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La Legge di Bilancio per il 2025 taglia il fondo automotive di 4,6 miliardi

Pubblicato 29 ottobre 2024

L’Anfia denuncia il definanziamento, che andrà a colpire soprattutto i produttori di componentistica.

La Legge di Bilancio per il 2025 taglia il fondo automotive di 4,6 miliardi

OBIETTIVI LONTANI - Non è passato molto tempo da quando il Ministro dello sviluppo economico Adolfo Urso dichiarava di voler portare a un milione la produzione di auto in Italia. Dichiarazioni che non sono state suffragate dai fatti, con la produzione in caduta libera (da gennaio a settembre 2024 sono stati prodotti 387.600 veicoli, in calo del 31,7%, qui per saperne di più).

L'ANFIA DENUNCIA I TAGLI - Ma le già fitte nubi attorno al mondo dell’auto italiano sembrano destinate ad addensarsi ancora di più a causa del taglio di 4,6 miliardi del fondo automotive previsto nel disegno di legge della Manovra per il 2025 giunto alla Camera la scorsa settimana. Il fondo destinato al settore dell’auto, inizialmente di 8,7 miliardi, è stato istituito dal Governo Draghi nel 2022, con una dote prevista per gli incentivi auto e le restanti risorse a sostegno del settore per attuare la transizione energetica in atto. Come sostiene l’Anfia, l’associazione di Confindustria che riunisce le imprese dell’automotive, tessuto imprenditoriale da 270.000 addetti diretti e 100 miliardi di fatturato, ad oggi le aziende del settore hanno usufruito di pochissime risorse, corrispondenti a 350 milioni. Mentre in origine la volontà era quella di impiegare per la filiera un miliardo l'anno dal 2025 al 2030.

TUTTI MOLTO PREOCCUPATI - Grossa preoccupazione per il taglio delle risorse anche da parte dei sindacati che hanno chiesto una convocazione ufficiale da parte della Presidenza del Consiglio prevista il prossimo 4 novembre, con la partecipazione delle segreterie di Fim, Fiom e Uilm, oltre che dei vertici di Stellantis e delle aziende operanti nella componentistica.



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Ritratto di Quello la
29 ottobre 2024 - 10:15
Quando si parla di incentivi io sono sempre sfavorevole, anche se a vantaggio del consumatore. Fugurarsi se a vantaggio del produttore. Poi, però, ci si trova di fronte a situazioni nelle quali a rimetterci sono i componentisti (si chiamano così? Boh) e gli operai (sempre che quanto denunciato dall'associazione di categoria - come tale è di parte - sia vero). E quindi mi chiedo se, alla fine, l'alternativa sia quella di continuare a foraggiare l'impresa o il libero, ma proprio libero mercato. Immagino ci sia una via di mezzo. PS Pare, in ogni caso, che vi sia quasi qualcosa di personale che contrappone governo Vs. Elkann e, di conseguenza, Stellantis in Italia. Spero non sia vero.
Ritratto di Volpe bianca
29 ottobre 2024 - 15:06
Carissimo Quello la, t1rare in ballo gli operai è una scusa ridicola, il solito ricatto. Non si può continuare a dare, ricevendo in cambio solo premesse non mantenute. Stellantis vuole chiudere in Italia, fregandosi però i marchi italiani, l'obbiettivo è quello. Se dai 100, chiedono 150. Se dai 150 chiedono 200. Se poni un limite minacciano licenziamenti, fanno i soliti discorsi sulla pochissima convenienza di produrre in Italia, è un ricatto continuo inaccettabile. Meglio azzerare tutto piuttosto che farsi fregare così.
Ritratto di Volpe bianca
29 ottobre 2024 - 15:08
*l'obiettivo
Ritratto di andrea10
29 ottobre 2024 - 17:46
Esatto
Ritratto di Quello Li
29 ottobre 2024 - 10:35
NO PROBLEM, GIOGGIA E IL MINISTRO ORSO STANNO CONTRATTANDO CON DONGFENG E CI SARANNO MILIONI DI POSTI DI LAVORO
Ritratto di Beppe_90
29 ottobre 2024 - 22:40
Quello lì il problema è europeo non solo in Italia.. non vedi che sembrano si siano messi d’accordo tutti quanti per far chiudere?
Ritratto di GG64
30 ottobre 2024 - 05:19
MILIONI DI POSTI DI LAVORO...si, ma in Cina. Qui il segno davanti è -"MILIONI DI POSTI DI LAVORO"
Ritratto di nialex
30 ottobre 2024 - 10:00
si si, meno male che c'è lei. Come tutti gli accordi di italiani. Ci saranno un sacco di milioni prelevati dalle casse degli Italiani e posti di lavoro immaginari
Ritratto di AutoIzio
30 ottobre 2024 - 11:10
sisi, sicuro, infatti la Cina ha chiesto all'azienda di lasciare immediatamente l'italia!!! nessun aiuto all'europa. eheheh
Ritratto di Laf1974
29 ottobre 2024 - 11:01
Gli incentivi agli acquisti spostano solo il problema senza risolverlo.
