LIMITARE I DANNI - L’industria automobilistica tedesca è riconosciuta in tutto il mondo come massimo esempio di innovazione e alta qualità. Possedere un’auto tedesca rappresenta uno status symbol e le case automobilistiche trainano l’economia del paese, contribuendo per circa il 5% del PIL e dando lavoro a oltre 770.000 persone. Tuttavia le cose non stanno andando come previsto e le big tedesche Mercedes, BMW e Volkswagen hanno dovuto rivedere verso il basso le loro stime economiche per il 2024, con conseguenze piuttosto pesanti in borsa. La Volkswagen ha addirittura paventato la possibilità di chiudere uno stabilimento in Germania, dichiarando “abbiamo uno a due anni per salvarci” (qui la notizia). Si dice che quando l’industria automobilistica tedesca ha la tosse, la Germania ha la febbre: cos’ha fatto ammalare un gigante che sembrava così in salute?
LA QUESTIONE CINESE - Naturalmente non si può ricondurre tutto a un solo evento, ma a un insieme di fattori che hanno minato le basi del settore automobilistico tedesco. Prima di tutto si assiste a una generalizzata contrazione del mercato europeo: rispetto al 2019 oggi si vendono due milioni di auto in meno.
Poi c’è la Cina che fino a pochi anni fa era il primo mercato di esportazione per i costruttori tedeschi. Un paese nel quale le case straniere contavano per più del 50% delle vendite. Oggi sono intorno al 30%, una perdita importante che è andata a favore dei costruttori locali: i cinesi comprano sempre più auto cinesi. Chi ne ha fatto maggiormente le spese sono stati i costruttori tedeschi, che non sono riusciti a intercettare la forte espansione del mercato avvenuta negli ultimi 5-10 anni. Inoltre la Cina ha puntato molto sulle nuove tecnologie e sull’auto elettrica generosamente finanziata con sussidi statali e facendo sistema nel creare una catena del valore che va dalle batterie al software. Ciò ha portato i costruttori cinesi a guadagnare un vantaggio in termini tecnologici: in poche parole le auto elettriche cinesi sono più avanzate e, sopratutto, costano molto meno.
LA GEOPOLITICA - C’è poi un importante motivo geopolitico, strettamente legato alla guerra tra Russia e Ucraina e alle sanzioni che i paesi occidentali hanno riservato a Mosca, ma che hanno avuto forti ripercussioni soprattutto sulla stessa Germania. La produzione automobilistica tedesca basava molta della sua competitività proprio sulla disponibilità di energia a basso costo garantita dal gas russo. Il basso prezzo dell’energia bilanciava il prezzo maggiore per la manodopera. Una volta chiusi i rubinetti del gas proveniente dalla Russia, le bollette energetiche sono schizzate verso l’alto, facendo abbassare i profitti. Se ciò non bastasse, le tensioni commerciali tra Unione Europea e Cina potrebbero pesare molto sui costruttori tedeschi, perché il mercato cinese potrebbe ulteriormente chiudersi se le autorità locali decidessero di rispondere in qualche modo ai dazi voluti dall’Unione Europea sulle auto elettriche che provengono dalla Repubblica Popolare.