Vivace ma senza eccessi
La scritta
GTi richiama alla mente l'indimenticata e scorbutica 205 GTI: ma, quanto a indole, la
Peugeot 208 GTi è di un'altra “razza”. Infatti, è una sportivetta potente ma sobria nelle linee, curata nell'abitacolo e usabile senza tanti sacrifici come auto di tutti i giorni. Chi è alla ricerca di un'auto da strapazzare in pista o capace di scatenare fiotti d'adrenalina, guardi oltre: questa Peugeot è una GTi “in doppiopetto”. Il motore è ereditato dalla coupé RCZ: il 1.6 turbo a iniezione diretta di benzina ha 200 CV. A livello di carrozzeria, disponibile solo a tre porte, si è puntato su una sportività discreta: carreggiate allargate (un centimetro davanti, due dietro), codolini in tinta sugli archi passaruota e due piccoli loghi GTi nei fregi metallici dietro i vetri laterali. Anche i fari sono “preziosi”: una lunga e sottile striscia a led fa le funzioni delle luci diurne e la stessa tecnologia è usata per gli indicatori di direzione a forma di “C”. Una mascherina specifica, lo scarico dalla doppia uscita trapezoidale e il piccolo spoiler sopra il lunotto completano la caratterizzazione.
Una bella dotazione
La sobrietà della Peugeot 208 GTi continua all'interno, con un profilo in plastica rossa nella consolle, sotto lo schermo multifunzione sensibile al tatto, ripreso nei pannelli porta. La plancia è rivestita in pelle nera con cuciture rosse (che si ritrovano sui sedili e
ull'impugnatura del freno a mano) e il volante di piccolo diametro presenta nella razza inferiore la scritta GTi. La pedaliera è poi in metallo, così come il pomello del cambio (un po' scivoloso e da maneggiare… con cura d'estate, dopo aver lasciato l'auto parcheggiata al sole). Non mancano dettagli come la cornice illuminata attorno ai due elementi a lancetta del cruscotto, o il filo di luce azzurra nel contorno del tetto in vetro (480 euro); il tutto condito con finiture e montaggi ben curati. Non male anche la dotazione: il “clima” (rinfresca anche il cassetto portaoggetti) è automatico bizona, e non mancano la radio con prese Usb e Aux con comandi al volante e il vivavoce Bluetooth (il lettore cd, invece, si paga 75 euro). Di serie anche i sensori di parcheggio posteriori, il cruise control, i fendinebbia, i fari e i tergicristallo ad accensione automatica, gli specchietti ripiegabili elettricamente. Optional, solo gli “sfizi”: il navigatore (da 490 euro), l'impianto stereo di qualità (505 euro), i sensori di distanza anche anteriori (355 euro) e i cerchi in lega sempre di 17 pollici ma di colore parzialmente nero o grigio scuro (105 euro).
Bel volante, mal posizionato
Saliti a bordo della Peugeot 208 GTi, ci si trova stretti nell'abbraccio delle poltrone avvolgenti, molto comode e parzialmente rivestite in pelle. Se del volante si apprezza il ridotto diametro, per alcuni può risultare fastidiosa la regolazione: per evitare che la corona copra parte del cruscotto, è meglio registrarlo non troppo in alto; così però, se non si guida con la seduta “rasoterra”, ce lo si ritrova fra le gambe. Una volta avviato, il 1.6 si fa notare per il cupo borbottio che esce dallo scarico al quale, però, non fa seguito una “colonna sonora” degna di una sportiva: anche sfruttato a fondo, il 1.6 non fa entrare nell'abitacolo né il suo rombo né il rumore dell'aspirazione. Quelli che non mancano, invece, sono i cavalli: difficile dubitare dei dati ufficiali, che parlano di uno 0-100 km/h in 6,8 secondi e 230 km/h. Anche con le marce alte, il motore riprende velocità senza incertezze. Meno credibile è il consumo medio dichiarato, 16,9 km/l, anche se il 1.6 turbo a iniezione diretta di benzina con doppia fasatura variabile non pare affatto sprecone.
Corre, ma non sempre diverte
Anche sulle strade che si arrampicano sopra a Nizza, rese scivolose dalla pioggia e anche da una spruzzata di neve, la Peugeot 208 GTi ha messo in luce un comportamento molto intuitivo: si può andare molto veloci in tutta sicurezza. Soprattutto in curva, la vettura è sempre “composta”: solo raramente l'Esp (di serie e totalmente disattivabile) entra in gioco. L'indole, poi, non cambia con l'asfalto asciutto: l'auto è sempre “sui binari”, richiedendo al guidatore poco sforzo in qualunque situazione; forse fin troppo poco, per essere una sportiva. Se il cambio, preciso anche quando maltrattato e dagli innesti non contrastati (ma la leva ha una corsa un po' lunga) non delude, spiace che lo sterzo sia preciso ma non più diretto. Con i suoi 2,9 giri da una parte all'altra, il comando della GTi è solo più pesante in velocità rispetto a quello delle altre 208: lo si nota soprattutto all'uscita delle curve più strette, quando c'è da usare solo il volante per girare, visto che il retrotreno (molto stabile) non aiuta a chiudere la traiettoria e l'elettronica non frena efficacemente la ruota motrice interna per trasferire potenza all'altra. Molto pronti e potenti infine i freni, comandati da un pedale piuttosto sensibile.
Secondo noi
PREGI
> Finiture. Pelle e materiali gradevoli al tatto fanno il paio con montaggi curati e dettagli ricercati e specifici per questo allestimento.
> Dotazione. Di serie c'è il “clima” bizona (raffredda anche il cassettino), la radio con schermo multifunzione sensibile al tatto e con vivavoce, i rivestimenti parzialmente in pelle e i sensori di parcheggio posteriori.
> Versatilità. La 208 GTi non è una “spaccaossa” da pista o poco più, ma una veloce, poco vistosa e brillante sportiva sfruttabili tutti i giorni senza rinunce.
DIFETTI
> Coinvolgimento. La GTi avrà pure una tenuta di strada invidiabile e prestazioni interessanti, però il divertimento abita altrove: nelle curve prese “alla garibaldina” l'auto è così composta e “facile” da risultare poco coinvolgente e pure il suono del motore è poco avvertibile.
> Cruscotto. Gli strumenti “appoggiati” sulla plancia sono originali; chi è molto alto o basso, però, facilmente si troverà con la corona del volante che nasconde il cruscotto.
> Sterzo. Il volante dal ridotto diametro ci mette una pezza, ma lo sterzo non è molto diretto per una sportiva.