QUATTRO CHIACCHIERE - Armato di tuta, casco e guanti, sabato scorso è sceso in pista al Nürburgring, dove ha guidato per la prima volta in gara una Opel Astra Cup nella terza tappa della Nürburgring Endurance Series. Rientro a Torino nel cuore della notte e sveglia presto, giusto il tempo di infilare polo e felpa del team di Formula 1 e mettersi in macchina verso i paddock dell’autodromo di Monza. Dall’inferno verde del Ring al Tempio della Velocità in meno di ventiquattr’ore: era impossibile, per Jean-Philippe Imparato (nella foto sopra), mancare alla grande festa per i 60 anni dalla fondazione dell’Autodelta (qui per saperne di più) e il 100º anniversario del Quadrifoglio (qui il racconto della giornata). Abbiamo incontrato l’amministratore delegato dell’Alfa Romeo, e non ci siamo fatti sfuggire l’occasione di fargli qualche domanda per approfondire il futuro del marchio di cui ha preso le redini due anni fa.
LA BABY-SUV - “Nel 2020 perdevamo soldi, nel 2021 siamo tornati a fare utili, nel 2022 li abbiamo raddoppiati, nel primo trimestre di quest’anno abbiamo aumentato le consegne del 50%. E a Pomigliano siamo tornati a lavorare su due turni”. Il manager francese di origini italiane snocciola d’un fiato i primi, importanti segnali di risveglio della casa milanese, che da qui al 2028 prevede di lanciare un nuovo modello all’anno. Il primo, in ordine d’arrivo, sarà la baby-suv, che Imparato non ha esitato a definire una “game-changer”. Tradotto, significa una macchina che dovrà essere in grado d’imprimere una svolta decisiva al futuro dell’Alfa Romeo: “Lo sviluppo sta procedendo molto bene - racconta Imparato -, ci prepariamo a entrare in un settore che rappresenta il 30% del mercato europeo con quella che sarà la nostra prima auto anche al 100% elettrica”.
L’ALFA SARÀ PREMIUM, MA ANCHE PER TUTTI - Accanto alla versione alla spina della baby-suv ce ne sarà una mossa da un motore a benzina “tecnologicamente un po’ più avanzato” rispetto a quello, solo a benzina, della Jeep Avenger, dove quell’“un po’ più” lascia intendere che si tratterà di una ibrida leggera. Magari anche in abbinamento a un cambio automatico, non disponibile sulla cugina americana. Il nome? Si saprà solo a settembre, “ma di sicuro non sarà Brennero, come ho letto in giro finora”, garantisce Imparato, che con la nuova crossover andrà incontro alle richieste di “tutti quei clienti che mi chiedono da tempo: quando farete una nuova MiTo o una nuova Giulietta? Essere premium è l’unica scelta possibile per l’Alfa, ma non ci dimentichiamo che una delle nostre firme storiche è ‘bellezza per tutti’”. La nuova piccola suv dell’Alfa Romeo, quindi, sarà un’auto dai costi abbordabili, “ma inconfondibilmente Alfa, e grazie a una taratura delle sospensioni più sportiva” rispetto a quella della baby-Jeep “si guiderà come un’Alfa”, assicura Imparato.
L’ELETTRICO? UN PROBLEMA DI COSTI E DI RETE… - Sulla quota di elettriche stimata nel mix di gamma della nuova B-suv, che dovrebbe essere disponibile intorno alla metà del 2024, il manager transalpino non si sbilancia, allargando il perimetro di una questione, quella della mobilità a corrente in Italia, che riserva ancora parecchie incognite: “Non lo so, non posso dare una risposta su questo. L’elettrico non è un problema dei costruttori, è un problema di infrastrutture di ricarica. Se mancano le colonnine siamo costretti a fare batterie da 120 kWh per garantire grandi percorrenze, ma questo significa costi alti. La soluzione vera è una sola: batterie meno capienti, ma serve una rete adeguata, che consenta di fare il pieno di corrente in 18 minuti, il tempo di una pausa caffè all’autogrill”.
E GLI E-FUEL? - Potrebbero essere, se non un’alternativa all’elettrico, almeno una soluzione per garantire la sopravvivenza dei motori a scoppio di futura generazione? Secondo Imparato si tratta di una pura illusione: “Se mi chiedete quante auto domani saranno alimentate da carburanti sintetici vi rispondo lo 0 virgola. L’argomento è affascinante, perché sulla carta promettono di abbassare le emissioni inquinanti prodotte dal parco circolante attuale, ma chi, a parte chi guida una Porsche o una Ferrari, potrà pagare gli e-fuel cinque euro al litro, nella migliore delle ipotesi? Perciò no, non sono un’alternativa di massa all’elettrico”.
EURO 7, UN VERO GUAIO - La strada dell’elettrificazione, insomma, è tracciata. E nulla lascia pensare che se ne potrà costruire una parallela sulla quale le auto tradizionali di nuova progettazione potranno continuare a correre accanto a quelle a batteria ancora per molto. Il colpo del ko, per il motore a combustione, potrebbe arrivare con la nuova normativa Euro 7, che entrerà in vigore per auto e furgoni nel 2025: “Mancano meno di due anni e ancora non sappiamo cosa contiene - allarga le braccia Imparato -. Ed è un problema enorme, perché Stellantis ha 75 modelli in stand-by e i nostri ingegneri e i nostri operai non sanno cosa fare. La mancanza di pianificazione è totale, eppure in Europa il settore dell’auto dà da mangiare a 12 milioni di persone”.
COME SARANNO LE ALFA ALLA SPINA? - In mancanza di alternative reali, quindi, piede a tavoletta sull’elettrico. Ma senza dimenticare l’eredità spirituale del marchio Alfa Romeo: “Con i motori a corrente i cavalli sotto il cofano, ovviamente, li avranno tutti - chiosa Imparato -. Noi per fare la differenza punteremo sulle grandi potenze, certo, ma investiremo la maggior parte delle nostre energie e delle nostre risorse sul software. Penso a un assistente di guida come quello dei videogiochi, per esempio, che proietta una ghost car da seguire per essere più veloci in pista. Insomma, puntiamo a offrire una guida che sia il più efficace e divertente possibile”.
FARANNO RUMORE? - E della voce dei motori, che ne sarà? Sull’argomento, Imparato è perentorio: “Non è una cosa sulla quale intendiamo giocare. Tecnicamente, con un generatore di suono, siamo in grado di riprodurne di mitici, come il rombo del bialbero, del V6 Busso o del boxer dell’Alfasud. Ma su questo voglio sentire gli appassionati, i clienti. Non vorrei mai che un rumore fake, su un’Alfa elettrica, suonasse come una presa in giro”.
LA SUPERCAR E L’IDEA DI UNA COUPÉ SPORTIVA - Ultimo filo pendente da riannodare, la tanto chiacchierata e attesissima supercar: “Decidiamo domani (oggi, ndr) se farla o no - chiosa Imparato -, ma se la faremo, allora le abbiamo già vendute tutte”. A proposito di modelli sportivi, il manager francese non esclude neppure un ritorno dell’Alfa Romeo nel settore delle coupé di fascia alta. “Mi piacerebbe molto, e l’intenzione c’è”, ha detto Imparato, lasciando intendere che tutto dipenderà dal ritorno degli investimenti sui modelli futuri già approvati.