RIVENDICA - L’Italia resterà centrale per Stellantis. A ribadirlo, ancora una volta, è il presidente e ceo ad interim del gruppo John Elkan (nella foto sopra) nel corso dell’audizione in commissione attività produttive della Camera, che ha voluto anche sottolineare quanto anche l’azienda da lui guidata sia importante per il nostro Paese: “Senza di noi l'auto in Italia sarebbe scomparsa da tempo”. E citando uno studio della Luiss che mostra come per ogni euro di valore creato da Stellantis ne siano stati generati 9 per il resto dell’economia, Elkann si augura che il bilancio tra il dare e l’avere tra lo Stato e l’azienda non sia più un tema divisivo, “ma un’opportunità per continuare questo percorso virtuoso insieme”. Il presidente di Stellantis non nega le difficoltà del recente passato, ma rimanda al mittente le spinte alla conversione di certi impianti alla produzione di armi: “Il futuro dell’auto non è l’industria bellica”.
DAL 2026 PRODUZIONE IN AUMENTO - Poi aggiunge: “il 2025 - come abbiamo detto con chiarezza già al tavolo del MIMIT - sarà un altro anno difficile: il mercato Italia nei primi due mesi è in contrazione del 7% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno; dal 2026 si prevede un aumento della produzione grazie al lancio di 10 nuovi aggiornamenti di prodotto nelle fabbriche italiane i cui livelli produttivi dipenderanno dal mercato e da fattori esterni come i dazi.
PIANO ITALIA CONFERMATO - Elkann ribadisce con orgoglio la capacità prima della Fiat, “20 anni fa lottavamo per la sopravvivenza”, e poi di Stellantis, “oggi siamo tra i primi costruttori al modo”, di proseguire un’azienda nata alla fine del 1899: “Non è un fatto scontato, considerato che meno dell’1% delle aziende fondate all’inizio del Novecento risultano ancora in vita”. Confermata la validità del piano Italia firmato lo scorso dicembre con il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso (qui per saperne di più), ma non fa chiarezza a proposito della gigafactory per le batterie a Termoli: “Stellantis è socio di minoranza di Acc, la quale sta valutando la realizzazione della gigafactory a Termoli in base al mercato e dei fattori di competitività”, spiega Elkann.
OCCHIO AI DAZI - Ad accompagnare il presidente di Stellantis in audizione c’erano anche il responsabile del gruppo in Europa Jean-Philippe Imparato e Santo Ficili, amministratore delegato di Alfa Romeo e Maserati. Proprio sul futuro del marchio del tridente sono recentemente sorti alcuni dubbi, con diverse voci che ipotizzano un probabile taglio dal portafoglio dell’azienda. Elkann ribadisce: “Stiamo lavorando al futuro della Maserati, che è indissolubilmente legato all’Italia, a Modena e alla Motor Valley. L’Alfa Romeo e la Maserati, come tutti i marchi legati alle esportazioni, dovranno tenere conto della politica dei dazi che saranno applicati”. Ma perché è così complicato produrre auto in Italia? A rispondere questa volta è Jean-Philippe Imparato: “Fare un macchina in Spagna costa 516 euro, farla in Italia costa 1.414 euro. Questo a causa del costo dell’energia”.
QUI il testo completo dell’intervento di John Elkann del 19 marzo 2025.