Materiali. Di plastica non ce n'è poi molta, nell'abitacolo: dominano pelle, legno e alluminio, ben abbinati e lavorati.
> Personalità. Non c'è il rischio di confonderla con le rivali, e soprattutto con le tedesche: la miscela di aggressività e classe della XF Sportbrake è unica.
DIFETTI
> Logica del cambio. In alcune condizioni, mantiene troppo a lungo le marce alte, rendendo problematiche le riprese.
> Stile interno. Ci è parso che inizi a mostrare l’età.
> Visibilità posteriore. Decisamente ridotta, rende praticamente necessari i sensori di parcheggio: a 840 euro.