Ritratto di Puppamelo
29 ottobre 2024 - 11:02
Si ma mettere gli incentivi su queste auto sovrapprezzate con tecnologie difficili etc etc significa buttare via soldi a favore di chi ? sostanzialmente nella maggior parte dei casi a favori di chi gli incentivi non ne ha bisogno ....tanto il popolino quelle auto con quei prezzi esosi di partenza, anche se scontati con gli incentivi, non le acquisterà MAI perchè non può spendere quelle cifre per un auto ....semplicemente perchè se no non mangia, non paga le bollette, non paga il mutuo. Un conto è se fai l'incentivo su (faccio un esempio) una panda a benzina (ma sarebbe uguale se fosse elettrica) che da 10k ti và a 6k e allora avresti una spinta.....perchè è inutile girarci intorno ma oggi ci vogliono auto di segmento B e C che costano dalle 7 alle 20 se vuoi far ripartire il mercato ....se no parliamo di aria fritta .....chi può spendere 30/40/50k in una auto li può spendere a prescindere dagli incentivi ...poi se spende meno è più felice ma questo è un'altro discorso ...non è certo quello il motivo per cui non acquista l'auto. Insomma il motivo principale della crisi dell'auto è prima di tutto i prezzi spropositati, poi ci sono le scelte scellerate di puntare su un cambiamento repentino senza dare il tempo che le tecnologie e l'indotto fossero pronte ...se volevi fare un cambiamento green avresti dovuto fare un salto graduale intanto iniziando a migliorare il parco auto esistente facendo passare le auto euro 0/1/2/3/4 all'euro 6 e quindi già abbattevi le emissioni poi nel contempo che le tecnologie dell'elettrico full miglioravano piano piano iniziavi a incentivare quella strada partendo prima di tutto dalle microcar da city ...oggi invece si cerca di incentivare dei pastrocchi messi su macchine giganti che sono un misto di scelte scellerate sia elettriche che termiche che di dimensioni
Ritratto di Laf1974
29 ottobre 2024 - 12:09
Non fa una piega.
Ritratto di giocchan
29 ottobre 2024 - 12:44
Qui è un po' diverso, si tratta di incentivi alle imprese che fabbricano componenti, non incentivi all'acquisto di automobili finite meno inquinanti (che sia da parte di privati o di aziende). L'idea è: aiuto le imprese ad aggiornarsi (questo è un periodo di drastici cambiamenti - anche nelle sole auto termiche!), così non va completamente per aria il settore automotive in Italia con gli annessi posti di lavoro. Noi vediamo le "malefatte" di Stellantis, ma ci sono tante aziende italiane che fabbricano componenti anche per marchi stranieri e che creano decine di migliaia di posti di lavoro. Alle fine, è il solito vecchio problema della de-industrializzazione in Italia... se limitarlo (con l'intervento dello stato) o lasciare che muoia di morte naturale (a favore di posti dove energia e manodopera costano meno).
Ritratto di Puppamelo
29 ottobre 2024 - 14:57
...si anche questo è vero ma rimane comuqnue la questione sopra
Ritratto di FollowMe
29 ottobre 2024 - 11:16
E' ora che questi falsi "imprenditori" finiscano nella melma. In tanti altri settori produttivi gli Imprenditori (quelli con la "I" maiuscola) affrontano il rischio dell'impresa con i propri capitali e non piangono continuamente per avere aiutini di stato e non ricattano minacciando licenziamenti.
Ritratto di Tistiro
29 ottobre 2024 - 12:38
+1
Ritratto di Volpe bianca
29 ottobre 2024 - 12:43
+2
Ritratto di GG64
30 ottobre 2024 - 05:20
Rischio d'impresa non è una pratica in italietta
Ritratto di FollowMe
29 ottobre 2024 - 11:17
Tanto alla fine della giostra, incentivi o no, saranno sempre i lavoratori a prenderlo nel sottocoda
Ritratto di Trattoretto
29 ottobre 2024 - 11:31
Se per lavoratori intendi i dipendenti, il loro stipendio ce l'hanno garantito. Che si prendessero la P. IVA per capire veramente cosa vuol dire perdere soldi.
Ritratto di giocchan
29 ottobre 2024 - 12:47
Se un'azienda è obbligata a fare tagli al personale, il loro stipendio potrebbe tranquillamente saltare. Se l'azienda fallisce, il loro stipendio salta sicuramente. Che poi chi ha la P.IVA abbia questo problema x100 non ci piove... ma quello è un'altro discorso (per esempio, spesso in Italia si abusa della P.IVA per posti di lavoro che di fatto sono posti di lavoro subordinato... è una specie di evoluzione - in negativo - dei contratti co.co.pro, poi diventati "a progetto").
Ritratto di Florestano
29 ottobre 2024 - 13:31
Ma quando mai... Nessun dipendente ha nulla di garantito. Non solo, sono sempre loro a pagare i tagli aziendali e a pagare tutte le tasse. Mica hanno la flat tax loro, né possono nascondere i redditi. Ma poi se è così conveniente perché non rinunciare alla partita iva per un contratto da dipendente..?
Ritratto di cava64
29 ottobre 2024 - 14:39
l' importante e' sempre la guerra tra poveri . E' li , che si capisce , che hanno vinto loro.
Ritratto di GG64
30 ottobre 2024 - 05:22
Però se hai p.iva e ti va bene e paghi 5% l'anno di tasse x 3 anni come forfettario nn ti lamenti mica...
