BREXIT E AUTO - L’uscita del Regno Unito dall’Unione europea avrà sicure ricadute sul mondo automobilistico. A poche ore dal verdetto emesso dal referendum sulla Brexit, è difficile e prematuro immaginare tutti gli scenari futuri, quantificando in termini pratici quello che potrebbe avvenire. Ma è facile pensare che uno degli aspetti su cui si gioca la partita post Brexit è relativo ai dazi doganali per le esportazioni delle vetture: al momento, la Gran Bretagna è esente da alcun tipo pagamento essendo all'interno dell'Unione Europea. Le politiche future del governo inglese potrebbero rivedere le cose? In questo clima di assoluta incertezza, ci sono fin da ora dati e cifre che fanno riflettere.
META DI “GIAPPONESI” - L’isola Paese è il secondo produttore più importante d’Europa con oltre 1,6 milioni di vetture sfornate nel solo 2015. Solo la Germania fa meglio. L’industria automobilistica britannica permette di lavorare a 160.000 persone, numero che sale a 800.000 considerando le aziende correlate all’automotive. La posizione geografica e gli incentivi dell’allora governo Thatcher hanno attirato da subito diversi costruttori giapponesi come Honda, Toyota e Nissan. Prendendo il caso della Toyota, giusto per fare un esempio, l’anno scorso ha realizzato 190.00 vetture nel Regno Unito. Di queste, il 75% è andato all’estero, verso i Paesi dell’Unione Europea. Solo il 10% è stato venduto in Gran Bretagna.
TATA MOTORS -12% IN BORSA - Tra le case europee, la BMW ha scelto Oxford per lo stabilimento produttivo della Mini (nella foto, oggetto di un recente ampliamento); nel Paese di sua maestà regina Elisabetta, la casa fabbrica anche le Rolls Royce. I vertici della casa dell’elica hanno già parlato di un futuro periodo di forte incertezza, premettendo allo stesso tempo che non ci saranno sconvolgimenti immediati nei piani industriali. Jaguar Land Rover sono della Tata, colosso indiano, che ha programma investimenti milionari per aumentare la produzione. Jaguar Land Rover è, ad oggi, la più grande casa automobilistica del Regno Unito che basa, sul resto d’Europa, il 20% delle sue vendite globali. In un comunicato stampa emesso poche ore fa, Jaguar Land Rover ha sottolineato che continuerà ad impegnarsi con gli investimenti sui siti produttivi, dichiarando anche che il Vecchio Continente è un mercato fondamentale. Dichiarazioni a parte, la Brexit ha già portato un bel contraccolpo sulle azioni: in apertura dei mercati internazionali Tata Motors, proprietaria della Jaguar Land Rover, ha perso il 12% in borsa. È il valore più basso mai toccato dal 2012 a questa parte.
AMERICA PERPLESSA - Ci sono anche gli americani con la General Motors (con il marchio Vauxhall, le Opel britanniche) e con la Ford. I due colossi, prima del voto al referendum, hanno scritto ai dipendenti indicando, tra le possibili ricadute in caso di uscita, il rischio per diversi posti di lavoro. Cosa che hanno confermato anche le associazioni sindacali inglesi di categoria e l’associazione dei costruttori locali. L’idea che qualche casa possa decidere di ridimensionare o di chiudere le fabbriche inglesi per spostarle in Paesi fiscalmente allettanti (come quelli dell’Europa dell’Est) spaventa l’industria inglese. Tanto che Aston Martin, il brand inglese per antonomasia, ha già esortato il governo affinché mantenga l’esenzione sui dazi doganali per le esportazioni verso i mercati europei.
INGHILTERRA SIGNIFICA ANCHE MOTORSPORT - Circa l’80 per cento dei team di Formula 1 ha il suo quartier generale in Inghilterra, in particolare nella fascia compresa tra Londra, Milton Keynes, Banbury e Woking (un’area che è un concentrato di industrie tecnologiche d’avanguardia). La tedesca Mercedes ha addirittura due sedi: una a Brackely, dove c’è la base, l’altra a Brixworth dedicata alla realizzazione dei motori che equipaggiano le vetture attuali campioni del mondo e leader della classifica iridata. Tra i team di F1, solo Ferrari (Italia) e Sauber (Svizzera) non hanno sede in Inghilterra. Infine, la Fom (società di Berni Ecclestone che gestisce i diritti commerciali della F1) è a Londra.