UNA MISURA SBAGLIATA PER ANFIA - Il provvedimento bonus/malus (qui per saperne di più) definito dalla Commissione Bilancio della Camera, che potrebbe entrare nella Legge di Bilancio 2019, ha scatenato una quantità di reazione, per lo più negative. Per i responsabili dell’Anfia, l’Associazione nazionale filiera industria automobilistica, si tratta di “una misura sbagliata nei contenuti e nei tempi, che colpisce la filiera industriale italiana che si è impegnata ad investire nell’elettrificazione e mette in difficoltà gli operatori e il mercato. La classificazione proposta, inoltre, non tiene conto dell’attuale situazione regolamentare (la transizione dall’omologazione NEDC a quella WLTP) che presenta valori notevolmente più elevati per il medesimo veicolo. Se prendiamo, ad esempio, la Panda 1.2, comunque tra le vetture non ibride con le più basse emissioni di CO2, con il nuovo sistema pagherebbe un’imposta che varia dai 400 ai 1000 euro. Si rileva, inoltre, che anche molte utilitarie a gas, veicoli ad alimentazione alternativa, oltre a non avere nessun bonus, rischierebbero di pagare un malus di 150 euro. Una misura così strutturata, oltre a rallentare il rinnovo dell’obsoleto parco circolante, penalizza le classi sociali con minore capacità di acquisto delle nuove tecnologie”.
UNRAE CHIEDE UN CONFRONTO - Meno duro, ma critico, è il comunicato diramato dall’Unrae, l’Unione nazionale rappresentanti veicoli esteri. “La misura bonus/malus sulle emissioni di CO2 rappresenta un segnale interessante ed apprezzabile nell’intento, ma l’impostazione del provvedimento non è funzionale agli obiettivi che si dovrebbero raggiungere e cioè il miglioramento della qualità dell’aria ed il rinnovo del parco circolante, come noto, tra i più vecchi d’Europa. Apprezziamo il tema della pluriennalità e il rispetto del paradigma della neutralità tecnologica, ma riteniamo inaccettabile colpire così duramente gli automobilisti italiani con una nuova tassazione sui veicoli di ultima generazione. Più della metà dei veicoli immatricolati sarà vessato da un nuovo tributo: su alcuni di questi, non di lusso, il costo dell’imposizione varrà circa il 10% del costo del veicolo, senza considerare il paradosso di iper-tassare un veicolo nuovo mentre in Italia potranno continuare a circolare liberamente, senza l'imposizione di alcun tributo, veicoli di oltre 15 anni. Inoltre, non è prevista la rottamazione di veicoli obsoleti che riteniamo assolutamente prioritaria perché è fondamentale svecchiare il nostro parco. Infine, a livello di risorse, si rischia di investire inadeguatamente un ammontare di risorse pubbliche molto significativo (circa 300 milioni di euro all’anno) perché si va ad incentivare un numero di autovetture minore rispetto a quelle che già si vendono. Chiediamo, quindi, l’apertura di un confronto per migliorare un impianto normativo importante per rinnovare il parco circolante e ridurre i livelli di emissioni complessive di CO2, ma soprattutto i livelli di emissioni inquinanti (ad esempio NOx e Pm10) che non sono tenute in alcuna considerazione nell'attuale formulazione del provvedimento”.
SOLO DANNI PER FEDERAUTO - Per il presidente di Federauto (Federazione italiana concessionari auto) Adolfo De Stefani Cosentino “la penalizzazione di auto Euro 6 porterebbe le seguenti conseguenze: un rallentamento del rinnovo del parco senza eliminare le vetture più inquinanti e comporterebbe inoltre un minore gettito di IVA e IPT dovuto ad una riduzione del mercato che non compenserebbe neppure in minima parte il maggior gettito derivante dal “malus”. Da ultimo comporterebbe calo di parecchie decine di migliaia di addetti delle concessionarie. In sintesi, questa proposta invece di rappresentare una spinta al rinnovo del parco, alla riduzione dell’inquinamento ed alla diffusione di veicoli a basso impatto ambientale, si tramuterebbe in un boomerang con effetti recessivi sul mercato, sull’occupazione e sulle entrate tributarie”. Su idee similari è Alberto Dal Poz, presidente di Federmeccanica, che ha evocato manifestazioni di protesta per tutelare i lavoratori. In linea con loro sono anche i sindacati. Per Rocco Palombella (Uilm) c’è il rischio di perdere “decine di migliaia di posti di lavoro”, per Marco Bentivogli (Fim Cisl) è “l’ennesimo schiaffo all'industria nazionale e all'ambiente”, mentre Michele De Palma (Fiom Cgil) ha chiesto al governo di “non investire per pochi, ma per le auto di massa ecologiche e nel car sharing ibrido ed elettrico”.
LE MIGLIORIE DI E_MOB E LEGAMBIENTE - Proposte migliorative arrivano da organizzazioni attive nella promozione della mobilità elettrica come e_mob. Secondo il coordinatore Camillo Piazza “il provvedimento premia ancora i combustibili fossili (metano e alcuni Euro 6) con degli incentivi inutili. Inoltre, il sistema del bonus/malus favorisce i motori diesel, i più dannosi in termini di emissioni inquinanti, rispetto ai benzina. Lavoreremo per modificare il provvedimento al Senato, anche perché finanziare soprattutto gli Euro 6 endotermici e il metano non si fa un favore all’ambiente. In ogni caso chiederemo d’inserire un percentuale (almeno il 20%) di contributi da dedicare esclusivamente all'elettrico durante ogni anno”. Più positivo è Andrea Poggio, responsabile mobilità di Legambiente: “la proposta è giusta, ma da sola non basta, innova poco e risolve solo una parte dei problemi. Ci manca una parte fondamentale: una misura socio-ambientale che incentivi la rottamazione delle vecchie auto di proprietà e sviluppi industria e mercato dei mezzi elettrici”.
DISSENSI IN MAGGIORANZA - A fare presupporre una qualche modifica futura del provvedimento è pure la visione divergente dei due vicepremier. Matteo Salvini, intervistato a Mattino Cinque, ha fatto intendere che la manovra si può anche cambiare affermando: “va bene un aiuto alle auto elettriche, ma senza penalizzare le auto a benzina o diesel, perché l’auto è già tassata a livelli folli. Mettere una tassa sulle auto mi sembra una delle cose meno utili da fare in questo momento”. Luigi Di Maio ha però puntualizzato su Facebook, che “non esiste alcuna nuova tassa per auto già in circolazione. Chi ha un Euro 3 o qualsiasi altra macchina non pagherà un centesimo in più. Abbiamo pensato una norma per aiutare chi decide di comprare un’auto ibrida, elettrica o a metano. Visto che i livelli di inquinamento, soprattutto al Nord, sono spaventosi, perché non premiare chi decide di comprare un’auto nuova meno inquinante?” Il rappresentante del Movimento 5 Stelle, si è comunque detto disponibile a introdurre delle modifiche e ha convocato un tavolo tecnico al Ministero dello Sviluppo economico per migliorare gli incentivi per l’auto elettrica, ibrida e a metano, con i costruttori e con le associazioni dei consumatori.