Ritratto di Trattoretto
29 ottobre 2024 - 11:19
Non c'è trippa per gatti. Con l'interesse sul debito in aumento (vedi le emissioni di quest'anno dei vari BTP, BOT, CCT) + spesa pensioni in aumento + i 30 mld annui del 110% = da qualche parte dovevano pur tagliare.
Ritratto di Snom 320
29 ottobre 2024 - 11:24
guarda che i dati positivi sul Pil sono da attribuire al 110%. Praticamente questo governo ne incassa i benefici ma lo usa come scusa quando taglia i finanziamenti a sanità ed istruzione. In realtà questo governo ha buttato miliardi in progetti inutili. Vedi ponte sullo stretto e migranti in Albania.
Ritratto di Trattoretto
29 ottobre 2024 - 11:29
I benefici sul PIL del 110% sono già finiti l'anno scorso. Da quest'anno iniziano le grane, ossia i mancati gettiti.
Ritratto di Tistiro
29 ottobre 2024 - 12:42
Il 110% è un buco immane che ha regalato a qualcuno una ristrutturazione pagata però da tutti gli altri, con tagli dei servizi. Aggiungiamo che per le stesse ristrutturazioni sarebbero stati spesi un terzo dei soldi in condizioni normali e che una buona fetta di 110% se n'è andato in frodi e buttane. Non lo prenderei come buon esempio di uso di fondi pubblici.
Ritratto di cava64
29 ottobre 2024 - 14:37
bravo , bravo , cambia discorso per non parlare dei cialtroni , incapaci e rancorosi , che ci governano ora . bravo , hai imparato bene il metodo .
Ritratto di Tistiro
29 ottobre 2024 - 17:35
Non ho cambiato discorso, l argomento era il 110%. Se hai qualcosa di meglio da dire fai pure.
Ritratto di Sherburn
30 ottobre 2024 - 12:26
una sintesi perfetta!! Da mettere su wikipedia alla voce "110%"
Ritratto di Puppamelo
29 ottobre 2024 - 17:34
questo governo ha buttato via soldi come lo hanno fatto tutti i governi precedenti ad esclusione di quelli tecnici (gli unici affidabili) che però non vociano e non fanno promesse o annunci da mercante e quindi non piacciono al popolino e servono solo per rimettere a posto un pò le cose salvo poi allo stesso tempo essere usati come paralume e accusati per ritornare in sella sulle poltrone
Ritratto di GG64
30 ottobre 2024 - 05:23
Vero al 200% ....w la propaganda
Ritratto di Snom 320
29 ottobre 2024 - 11:21
ma la meloni non doveva eliminare le accise sui carburanti?
Ritratto di giocchan
29 ottobre 2024 - 12:48
La domanda è: prima o dopo le elezioni? :D
Ritratto di Puppamelo
29 ottobre 2024 - 17:38
sarò un sentimentale ma l'unico che le sparava grosse ma che almeno faceva ridere era il Cavaliere cribbbio
Ritratto di Sherburn
30 ottobre 2024 - 12:28
Che come diceva Crozza, immagina i servizi che dall'intercettare le telefonate di Silvio, si sono trovati a intercettare quelle di Monti... sai che shock.
Ritratto di GG64
30 ottobre 2024 - 05:24
Cosa?.....non sento
Ritratto di Sdraio
29 ottobre 2024 - 12:05
che i soldi vadano nel settore bellico mi fa schifo... perà finalmente... così per rimanere in piedi le aziende saranno obbligate a produrre vetture che si vendono... e non quelle nerde elettriche...
Ritratto di Alvolantino
29 ottobre 2024 - 12:16
Molto bene, possono essere investiti come eco incentivi sulle auto elettriche che sono finiti subito! Questo a dimostrazione del grande interesse al giusto prezzo ⚡
Ritratto di Luxior
29 ottobre 2024 - 13:34
Per nessuno! Che i soldi vadano per la Sanità, scuola e sicurezza.
Ritratto di Tistiro
29 ottobre 2024 - 17:36
+1
Ritratto di GG64
30 ottobre 2024 - 05:25
L'unico che andrebbe investito sei ..
Ritratto di Volpe bianca
29 ottobre 2024 - 12:43
Che sia la volta buona che finiscano gli incentivi.
Ritratto di Tistiro
29 ottobre 2024 - 17:37
+7000⁴
Ritratto di Luxior
29 ottobre 2024 - 13:34
Io sono favorevole all'eliminazione degli incentivi, le case europee, negli ultimi anni, hanno aumentato in modo spropositato il listino delle auto grazie anche a questi incentivi a fondo perduto. Si devono reggere sulle proprie gambe se vogliono rimanere competitivi sul mercato. Forse è la volta buona che scenderanno i prezzi.
Ritratto di Mbutu
29 ottobre 2024 - 13:39
I cialtroni avevano detto che il comparto avrebbe perso decine di migliaia di posti di lavoro e si stanno impegnando a fondo perché accada. Tra l'altro sarebbe l'unica promessa che sono riusciti a mantenere.
Ritratto di Volpe bianca
29 ottobre 2024 - 14:29
Non utilizzo nemmeno il bonus Ponkio, sarebbe sprecato per questo commento. Il vecchio compagno Mbutu, purtroppo, non si smentisce mai. Era meglio continuare a regalare soldi a Stellantis, a buttare soldi per gli incentivi, chiaro. Per sperperare il denaro pubblico siete sempre i numeri uno, imbattibili.
