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Prove libere venerdì 25 ottobre
Qualifiche di sabato 26 ottobre
Gara di domenica 27 ottobre
GRANDE ATTESA PER LA FERRARI - La Ferrari, dopo il vincente Gp degli Usa di Formula 1, che ha ridotto a 48 punti il distacco dalla McLaren nella classifica costruttori, farà di tutto per confermarsi anche nel Gp del Messico 2024. Le monoposto di Maranello hanno colpito soprattutto per l’assetto tecnico, che ha giovato al degrado delle gomme, finalmente di assoluto livello e migliore rispetto alla concorrenza. Certo, le condizioni della pista messicana sono completamente diverse. Ci sarà infatti da affrontare curve a bassa percorrenza, un lungo rettilineo e un’aria rarefetta degli oltre 2.000 metri di altitudine. Tutte peculiarità che impongono l’adozione di un pacchetto aerodinamico molto carico.
IL CIRCUITO - Intitolato ai fratelli Ricardo (per vent'anni il più giovane debuttante della storia della Formula 1) e Pedro (un pilota tra i più coraggiosi e veloci dell'epoca) Rodriguez, il circuito ha ospitato tutte le edizioni del Gran Premio del Messico sin qui disputate. Inaugurato nel 1962, prevedeva come punti caratteristici un lungo rettilineo da circa 1,2 km, un tornante molto secco (poi eliminato negli anni Ottanta) e il tratto chiamato The Esses che immettevano nella curva finale, la Peraltada: vi si è corso dal 1963 al 1970.
UN PO’ DI STORIA - Dopo un lungo stop, la Formula 1 ha fatto tappa in Messico dal 1986 al 1992: nel 1986 Gerhard Berger su Benetton ha conquistato la prima vittoria in carriera, e nel 1991 Ayrton Senna, nelle prove libere, è vittima di un incidente tanto spettacolare quanto incruento alla Peraltada (della quale viene in seguito ridotta la sopraelevazione per il 1992). Dal 1993 al 2014 il Gran Premio non si è disputato: dal 2015 sono state approntate modifiche al tracciato a completamento di quelle del 2002, che rendono impossibile il confronto con i dati passati.
IL PROBLEMA DELL’ALTITUDINE - In Messico, l'altitudine (si corre a 2.286 metri) crea problemi all'alimentazione dei motori termici, ma l'edizione del ritorno in Messico ha evidenziato come questo aspetto non abbia influito granché sull'affidabilità. Due le zone DRS. Il circuito è lungo 4.304 km, presenta 17 curve e prevede un totale di 71 giri con una lunghezza complessiva di 305 km.