UN COMMENTO INASPETTATO - “La Hyundai è fantastica”. Lo ha ammesso in un'intervista all'agenzia americana Associated Press, Takanobu Ito, l'amministratore delegato della Honda. Il numero uno della Casa giapponese si è detto intimorito dal Costruttore sud coreano, perché “produce prodotti a un prezzo concorrenziale e con una qualità che sta migliorando sempre di più”.
COME LA SAMSUNG - È d'accordo anche il vice-presidente della Nissan, Shiro Nakamura, che, intervistato dall'AP, ha comparato la crescita della Hyundai a quella della Samsung Electronics che, nell'elettronica di consumo, è arrivata a combattere ad armi pari con un gigante nipponico come la Sony. “Le auto della Hyundai, si stanno facendo una buona reputazione in termini di affidabilità e qualità”, ha detto.
OFFRIRE QUALCOSA DI MEGLIO - Secondo Nakamura ci vorranno almeno una decina d'anni prima che le auto cinesi possano competere con quelle giapponesi, ma per la Hyundai il discorso è diverso. “La Casa sud coreana rappresenta la minaccia più grande per i Costruttori giapponesi”, ha sottolineato il numero uno di Nissan. “Hanno la nostra stessa tecnologia e una manodopera più economica. In contrapposizione, noi giapponesi, dobbiamo essere in grado di offrire la ricercatezza stilistica tipica delle Case europee”, ha detto Nakamura.
TOYOTA IN CRISI - Se da un lato la Hyundai (che comprende anche la Kia) ha raggiunto il cinque percento del mercato globale, dall'altro il più grande Gruppo automobilistico mondiale, la Toyota, ha reso noto che sta fronteggiando una crisi che non si può ricondurre solo all'attuale congiuntura economica negativa.
ALLA RICERCA DELLA SALVEZZA - Secondo il sito autonews.com, Toyota starebbe “cercando una qualche forma di salvezza dalla crisi”. Se fino al 2007 la Casa giapponese vendeva circa 9,37 milioni di auto l'anno, ora si aspetta di chiudere il 2009 con 7,3 milioni di unità, ancora meno rispetto al calo già subito nel 2008 (che ha fatto segnare 8,9 milioni di vetture).
Per il numero uno di Toyota, Akio Toyoda, “l'azienda è diventata troppo grande e distante dai suoi clienti” e il cambio sfavorevole tra yen e dollaro non ha aiutato. Inoltre, a pesare ulteriormente sui bilanci del gigante nipponico ci ha pensato anche il maxi richiamo di 3,8 milioni di veicoli Toyota e Lexus negli Usa.