Ritratto di otttoz
29 ottobre 2024 - 14:00
governo meloni
Ritratto di GG64
30 ottobre 2024 - 05:26
Prosciutto e Meloni
Ritratto di Byron59
29 ottobre 2024 - 14:02
Mi pare che in molti non abbiano letto la notizia. Nella finanziaria 2025 il fondo, che fu creato dal governo Draghi a partire dal 2022 - di otto e rotti miliardi ripartiti in cinque o sei anni -, è stato azzerato. Quindi niente incentivi per nessuno, produttori o consumatori, a partire dal 2025. Se non ricordo male a febbraio di quest'anno il ministro Urso lo aveva già preannunciato chiedendo a stellantis la ripartenza degli investimenti, mancando i quali gli incentivi non sarebbero stati riproposti. Il mancato investimento nella gigafactory di Termoli (con ottocento milioni di investimenti statali) ha, secondo me, fatto saltare il tavolo. Stellantis non vuole investire in italia, ma reclama incentivi, il governo - e dico giustamente pur non condividendo nulla di questo esecutivo - senza impegni precisi ha deciso di dirottare le risorse altrove. D'altra parte l'intenzione di stellantis di abbandonare il paese è evidente, non ci vuole un veggente per vederla. Solo chi è cieco e sordo può permettersi di non sentire e di non vedere quel che da anni accade in termini di disinvestimento, licenziamenti, prepensionamenti, cassa integrazione e nemmeno uno straccio di nuovo modello per gli stabilimenti della penisola. Il futuro sarà quindi piuttosto nero per il settore auto in questo paese. Caduti i veli stellantis non farà più finta di fare auto in italia. Smetterà e basta. Che la situazione fosse tesa, si era visto plasticamente nell'ultima seduta parlamentare in commissione a cui Tavares aveva partecipato. Due slide spacciate per piano industriale che l'ad si è rifiutato di far vedere persino da vicino a chi poneva la domanda sui piani industriali dell'azienda in italia. Siamo alle tragicomiche. Il paese perderà uno dei suoi settori trainanti a vantaggio della Francia, che in italia si è comportata né più né meno come si è comportata negli ultimi settecento anni di rapporti reciproci: depredando il Bel Paese. E mi pare ieri che De Gaulle pretendeva la Val d'Aosta da Eisenhower e avendo ricevuto un bel no si dimenticò di ritirarsi da Briga e Tenda, che oggi sono territorio francese. A mio parere, finché ci auto sottoporremo mosochisticamente a vincoli esterni sia di natura economico politico monetaria che militare (UE, BCE e NATO) non ne usciremo mai, ci estingueremo nel giro di un paio di generazioni. La Turchia, come l'Ungheria, hanno fiutato da un pezzo il pesce morto e stanno tentando di mettere il piede nell'altra staffa. Forse sarebbe pure ora che lo facesse l'italia, ad esempio mandando una delegazione alle riunioni dei BRICS, per vedere l'aria che tira dall'altra parte.
Ritratto di Volpe bianca
29 ottobre 2024 - 14:29
Concordo pienamente, ottimo commento.
Ritratto di Il Bavarese
29 ottobre 2024 - 14:57
Concordo anche io al 100%
Ritratto di Oxygenerator
29 ottobre 2024 - 15:50
Certo. Perché mai dovrebbero prenderci a calci nel kubo ? Siamo ricchi ? No. Siamo strategici ? No. Siamo vantaggiosi ? No. Siamo tecnologici ? No. Siamo un paese di forze giovani ? No. Abbiamo ricchezze nel sottosuolo ? No. A cosa gli serviamo ? Dovrebbero includerci e il nostro apporto a questa congrezione, sarebbe ?
Ritratto di Trattoretto
29 ottobre 2024 - 16:47
I BRICS sono sono solo il cartellone propagandistico di Putin e della sua cosca mafiosa che governa il Paese coi cessi in giardino. Non c'è un accordo, una regolamento commerciale che coinvolga i suoi membri. Tra di loro hanno meno accordi di quanti ne abbiano con le democrazie occidentali. Anzi spesso sono in perenne contenzioso tra loro. E basta vedere il verso dei flussi finanziari per capire che farsa siano i BRICS. Ossia, in parole povere, i soldi guadagnati vanno per la maggior parte dai BRICS ai Paesi occidentali, quasi mai in direzione opposta. Segnale che nessuno crede e si fida di quello che è poco più di un ritrovo al bar.
Ritratto di Byron59
29 ottobre 2024 - 19:02
I BRICS hanno il 45% del PIL mondiale e il 36% della popolazione. I G7 di avvicinano a questa cifra molto da lontano. Certo, le economie occidentali sono più integrate, ma il prezzo da pagare per l'Italia è una sovranità limitata molto più di qualsiasi paese BRICS. Finché gli USA continueranno ad assorbire la nostra produzione faremo finta che tutto vada bene. Ma in caso contrario andrà tutto gambe all' aria molto velocemente. E in ogni caso il declino, sul lungo periodo, pare una strada senza via d'uscita.
