UN ADDIO IN GRANDE STILE - Un altro pilastro della recente produzione motoristica mondiale sta per finire nelle sale di un museo. In questo caso, quello della Bentley: la casa britannica, infatti, cesserà di produrre nel suo storico stabilimento di Crewe (leggi qui il racconto del nostro tour in fabbrica) il W12 alimentato a benzina che oggi equipaggia le versioni di punta delle sue ammiraglie. L’ultimo modello a pregiarsi di questo motore sarà, nel 2024, una coupé da sogno: la Bentley Batur (foto qui sotto). Ne faranno solo 18 e sarà il bolide di “normale” produzione con la “B” alata col cofano più potente di sempre.
DAL 2030 SOLO ELETTRICHE - Se da un lato rappresenta una netta recisione con una tradizione di eccellenza che l’ha resa famosa nel mondo, dall’altro la rinuncia al motore W12 da parte della Bentley va interpretata come una tappa inevitabile nel percorso di elettrificazione già intrapreso dall’azienda. Entro il 2030 la casa inglese punta a vendere solo auto al 100% elettriche, ma fino a quel momento non smetterà di portare avanti lo sviluppo dei motori a benzina ibridi: il W12 andrà in pensione, ma le linee di Crewe continueranno ancora per qualche anno a sfornare i V6 e i V8 elettrificati che equipaggiano la berlina Flying Spur, la coupé Continental GT e la suv Bentayga.
POTENZA DA RECORD PER L’ULTIMO DELLA STIRPE - Dal suo debutto sotto il cofano delle Continental GT e Flying Spur nel 2003 a quando, il prossimo anno, smetterà di essere prodotto, il W12 Bentley è stato assemblato in più di 100.000 unità. L’ultima evoluzione di questo “monumentale” motore avrà una cilindrata di 6 litri e sarà in grado di fornire una potenza massima di ben 739 CV. Un valore impressionante, raggiunto grazie a una serie di interventi mirati, tra i quali l’adozione di un turbocompressore riprogettato con nuovi condotti maggiorati del 33%. E la Bentley, complice anche una ricalibrazione in chiave sportiva della trasmissione, promette una spinta ancora maggiore.