Per l’erede della Phedra, alla Lancia hanno pensato a una monovolume ancora più grande: infatti, la nuova Voyager è lunga 522 centimetri, ben 47 in più, e larga 200 (la differenza in questo caso è di 14 cm). Addirittura, la lunghezza è cresciuta di 8 cm rispetto alla già mastondontica Chrysler Grand Voyager, da cui la nuova Lancia deriva. “Colpa” dei nuovi paraurti, che sono tra i pochi adattamenti apportati dal centro stile di Torino. Invariata la forma dei fari, mentre la grande mascherina cromata ha un aspetto più elegante. A proposito di cromature, non mancano neppure nella prese d’aria sotto la calandra (dove un sottile listello collega i due fendinebbia), né lungo le fiancate (sotto i finestrini, e sulle portiere, come paracolpi). Dietro, invece, sono stati rivisti leggermente i fanali (nella parte bassa) ed è stato aggiunto un inserto che si estende lungo tutto il portellone, facendo sembrare la Voyager ancora più larga.
Lo spazio è davvero abbondante, oltre che ben sfruttabile. I sette sedili, tutti comodi, sono disposti su tre file, secondo un insolito “schema 2-2-3” (anziché 2-3-2). Ai posti dietro si accede grazie a due ampie porte scorrevoli a comando elettrico, e i passeggeri della seconda fila siedono su due comode poltrone, in mezzo a cui resta uno spazio di una ventina di centimetri. Sul divano (dalla seduta molto inclinata verso la parte posteriore della vettura) si sta in tre, a stretto contatto, ma lo spazio per gambe e testa non manca. Con pochi gesti, le ultime due file di posti della nuova Lancia Voyager scompaiono nel pavimento grazie al sistema Stow’n Go: in questo modo si ottiene un grandissimo piano, e la capacità di carico diventa di quasi 4000 litri. Comunque, anche viaggiando in sette si può contare su uno spazio di ben 934 litri (misurati fino al soffitto), a cui si accede da un portellone a comando elettrico.
Del posto di guida della nuova Lancia Voyager si apprezzano la comoda posizione rialzata, le ampie regolazioni elettriche di sedile (come per quello del passeggero) e pedaliera, oltre alla disposizione razionale dei comandi: sono tutti a portata di mano, inclusa la leva del cambio automatico a destra del cruscotto. Migliorabili, invece, le finiture della plancia: è in plastica troppo rigida, e contrasta con i rivestimenti in pelle di sedili e parte alta delle porte. Della ricca dotazione fanno parte i sei airbag (con quelli a tendina che proteggono anche chi siede sul divano), il climatizzatore trizona, i vetri posteriori scuri e le tendine parasole per i finestrini della seconda e della terza fila, per non far scaldare troppo l’abitacolo. Apprezzabile anche il sistema U-Connect Phone, sempre di serie, che permette utilizzare in vivavoce fino a sette cellulari, per non far sentire nessun passeggero “isolato dal mondo”. Per i viaggi ci sono il navigatore (optional da circa 1.500 euro), a cui è abbinata la telecamera di retromarcia (per non dover contare solo sui sensori di parcheggio), e il sistema di intrattenimento con due schermi che scendono dal soffitto: permettono di guardare anche due film diversi, seduti rispettivamente in seconda e terza fila (questo sistema dovrebbe costare intorno ai 2.000 euro).
Basta premere il pulsante sulla plancia per avviare il 2.8 turbodiesel da 163 cavalli (è l'unico motore disponibile, visto che in Italia non arriverà il 3.6 V6 a benzina da 283). Subito se ne percepiscono il “battito” e le vibrazioni, fin troppo evidenti, anche al minimo. In accelerazione (come in frenata) si avvertono anche i 2330 kg di peso a vuoto: meglio non aspettarsi prestazioni molto brillanti. E infatti la casa dichiara uno scatto “0-100” pari a 11,9 secondi (mentre la velocità massima “ufficiale” è di 193 km/h), quasi tre secondi e mezzo in più che con il 3.6 V6. Non favorisce lo sprint neppure il cambio automatico a sei rapporti piuttosto lento nei passaggi di marcia. Nelle curve poi, bisogna, fare i conti con uno sterzo molto demoltiplicato, oltre che con la notevole mole della nuova Lancia Voyager. Apprezzabile comunque il lavoro fatto dai tecnici Lancia sulle sospensioni, che sono state irrigidite rispetto a quelle della Chrysler Grand Voyager. Quanto ai consumi, invece, a Torino ci sono parsi un po’ ottimisti: parlano di 12,7 km/litro, ma, dopo un breve test, il computer di bordo ne segnava poco più di sette.
PREGI
> Abitabilità. Questa monovolume è una vera sette posti: anche nella terza fila si sta comodi.
> Dotazione. Sedili in pelle, con regolazioni elettriche per quelli davanti, “clima” trizona, porte scorrevoli elettricamente. Difficile chiedere di più.
> Versatilità. Bastano pochi gesti per trasformare un comodo salotto in un vano a prova di trasloco.
DIFETTI
> Ingombri. Un’auto lunga oltre 520 cm non è facile da “maneggiare” nelle nostre città. La sua antenata Phedra era molto più agile.
> Motore. Il 2.8 a quattro cilindri non è un mostro di potenza (alcuni 2.0 turbodiesel hanno più cavalli) e vibra un po’ troppo.
> Plancia. È fatta con plastiche rigide che mal si abbinano al resto dell’abitacolo, piuttosto curato.
Cilindrata cm3 | 2776 |
No cilindri e disposizione | 4 in linea |
Potenza massima kW (CV)/giri | 120(163)/3800 |
Coppia max Nm/giri | 360/1800-2800 |
Emissione di CO2 grammi/km | 207 |
Distribuzione | 4 valvole per cilindro |
No rapporti del cambio | 6 (aut.-seq.) + retromarcia |
Trazione | anteriore |
Freni anteriori | dischi autoventilanti |
Freni posteriori | dischi autoventilanti |
Quanto è grande | |
Lunghezza/larghezza/altezza cm | 522/200/175 |
Passo cm | 308 |
Peso in ordine di marcia kg | 2330 |
Capacità bagagliaio litri | 934/2394/3912 |
Pneumatici (di serie) | 225/65 R 17 |
La Voyager è disponibile con un solo motore: è il 2.8 a quattro cilindri turbodiesel da 163 CV (in uso anche su modelli della Jeep), abbinato al cambio automatico a sei rapporti. | |||||||||
Versione | Prezzo | Alim | cm3 | CV/kW | km/h | 0-100 | km/l | CO2 | kg |
2.8 CRD | 39.900 | D | 2776 | 163/120 | 193 | 11,9 | 12,7 | 207 | 2242 |