LINEA DURA MA FLESSIBILE - La notizia è forte: il governo USA potrebbe aver fatto parziali concessioni a Huawei per l’importazione di chip destinati alle automobili. È l’agenzia Reuters a riportare questa indiscrezione, fornita da persone informate dei fatti. Ricordiamo che Huawei, colosso cinese leader nel settore dei chip e delle apparecchiature per le telecomunicazioni, è stata sottoposto a restrizioni commerciali dall'amministrazione Trump. Il motivo della decisione è la convinzione che i chip e altri componenti Huawei utilizzati nei dispositivi di rete e negli smartphone contenessero software spia, visti gli stretti legami fra Huawei e il governo cinese. La presidenza Biden ha rafforzato la linea dura verso Huawei riguardo le importazioni, negando le licenze ai chip Huawei destinati all'uso all’interno di dispositivi 5G o insieme a dispositivi che accedono alla rete cellulare.
LA CARENZA DI CHIP MORDE TROPPO - Ma negli ultimi tempi le cose sembrano essere cambiate, secondo le fonti dell’agenzia stampa, e gli Stati Uniti hanno concesso licenze che autorizzano la vendita di chip Huawei destinati a componenti quali display e sensori. Questi chip sono considerati meno sofisticati e quindi meno soggetti alle restrizioni. Altre indiscrezioni parlano poi di licenze concesse a questi chip per il montaggio anche in veicoli con componenti che accedono alle reti 5G. Queste indiscrezioni hanno suscitato richieste di chiarimento al Dipartimento del Commercio USA, che ha risposto che il governo continua ad applicare “politiche di licenza per limitare l'accesso di Huawei a materie prime, software o tecnologia per attività che potrebbero danneggiare la sicurezza nazionale degli Stati Uniti". Le voci sulle licenze hanno provocato accese reazioni, ad opera per esempio dei senatori repubblicani Tom Cotton e Marco Rubio, che hanno accusato l’amministrazione Biden di proteggere poco la sicurezza dell’America.
IL RISIKO DEI CHIP AUTO - Le approvazioni USA, se veritiere, arrivano in un periodo nel quale Huawei, dopo aver sofferto per questa stretta commerciale, si sta riposizionando verso componenti meno soggetti ai divieti USA. Un portavoce di Huawei ha evitato (ovviamente) di commentare sulle licenze d’importazione, dichiarando che: "Ci stiamo proponendo come un nuovo fornitore di componenti per veicoli connessi intelligenti e il nostro obiettivo è aiutare i costruttori a costruire veicoli migliori". In effetti le restrizioni statunitensi e la maturità del settore degli smartphone, combattutissimo e con margini bassi, hanno spinto Huawei a vendere una parte della sua divisione di telefonia (il marchio Honor) per orientarsi su aree in crescita, come le automobili, ormai definite dagli analisti “computer su ruote”. L’attuale presidente Eric Xu ha infatti annunciato, al Salone dell'auto di Shanghai all'inizio di quest'anno, accordi con tre case automobilistiche cinesi statali, tra cui BAIC Group, per fornire "Huawei Inside", un sistema operativo per veicoli intelligenti. Se è sempre più probabile la discesa in campo di Huawei nel settore delle auto elettriche (una versione ibrida della Seres SF5 è stata presentata a marchio Huawei), anche il suo riposizionamento verso l’automotive è indicativo di un dinamismo che sembra però mancare negli USA e in Europa, che per ora subiscono la carenza dei chip piuttosto passivamente avendo delegato la maggior parte della produzione a pochi grandi operatori orientali.
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