Ritratto di Puppamelo
29 ottobre 2024 - 17:42
Concordo ...ma diciamo che comunque la si metta siamo con le pezze al .... bisognerebbe solo capire se fare il salto del banco subito oppure continuare in questa discesa di impoverimento graduale
Ritratto di Blueyes
30 ottobre 2024 - 09:31
1
ovazione per byron59, hai scritto il commento più intelligente.
Ritratto di Sherburn
30 ottobre 2024 - 12:33
+1
Ritratto di cava64
29 ottobre 2024 - 14:34
Parole , parole , parole .....soltanto parole , parole del "menga". Falsi come giuda , predicano bene , razzolano male . Si fanno belli , sbandierando il loro falso impegno per aumentare la produzione in italia , poi, fanno di tutto , per fare la guerra all' unico produttore esistente in Italia . Pagliacci disastrosi e rancorosi , oltre che spaventosamente , incapaci .
Ritratto di Tistiro
29 ottobre 2024 - 17:40
C erano 600milioni a disposizioni per una fabbrica di batterie.... tavarello ha cambiato idea.
Ritratto di Tistiro
29 ottobre 2024 - 17:42
Dovrebbero forse chinarsi davanti a un chiagnone capace solo di spostare tutto fuori italia e chiedere incentivi per una 500e da 30mila euro incomprabile?
Ritratto di probus78
29 ottobre 2024 - 15:24
Il governo evita accanimento terapeutico semplicemente perchè soldi non ce ne sono e Stellantis è destinata a cadere. Fallirà prima in Italia ovviamente ma poi toccherà anche ai cugini d'oltralpe, inesorabilmente. Non vi era alcun dubbio che in mano a loro sarebbe tutto finito in v@cc@.
Ritratto di Mbutu
29 ottobre 2024 - 15:51
Consentimi, ma non possiamo fare finta che questi soldi fossero tutti solo per stellantis. Non c'era scritto da nessuna parte che si dovessero tramutare tutti in incentivi alla Panda finto ibrida. C'è tutta una galassia di imprese che con quei soldi potevano essere aiutate a riqualificarsi e rilanciarsi. Invece, ancora una volta, sti incapaci preferirebbero buttare il bambino con l'acqua sporca.
Ritratto di Volpe bianca
29 ottobre 2024 - 16:09
Una galassia di imprese... Prima le mandi sull'orlo del fallimento e poi dai loro i soldi per riqualificarsi?
Ritratto di Francesco Pinzi
29 ottobre 2024 - 16:58
Le galassie di imprese che sono rimaste se la caveranno come potranno, intanto cominciamo a non finanziare la Francia. Abbiamo già regalato marchi storici e fabbriche che stanno fallendo. I nostri soldi devono essere utili a finanziare cose, nostre, più basilari come scuole, ospedali, servizi vari. Siamo indietro su tutto.
Ritratto di Volpe bianca
29 ottobre 2024 - 17:08
Esattamente, concordo.
Ritratto di Mbutu
29 ottobre 2024 - 17:28
Francesco, ma per carità. Potrei dire che non li stanno usando neppure per quello ma andremmo fuori tema. E mi va benissimo di non finanziare i francesi; come ho detto non ho nessun problema se vengono tolti gli incentivi alla Panda hybrid. In compenso, in una fase di tensioni globali come questa, il "cavarsela come potranno" evidentemente non funziona. Ed infatti tutti gli Stati seri (all'interno dei perimetri concessi) cercano di far passare qualche "aiutino" per proteggere ed attirare investimenti. Qui non fanno nulla per abbassare il prezzo dell'energia, nulla per diminuire la burocrazia, nulla per sviluppare nuove filiere. Con la scusa di stellantis si imbertano fondi che potevano aiutare la parte sana dell'imprenditoria italiana. E poi si piange sui posti di lavoro persi. Ma di cosa stiamo parlando?
Ritratto di Volpe bianca
29 ottobre 2024 - 17:55
La parte sana dell'imprenditoria italiana non elemosina aiuti, si rimbocca le maniche a va avanti. Siete troppo abituati agli aiutini, al rdc, incentivi, bonus, regali vari. In tempo di covid la parte sana dell'imprenditoria, come la definisci tu, non voleva soldi, voleva lavorare.
Ritratto di probus78
29 ottobre 2024 - 23:38
@Volpe non possiamo negare che molti Paesi più grandi e potenti del nostro il dumping di Stato lo fanno per aiutare le proprie imprese a diventare dominanti. Per competere contro questi a volte l'olio di gomito non basta. Detto questo concordo però con Mbutu al 100% quando dice che non vale assolutamente la pena di aiutare chi ormai NON è da considerarsi più una impresa ITALIANA.
Ritratto di Volpe bianca
30 ottobre 2024 - 07:11
Probus certamente, ci mancherebbe, ma ne deve valere la pena. Dev'essere un investimento da parte dello Stato e ci sono tempi e modi adeguati. Se è una spinta alla competitività ok, se è un tenere in vita i cadaveri o incentivare gli approfittatori anche no. Chi continua a elemonisare aiuti non fa parte certamente dell'imprenditoria sana del nostro Paese, Stellantis non è una scusa, come scrive Mbutu, Stellantis è il problema principale. Se cade Stellantis cade anche tutto il resto, a catena. Poi sul fatto di aiutare aziende solo italiane siamo tutti d'accordo, ma cos'è rimasto ormai di italiano? Aiutiamo chi in cambio offre posti di lavoro e produttività, ma basta incentivi e aiuti a chi con una mano promette e con l'altra prepara invece la dipartita. Non è un discorso politico, altrimenti ci si potrebbe domandare come sempre cos'abbiano fatto di meglio tutti i governi precedenti rispetto a questo, è un discorso in generale. Continuare a lamentarsi del governo, nel caso di Mbutu sempre e solo del lato destro del Parlamento, non serve a nulla, solo a far propaganda politica su un sito di auto.
