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La componentistica per auto in Italia è un settore in salute

16 ottobre 2018

Lo dice il bilancio del 2017 dell’Anfia, l'associazione di categoria, che ha registrato più assunti e ricavi.

La componentistica per auto in Italia è un settore in salute

NUMERI POSITIVI - Pochi altri settori industriali valgono in Italia quello dei componenti e delle lavorazioni per automobili, dove l'anno scorso erano impiegati oltre 156.000 addetti per un giro d'affari superiore a 46 miliardi di euro. È una buona notizia per tutto il paese che questo comparto sia in salute, come testimoniano i numeri dell'Osservatorio sulla Componentistica Italiana, uno studio messo a punto dall'Anfia (Associazione Nazionale Filiera Industria dell'Automobile) e dall'Università Cà Foscari di Venezia per misurare il “polso” a questo settore industriale, fondamentale per il nostro Paese non soltanto in termini di occupazione ma anche di prestigio e attrattiva verso l'estero. L'indagine è stata molto approfondita ed esaustiva, perché ha tenuto in considerazione 467 questionari ad altrettante società e ha esaminato i bilanci di tutte le 2.190 aziende che operano nel comparto delle automobili in Italia.

I NUMERI DELLA COMPONENTISTICA - Nel 2017, l’universo complessivo delle imprese in Italia conta 2.190 unità, con un fatturato generato dal mercato automotive di 46,5 miliardi di euro, in crescita del 6,9%; gli addetti sono 156.463 (+1,3% rispetto al 2016).

Le imprese della componentistica si possono dividere nelle seguenti categorie:

  • gli integratori di sistemi e i fornitori di moduli, ai vertici della catena di fornitura, con stabilimenti collocati in prossimità del costruttore 
  • gli specialisti “puri”, produttori di parti e componenti con un contenuto di innovazione tale da costituire un vantaggio competitivo, tra cui rientrano anche gli specialisti in telematica che si occupano di applicazioni legate all’infomobilità 
  • gli specialisti in motorsport che, partendo dalla preparazione di autovetture per le competizioni sportive, progettano e realizzano componenti o forniscono soluzioni adottate anche per le produzioni di serie 
  • gli specialisti in aftermarket, che realizzano parti e componenti che vendono direttamente sul mercato tramite una rete distributiva o consorzi di ricambisti. Possono avere rapporti di fornitura con le Case automobilistiche, ma esistono anche divisioni aftermarket delle stesse case produttrici i subfornitori, che producono parti e componenti standardizzati, secondo specifiche fornite dai clienti e facilmente replicabili dai competitor
  • i subfornitori specializzati nelle lavorazioni, che realizzano lavorazioni meccaniche quali tornitura, fresatura, laminatura a caldo e a freddo, stampaggio a caldo o a freddo, o trattamenti (galvanici, termici, verniciatura ecc.)
  • le attività di engineering e design (E&D), protagonisti nell’ideazione e nella progettazione di una vettura. In questo settore il Piemonte continua a mantenere un’elevata specializzazione: le imprese di questa categoria della fornitura rappresentano il 10,9% del totale a fronte del 6,7% registrato a livello nazionale. 


LA FCA FA DA TRAINO - I numeri del comparto sono ottimi anche in termini di esportazioni, stando all'indagine, perché nel 2017 hanno lasciato il nostro Paesi beni e servizi per 21 miliardi di euro (+6,0%). È positivo anche il saldo della bilancia commerciale, pari a 5,7 miliardi (+6%): ciò significa che le imprese italiane vendono all'estero più di quello che comprano. Il maggior numero di imprese del settore si trova in Piemonte, dove lavorano 762 società (il 35% del totale) e il giro d'affari rappresenta il 40% del totale italiano: nel 2017 è stato di 18,4 miliardi, il 6,5% in più rispetto a prima. Dallo studio è emerso inoltre che due imprese su tre hanno visto crescere nel 2017 il volume d'affari. Una spinta fondamentale al raggiungimento di questi obiettivi è arrivata dalla FCA, al miglior risultato economico da anni, che ha “trainato” le imprese del settore facendo aumentare la loro dipendenza: in media il 42% dei ricavi è arrivato grazie alla FCA, contro il 37% dell'anno prima. Ciò non è del tutto positivo, perché significa che le aziende italiane si legano ad un solo cliente (per quanto grande e solido). Le stime del comparto per il 2018 sono positive, come dimostra il buon +7,8% dei ricavi al 30 giugno.



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Ritratto di Giuliopedrali
16 ottobre 2018 - 15:05
Alla fine volenti o nolenti il settore automotive è sempre quello trainante per un paese, anche se a me piacerebbe fossimo passati ad altro. E qui si sta passando ad altro per quanto riguarda FCA, ma non si sa a cosa...
Ritratto di Claus90
16 ottobre 2018 - 17:49
Meno male che Magneti Marelli è un eccellenza italiana fa lavorare molti in Italia e che possiede una fetta cospicua di mercato internazionale.
Ritratto di impala
17 ottobre 2018 - 23:21
quoto ... se fa lavorare tanti Italiani allora avanti cosi, e speriamo bene per il futuro, sopratutto per Fca che tira avanti tutta questa economia