OBIETTIVI LONTANI - Non è passato molto tempo da quando il Ministro dello sviluppo economico Adolfo Urso dichiarava di voler portare a un milione la produzione di auto in Italia. Dichiarazioni che non sono state suffragate dai fatti, con la produzione in caduta libera (da gennaio a settembre 2024 sono stati prodotti 387.600 veicoli, in calo del 31,7%, qui per saperne di più).
L'ANFIA DENUNCIA I TAGLI - Ma le già fitte nubi attorno al mondo dell’auto italiano sembrano destinate ad addensarsi ancora di più a causa del taglio di 4,6 miliardi del fondo automotive previsto nel disegno di legge della Manovra per il 2025 giunto alla Camera la scorsa settimana. Il fondo destinato al settore dell’auto, inizialmente di 8,7 miliardi, è stato istituito dal Governo Draghi nel 2022, con una dote prevista per gli incentivi auto e le restanti risorse a sostegno del settore per attuare la transizione energetica in atto. Come sostiene l’Anfia, l’associazione di Confindustria che riunisce le imprese dell’automotive, tessuto imprenditoriale da 270.000 addetti diretti e 100 miliardi di fatturato, ad oggi le aziende del settore hanno usufruito di pochissime risorse, corrispondenti a 350 milioni. Mentre in origine la volontà era quella di impiegare per la filiera un miliardo l'anno dal 2025 al 2030.
TUTTI MOLTO PREOCCUPATI - Grossa preoccupazione per il taglio delle risorse anche da parte dei sindacati che hanno chiesto una convocazione ufficiale da parte della Presidenza del Consiglio prevista il prossimo 4 novembre, con la partecipazione delle segreterie di Fim, Fiom e Uilm, oltre che dei vertici di Stellantis e delle aziende operanti nella componentistica.