Ritratto di probus78
30 ottobre 2024 - 07:32
Di italiano è rimasta la filiera della moda/vino/crociere/turismo/Nutella/Ferrari/prysmian/Luxottica/ insomma quest' anno malgrado Stellantis abbiamo superato il Giappone nell export. Per non parlare dell exploit di intesa e Unicredit (in predicato di comprare seconda banca tedesca). penso che qualcuno che meriti aiuti ci sia.
Ritratto di probus78
30 ottobre 2024 - 07:33
Aggiungerei anche export alimentare, Nutella, formaggi. Prysmian leader mondiale cavi
Ritratto di probus78
30 ottobre 2024 - 07:33
Luxottica
Ritratto di Volpe bianca
30 ottobre 2024 - 07:44
Sì, il mio commento era però relativo all'ambito automotive. Con discorso "in generale" intendevo dire non politicizzato. Per il resto concordo, sono realtà che meritano anche se a dire il vero Luxottica era italiana, è diventata EssilorLuxottica, operazione che non è risultata gradita a tutti.
Ritratto di Volpe bianca
30 ottobre 2024 - 07:47
*esclusivamente italiana
Ritratto di Blueyes
30 ottobre 2024 - 09:47
1
ho un amico che ci lavora, mi ha detto che nel loro caso vale il contrario di stellantis ovvero comandano gli italiani e i francesi sono trattati come incapaci.
Ritratto di probus78
30 ottobre 2024 - 11:47
Si perché la maggioranza azionaria assoluta è detenuta dalla famiglia DelVecchio. Volpe hai ragione sulla questione politica: non ha senso criticare questo o quel governo: la tutela delle imprese e produttività andrebbero perseguite da tutti. Ed è pure vero che il caso Stellantis è una patata bollente perché non merita nulla è vero. Ma se fallisce Stellantis ci vanno di mezzo aziende della filiera e indotto che invece meriterebbero. Pirelli, Brembo etc etc sono altre eccellenze italiane solo per citarne alcune.
Ritratto di Sherburn
30 ottobre 2024 - 12:35
Verissimo!
Ritratto di alex_rm
29 ottobre 2024 - 17:17
Stellantis sta già spostando la produzione dell auto all estero come già successo con le sostitute di 500x e Renegade prodotte a Melfi mentre le nuove avenger e 600 insieme ad alfa junior sono prodotte in Polonia,la nuova grande panda sarà fatta in Serbia,la y in spagna e la topolino in marocco. Stellantis sta abbandonando l’Italia per poi fare una fusione con gli altri francesi di renault
Ritratto di palazzello
29 ottobre 2024 - 17:33
non ci vuole nessun finanziamento o aiuto o cassaintegrazione perché le case automobilistiche se ne approfittano!!! cominciassero ad abbassare i prezzi!!! cominciassero a produrre in loco!!! se poi falliscono è colpa solo loro!!!
Ritratto di Newcomer
29 ottobre 2024 - 17:54
Bene così, inutile buttare via soldi per le follie green
Ritratto di n3m3six
29 ottobre 2024 - 18:18
1
È un'ottima notizia , senza incentivi i prezzi dovranno scendere se vogliono vendere auto. Era ora
Ritratto di AZ
29 ottobre 2024 - 19:43
Se non sono capaci di vendere con gli incentivi, che cosa vogliono?
Ritratto di dEUS
29 ottobre 2024 - 22:14
Era ora, tanto la gran parte dell'incentivo andava in tasca delle case produttrici con i loro listini gonfiati...
Ritratto di Ennio78
29 ottobre 2024 - 22:56
Gli incentivi in un economia sana non dovrebbero esistere.
Ritratto di Gasolone xv
30 ottobre 2024 - 07:06
Bene. Si arrangino. Diano quei soldi a scuola e sanità però non per comprare armi a sionisti e nazisti Ucraini
Ritratto di Lorenz99
30 ottobre 2024 - 08:33
A QUESTO PUNTO BEN VENGA LA DISINCENTIVAZIONE.CI VOGLIONO ALTRI 10 ANNI PER TOCCARE IL FONDO. RENDERE IL PAESE NON COME ORA,SU LIVELLI DEL SUDAMERICA PER DIVARIO SOCIALE E SANITÀ,MA ANCORA INDUSTRIALIZZATO,MA ARRIVARE AI LIVELLI DELL'AFRICA, IMPORTANDONE NEL CONTEMPO MOLTI ABITANTI E QUINDI AZZERARE ANCHE INDUSTRIA E SICUREZZA SOCIALE. SOLO ALLORA, I POCHI ITALIANI RIMASTI POTRANNO,SPINTI DALLA FAME COME NEL 46, SVEGLIARSI E INGEGNARSI NEL RIPARTIRE.
