Una bella "svecchiata"
A dieci anni dal debutto (e dopo un’assenza dai listini che durava dal 2011), la fuoristrada della SsangYong, ha deciso di riproporsi con un vestito più elegante e moderno: la griglia frontale è più piccola e raccorda i nuovi fari, che si estendono verso i parafanghi, e il paraurti è meno massiccio, con tre prese d’aria. Non mancano le luci diurne e gli indicatori di direzione a led. Un restyling riuscito, in cui la casa coreana crede molto, tanto che la “W” aggiunta al nome Rexton è l’iniziale di “Work of Art”, ovvero opera d’arte. Peccato però che non si sia rimediato a una caratteristica che penalizza molto la visibilità: gli enormi montanti posteriori, che ispirano solidità ma “rubano” un vasto campo visivo.
Comodi in cinque
Salendo a bordo della
SsangYong Rexton W si ritrova un ambiente spazioso e pratico, a cui manca solo un po’ di originalità. La plancia, di forma lineare, è realizzata con materiali di buona qualità e assemblati con una certa cura, ma la parte alta della consolle centrale è in plastica troppo povera e “leggera”. I sedili anteriori, di buona fattura, sono piuttosto rigidi ma poco profilati (non trattengono bene il corpo in curva). Lo spazio è notevole anche dietro: pure chi siede al centro non sta scomodo, grazie al divano quasi piatto. Il vano di carico è ampio e regolare, ma penalizzato dalla presenza dello strapuntino per due persone. Quando si viaggia in sette poi, si può contare su soli 250 litri.
Non fa rimpiangere in 2.7
La vera novità della SsangYong Rexton W è però sotto il cofano: al posto del vecchio 2.7 turbodiesel common-rail da 165 CV, ecco il 2.0 da 155 CV che nella versione 4WD (ma c’è anche a due ruote motrici) con cambio manuale promette 173 km/h di velocità massima e 13,5 km/l nell’uso medio (il 17% in meno rispetto al vecchio motore). Si tratta di un 2.0 brillante e ben insonorizzato, che però trasmette qualche vibrazione di troppo alla leva del cambio. Proprio questo componente non ci ha soddisfatto del tutto: non tanto per la manovrabilità (non è certo un comando sportivo, ma è accettabile) quanto per la mancanza di una “protezione” della retromarcia. Può capitare infatti di non trovare la “retro” quando serve e di innestarla in luogo della prima: occorre fare pratica.
Le piace il fango
Questa 4x4, con il telaio a traverse e longheroni e le marce ridotte, quando si tratta di affrontare percorsi in fuori strada non si fa pregare, e il sistema di controllo della velocità in discesa consente di avanzare a ritmo lento e costante (è prezioso nelle pendenze ripide). A dare una grossa mano è anche la notevole coppia (360 Nm) già disponibile a 1500 giri. Il test si è svolto in una pista fangosa, e la vettura si è comportata davvero a dovere.
A buon prezzo
La versione a quattro ruote motrici della SsangYong Rexton W 2.0 Xdi con il cambio manuale a sei marce è proposta con un unico e ricco allestimento (comprende i sensori di parcheggio posteriori, i cerchi in lega, il “clima” automatico e i sette posti) a un prezzo interessante: 26.990 euro, che scendono a 24.990 per la variante a due ruote motrici. La 4x4 con il cambio automatico a cinque marce di origine Mercedes è invece disponibile solo con l’allestimento Classy che aggiunge i sensori di parcheggio anteriori e i cerchi di 18” (29.990 euro). L’unica lacuna di un certo rilievo nell’equipaggiamento riguarda la sicurezza: gli airbag posteriori non sono disponibili neppure a pagamento.
Secondo noi
PREGI
> Abitabilità. Si viaggia davvero comodi anche in cinque.
> Fuori strada. Grazie alla trazione integrale, alle marce ridotte e alla disponibilità del motore gli sterrati non fanno paura.
> Prezzo. È allettante e include una ricca dotazione.
DIFETTI
> Cambio. La retromarcia, che si trova accanto alla prima, non è protetta a sufficienza.
> Sicurezza. Nemmeno a pagamento sono previsti gli airbag posteriori.
> Visibilità. Gli enormi montanti posteriori creano un ampio angolo morto. Fortunatamente i sensori di parcheggio sono di serie.