Presente nel calendario del Mondiale di Formula 1 dal 1955 e teatro di gare di auto a partire dal 1929, il Gran Premio di Monaco è uno degli eventi sportivi e mondani per antonomasia: teatro di imprese epiche e di altrettanto spettacolari incidenti (qui Alberto Ascari finì in mare nel 1955 con la propria Lancia, nella zona del porto dove oggi c'è la chicane delle Piscine), ha incoronato piloti di classe cristallina quali Ayrton Senna (primatista con sei vittorie), Graham Hill e Michael Schumacher (cinque a testa: l'inglese è stato a lungo recordman), ma anche i vincitori di un solo giorno, dallo spericolato Jean-Pierre Beltoise (1972) a Olivier Panis (1996) o Jarno Trulli (2004). Per questi ultimi, una sola vittoria in carriera, ma ottenuta nel salotto buono della Formula 1. La preparazione di una monoposto per Monaco fa storia a sé: l'asfalto è fortemente sconnesso, il carico aerodinamico è massimo (qui c'è la curva più lenta del Mondiale, il Loews, che si percorre in prima a circa 55 km/h), i freni sollecitati come in poche altre circostanze. Sorpassare è arduo, i guard-rail sono vicinissimi e in caso di pioggia la corsa diventa una lotteria: come nel 1984, quando proprio qui cominciò a splendere la stella di Ayrton Senna, magnifico secondo al traguardo. Nel 2019 Hamilton (che usava un caschetto - tributo a Niki Lauda) ha colto la sua 77° vittoria, terza su questo circuito, nonostante l'usura delle gomme, legata anche a un intervento della Safety Car per una foratura di Leclerc. Dietro di lui Vla Ferrari di ettel e l'altra Mercedes con Bottas.