Ritratto di Blueyes
30 ottobre 2024 - 09:50
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oppure come in Italia nel 1922 o in Germania nel 1933. Propendo più per questa ipotesi.
Ritratto di Sherburn
30 ottobre 2024 - 12:45
@Blueyes: lo dico da progressista (lucido) da anni: continuate così e la casalinga di Voghera si alza dalla sedia a dondolo e prende il Winchester dalla rastrelliera. Niente. La fascinazione per le nuove religioni per nerd (oh, e io andavo alle critical mass) è così potente che vanno avanti come accecati. Manco i lemming.
Ritratto di Oxygenerator
30 ottobre 2024 - 08:47
Produrre in Europa costa. Loro non vogliono abbassare gli incassi. Chiudono in Europa e aprono dove gli conviene. Lo fanno i marchi europei.
Ritratto di nialex
30 ottobre 2024 - 10:01
Con tutti gli incentivi e soldi dati alle industrie, lo stato faceva prima a comprare le aziende almeno aveva anche delle entrate oltre al potere decisionale
Ritratto di Blueyes
30 ottobre 2024 - 12:31
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ai tempi si ungevano i politici di turno sia per farsi dare soldi pubblici sia per non far intromettere lo Stato.
Ritratto di Biondi stefano
30 ottobre 2024 - 12:55
Per 4,6 MILIARDI, vi prometto che nel giro di una legislatura, saranno reimpiegati tutti lavoratori delle fabbriche comparto indotto compreso. Il progetto è rivoluzionario, recupero delle terre e casali abbandonati,produzione prodotti e allevamento bio e indipendenza energetica con modello green... vitto e alloggio (green) gratuito.... Votate Antonio votate Antonio... ;-)))
Ritratto di nialex
30 ottobre 2024 - 14:29
mi hai convinto. Hai il mio voto
Ritratto di Byron59
30 ottobre 2024 - 14:54
In caso di vittoria, il candidato alla presidenza Donald Trump, nonché indagato per insurrezione contro lo stato, ha minacciato di alzare pesanti dazi a tutte le merci proveniente da Cina ed UE. Ora, l'industria tedesca ed europea da decenni ha impostato una politica mercantilistica tutta votata all'export, a detrimento del mercato interno - che è stato quasi azzerato da dinamiche di bassi salari e deflazione e delocalizzazioni extra ue - agevolata dal basso costo delle materie prime energetiche importate dalla Russia e dalla possibilità di espandersi in mercati smisurati come quello cinese e americano. Questi tre pilastri stanno rapidamente venendo meno. Niente energia dalla Russia, e dazi ai prodotti in arrivo in Cina. Col punto di domanda degli USA post Biden. Sarebbe il momento che qualcuno in europa se ne dia conto e riporti tutte le filiere della produzioni nel continente. Anche se ciò dovesse avvenire a detrimento della proprietà azionaria. Contano più gli interessi degli stati nazionali e della stragrande maggioranza dei loro abitanti o quelli di pochi ricchissimi signori? Insomma, l'europa deve ritornare a fare industria sul proprio suolo. A questo proposito giorni fa ho assistito all'intervista di un generale a tre stelle americano, capo di un non meglio precisato dipartimento per gli armamenti, che osannava la produzione bellica italiana in termini qualitativi. Deprecava però la nostra totale incapacità di fare industria e si lamentava dell'incapacità europea di produrre munizioni per l'artiglieria ucraina in maniera anche soltanto lontamente paragonabile a quella russa. Per questo generale statunitense gli italiani producono prodotti ottimi, anche nel settore armamenti, ma non sanno poi curarne l'industrializzazione e quindi tali prodotti non servono a nulla. Leggevo tempo addietro un documento redatto dall'Osservatorio Imprese della Sapienza di Roma, dal titolo Analisi dei Redditi recenti squilibri nell'industria italiana. Nell'analisi i numeri, i fatti, sono presi dall'Area Studi di Mediobanca - non un quotidiano marxista, ma il cuore pulsante del capitalismo nostrano - che, nell'annuale rapporto Dati Cumulativi studia il comportamento di 1900 imprese italiane sopra i 500 dipendenti, che rappresentano oltre il 50% del fatturato industriale e manifatturiero nazionale. Dice tale rapporto che nel 2023 per queste imprese medio-grandi il fatturato netto è aumentato del 34% rispetto al 2019, in parte sicuramente per effetto dell’inflazione. Ma anche il valore aggiunto si è incrementato di un terzo rispetto a quello stesso anno; sono cioè andati di pari passo l’uno con l’altro. La situazione cambia nettamente dal 2020, ovvero dalla pandemia in poi. Infatti, “la quota di valore aggiunto andata a remunerare il lavoro è calata di ben 12 punti percentuali, perché non gonfiata dall’inflazione“: in pratica, la componente rimasta ferma al palo è stata quella dei salari. E questo serva da monito a quanti si lamentano del costo del lavoro in italia. “Il peso dell’utile netto infatti“, continua il documento, “è aumentato di ben 14 punti percentuali nel 2023 rispetto al 2020“. La conclusione che si trae è che l’inflazione “ha penalizzato quindi il lavoro dei dipendenti dell’azienda a tutto vantaggio del capitale dei soci“. Un altro dato è poi significativo: “tra il 2020 e il 2023, gli azionisti delle società industriali censite da