ITALIA AL CENTRO - Fra una settimana, il 17 dicembre 2024, il ministro dell’Industria e del Made in Italy Adolfo Urso incontrerà il responsabile per l’Europa di Stellantis Jean-Philippe Imparato (nelle foto) per avere un confronto sull’attuale crisi che sta colpendo il mondo dell’auto in generale e la stessa Stellantis in particolare. Alcune tematiche dell’incontro sono state anticipate dallo stesso Imparato nel corso di un’intervista andata in onda ieri sera nel programma Rai “XXI Secolo” (qui sotto il video dell'intervento). Tema caldo è il futuro di Stellantis in Italia, sul quale il manager ha rassicurato tutti: “L’Italia è al centro della strategia di Stellantis”, ha detto Imparato, che ha promesso di fornire al ministro un piano industriale per ogni fabbrica presente sul nostro territorio. “Non voglio fare promesse che non siano mantenute: se dico qualcosa al tavolo del 17 sarà pronto e basato su cose concrete”, sia per quanto riguarda nuovi modelli, che motori in arrivo e impianti industriali. Anzi, in base a quanto detto da Imparato, l’Italia diventerà il secondo paese europeo a livello di stabilimenti entro il 2029: “Non chiudo nessuno, ognuno avrà un piano prodotto”.
NON SI ABBANDONA TORINO, ANZI - E agli operai, in particolare quelli di Mirafiori che da ormai parecchi mesi vedono susseguirsi continui periodi di cassa integrazione, il responsabile europeo di Stellantis chiede di guardare al futuro con positività: “Mirafiori è vivo e sarà sviluppato. Mirafiori significa Fiat 500 ed entro alcuni mesi ci sarà l’ibrido”. Imparato dà anche delle tempistiche per l’inizio della produzione della 500 ibrida, “novembre 2025”, e assicura che a regime si arriverà a produrre 100.000 veicoli all’anno. Ma Mirafiori non sarà solamente Fiat 500: nel torinese è anche stata spostata la divisione dei veicoli commerciali. Imparato stesso ha come base lavorativa Torino: “È un segnale di tutto ciò che facciamo nella città”.
INCERTEZZE SUL FUTURO - Ma da dove arriva la crisi che sta colpendo il settore automobilistico? Secondo il manager di Stellantis tutto è riconducibile a un’incertezza che i clienti sentono nel momento di dover cambiare la propria auto: “La situazione globale economica non è buona e la gente si chiede se deve cambiare la macchina adesso. E devo prenderla elettrica, ibrida o termica. Inoltre abbiamo un clima in cui si dice che la mobilità individuale sta per cambiare”, ha spiegato Imparato. Non aiutano i paletti imposti dalla politica: “Entro 4 settimane dobbiamo vendere il 20% di auto elettriche: oggi siamo al 12%. C’è un salto da fare e la gente non capisce”. Del resto produrre un’auto elettrica costa di più rispetto a una tradizionale e “il cliente normale non vuole raddoppiare il prezzo della macchina perché si è messo l’elettrico” e per questo Imparato chiede “a chi può di fare qualcosa per aiutare il settore”, per muoversi rapidamente verso una condizione in cui le auto a batteria rappresenteranno la totalità delle auto vendute.
SISTEMA ITALIA - Per affrontare la crescente concorrenza cinese “è necessario essere competitivi velocemente ed essere tutti uniti”, in modo da tendere la transizione il più leggera possibile. Per farlo, Imparato tende la mano al sistema italiano dell’automobile: “In Italia ci sono ditte fantastiche, se ce la giochiamo bene tra la forza di Stellantis e la componentistica possiamo inventarci un alleanza per far diventare la transizione elettrica non un incubo ma un’opportunità. Lo possiamo fare e lo diremo al ministro anche la settimana prossima”.