La realizzazione del tracciato di Shanghai, costato quasi 400 milioni di euro, è stata affidata a Hermann Tilke e Peter Wahl: il risultato è un circuito che ricorda volutamente nella forma l'ideogramma cinese “shang”, che vuol dire “sopra” oppure “salire”, che è alla base del nome di Shangai. Molteplici i richiami all'architettura tradizionale della Cina, che culminano con la caratteristica collocazione di box; la tribuna centrale, che da sola ospita 29.000 spettatori, permette di vedere quasi l'80% di tutto il circuito. Il senso di marcia è orario e la prima curva, destrorsa, dopo la partenza ha la carreggiata che progressivamente si stringe: i piloti non vedono il punto di corda, e devono giocare con acceleratore e freno per ottenere la migliore scorrevolezza. Molto impegnativa la frenata al tornantino posto dopo il rettilineo più lungo, dove le monoposto registrano le punte velocistiche più elevate: è difficile trovare il punto di frenata, e sono frequenti i bloccaggi. L'accelerazione laterale supera i 3,5 g. Qui, nel 2006, Michael Schumacher conquistò l'ultima delle 91 vittorie conseguite in Formula 1. Nel 2015 la vittoria ha arriso a Lewis Hamilton (Mercedes) davanti a Nico Rosberg (Mercedes) e alle due Ferrari di Vettel e Raikkonen: tra il primo e il quarto il distacco è stato di 3”8, ben minore rispetto al divario in qualifica (Vettel, terzo, era a quasi 1” da Hamilton). Kvyat (Red Bull) tradito dal motore mentre si trovava in zona punti, con la power unit Renault letteralmente in fiamme.