ASM si sono distribuiti ogni anno in media l’80% degli utili così gonfiati, lasciando appena il 20% a disposizione della gestione come contributo all’autofinanziamento di nuovi investimenti“. In sintesi, tutto il guadagno è andato nel portafoglio e quasi nulla è stato messo nel miglioramento dell’azienda. Insomma, gli utili non vengono reinvestiti nella produzione ma impiegati altrove, probabilmente nel settore finanziario. “Tutto ciò dimostra che le società industriali non hanno ampliato l’indebitamento, non già per ‘scarsità del credito’ come troppo spesso si dice con superficialità, quanto piuttosto per disaffezione al rischio d’impresa“, conclude il primo capitolo. Viene detto che la motivazione è nell’incertezza, nella perdita di competitività e in altri fattori legati. Ma qui c’è la falla del ragionamento, che ancora una volta non sottolinea come il problema sia proprio la proprietà e la gestione privata degli investimenti. Nei Dati cumulativi dell’ASM si legge che “nel 2023 gli investimenti del comparto pubblico hanno segnato un +19,5%, il privato -3,1%”: è quest’ultimo che può e non fa, perché deve garantire i dividendi. Non si può pensare di essere più competitivi se i padroni si intascano ogni centesimo e non spendono un euro in innovazione. E intanto, continuano a chiedere sussidi su sussidi perché, dicono, altrimenti non ci sono le condizioni per produrre, mentre si garantiscono alti profitti drenando risorse dai lavoratori.Detto nel linguaggio governativo: gli imprenditori non creano lavoro, ma rubano risorse. Il secondo capitolo dello studio della Sapienza descrive proprio questa dinamica dopo il Covid-19. Anche quando è aumentato il valore aggiunto in volume e la produttività, come nel 2021, le retribuzioni sono rimaste quasi ferme: la quota del reddito da lavoro sul valore aggiunto è diminuita del 4%. Il 2022 e il 2023 sono stati, invece, gli anni di aumento dell’indice dei prezzi a causa della spirale inflattiva. Le retribuzioni non sono state al passo, e così la quota del lavoro è diminuita di un ulteriore 4% nel 2022, mentre nel 2023 è aumentata, anche se di un misero mezzo punto percentuale. Ma anche qui c’è un inganno al di là dei numeri. Il valore aggiunto in volume è andato calando, mentre sono aumentate le ore lavorate, e a ciò viene fatto risalire il leggero incremento della quota del reddito da lavoro: gli imprenditori non hanno investito e hanno incamerato tutti i profitti, mentre hanno aumentato lo sfruttamento intensivo dei lavoratori. Ciò è evidenziato chiaramente dalle analisi fatte da Mediobanca sull’ebit margin, il quale – semplificando – è l’indice che rappresenta il margine di profitto che si può riuscire a fare nel ciclo completo di acquisto, produzione e vendita. Nel 2023 le 1.900 imprese prese in considerazione hanno segnato il miglior livello mai raggiunto dal 2008 (6,6%). A preservare i margini, dice ancora Mediobanca, è stata la vischiosità dei salari (tradotto: la lentezza con cui si sono mossi dopo l’emergenza sanitaria, con il peso del costo del lavoro sul fatturato che è rimasto al di sotto della media pre-pandemia). Per di più, il potere d’acquisto tra il 2021 e il 2023 è diminuito del 7,6%. È lo stesso istituto finanziario che sottolinea come ciò infici le opportunità offerte dal mercato interno, mentre su quelli internazionali le tensioni globali continuano a rendere incerte le prospettive. Anche qui, la realtà che viene lasciata sullo sfondo è il fallimento del modello export oriented della UE e impostato sull’industria tedesca. Poche volte, riassume il report della Sapienza, ci capita di avere una serie di dati che fotografano in maniera così impietosa da una parte il grado di parassitismo dei settori padronali del paese, dall’altra quello di inadeguatezza e servilismo della classe politica nazionale. Lo sviluppo di un’alternativa sistemica è ormai quasi una necessità per la sopravvivenza stessa. Insomma, mi pare chiaro che il problema del paese è una classe dirigente che, lo dice Mediobanca e non io, è allergica al rischio e incapace di fare industria.
Ritratto di Blueyes
30 ottobre 2024 - 17:05
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intervento lungo, ma interessante. Il concetto purtroppo è chiaro e lo vedo anche sulla mia pelle. L'anno scorso l'azienda in cui lavoro ha fatto il record di fatturato e utili, ma a noi impiegati è stato negato il premio con le scuse più assurde. E' vero, il capitale privato non investe nelle proprie attività e nel personale, pensano solo a distribuirsi i dividendi. L'Europa è in piena decadenza culturale e sta ripiombando in un nuovo medioevo fatto di pochi signori ricchi e la stragrande maggioranza plebaglia. Il tutto condito da dilemmi etici ridicoli.
Ritratto di Byron59
31 ottobre 2024 - 06:13
Grazie per la testimonianza.
Ritratto di Challenger RT
30 ottobre 2024 - 23:55
Invece di tagliare bollo e superbollo
Ritratto di Leonal1980
31 ottobre 2024 - 12:30
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soldi per le armi, non ne parlano ma la we si sta cacando a dosso per un possibile escalation