Euro 6
Come la Mini Paceman, anche la più pratica e spaziosa
Mini Countryman si aggiorna più che altro nei motori, ora tutti Euro 6: a benzina, 1.6 aspirati con 98 e 122 CV e, turbo, da 190 cavalli (6 più di prima) e 218; a gasolio, 1.6 con 90 e 112 CV, oltre al 2.0 da 143. I modelli meno potenti non possono avere la trazione integrale, prevista invece per le altre Mini Countryman con un supplemento di 1.700 euro (per quella più potente è di serie). A richiesta (sempre 1.700 euro) il cambio automatico a sei marce, che è abbinabile ai 1.6 da 122 CV a benzina e a quello a gasolio con 112 cavalli.
Poche modifiche
A quattro anni dal lancio, la Mini Countryman è ancora fresca: sul piano estetico, le modifiche si limitano a nuovi fendinebbia a led e con luci diurne, a tre inedite tinte per la carrozzeria (Jungle Green, Midnight Grey e Star light Blue), alle finiture esterne anche color nero lucido (Piano Black), oltre a cerchi in lega di nuovo disegno. Già in vendita, la rinnovata Mini Countryman non ha una generosa dotazione di serie. I prezzi sono compresi fra i 21.750 euro della 1.6 One da 98 CV (con climatizzatore manuale, divano scorrevole e radio/mp3 con presa Aux) e i 36.700 euro della John Cooper Works All4 a trazione integrale, forte di 218 CV (il prezzo include cerchi di 18” e fendinebbia). La Cooper S del test non costa poco (28.250 euro) e fa pagare a parte il climatizzatore automatico (420 euro), i retrovisori ripiegabili elettricamente (205 euro) e il volante multifunzionale (300 euro).
Atmosfera conosciuta
Lunga appena 410 centimetri, la Mini Countryman offre un interno spazioso, il pratico divano scorrevole e un baule capiente (350-450/1170 litri). Peccato che il portalattine fra i sedili anteriori tolga spazio a chi siede al centro del divano. Il fondo del tachimetro e del contagiri di colore scuro e i pomelli cromati delle bocchette d’aerazione impreziosiscono ulteriormente il già ricercato abitacolo, e sono le uniche novità. Certo, la disposizione dei comandi non è delle più intuitive (piccoli i tasti per il climatizzatore nella consolle), però l’occhio è appagato. Semmai, almeno nelle versioni più sportive (come la Cooper del test), sarebbe preferibile aggiungere il termometro per la temperatura dall’acqua e il manometro per la temperatura dell’olio del motore. La posizione di guida è comoda e completa di molte regolazioni, anche se quella per lo schienale, a scatti, non è granché precisa.
Maneggevolezza ok
Il quattro cilindri 1.6 turbo ha 6 cavalli in più (190 anziché 184), ma il suo temperamento è rimasto lo stesso. Pronto già ai bassi regimi, spinge con decisione senza essere scorbutico, dando alla Mini Countryman un piglio da sportiva. In questo senso sono efficacemente tarati lo sterzo (diretto e preciso) e il cambio (breve la corsa della leva). L’assetto, piuttosto rigido, dà molta agilità alla vettura pur essendo divenuto un poco più “attento” al comfort. Bisogna fare l’abitudine alla sensibilità dello sterzo: minimi movimenti del volante bastano per cambiare traiettoria e, specie in autostrada, questo può comportare qualche correzione in più. Quel che dà proprio fastidio è il rumore di rotolamento dei pneumatici (di serie sono di 17”), udibile già viaggiando a 100 km/h. I consumi, infine, registrati dal computer di bordo, non sono male: 12 km/l (ma senza abusare delle elevate prestazioni).
Secondo noi
Pregi
> Cambio. È preciso e la leva ha una corsa non lunga.
> Spazio. Risulta più che sufficiente per persone e bagagli.
> Sterzo. Ha una risposta sportiva: è diretto e preciso.
Difetti
> Comandi. Non sono razionali e la strumentazione è incompleta.
> Dotazione. Non è ricca in rapporto al prezzo elevato.
> Rumorosità. Quella delle gomme che rotolano sull’asfalto è avvertibile.