SI SCRIVE RCZ, SI LEGGE PASSIONE - Con le sue forme aggressive, la
Peugoet RCZ è quella che meglio incarna la storia di sportività della casa del Leone. E nella versione “R”, che porta i cavalli del 1.6 turbo a “quota” 270, questa coupé è anche il più potente modello di serie proposto dal costruttore francese. Quale miglior luogo per provarle se non la pista? Quella di Imola, dove tra l’altro si svolgerà (il 12 ottobre) l’ultima gara del trofeo RCZ Racing Cup e del Campionato Italiano Turismo Endurance. Non poteva quindi mancare la versione da gara nel nostro test sull’autodromo emiliano intitolato a Enzo e Dino Ferrari, uno dei leggendari tracciati di Formula 1 (qui si è corso il Gran Premio San Marino fino al 2006).
INDIGESTIONE DI ADRENALINA - La nostra giornata in pista ci ha permesso di saggiare le prestazioni della Peugeot RCZ 1.6 turbo da 200 CV e quelle della versione “R”, ancora più potente (270 i cavalli) e con sospensioni più sportive, oltre che con uno spoiler specifico e il differenziale autobloccante che migliora la trazione in curva permettendo di accelerare in anticipo. Con entrambe abbiamo percorso una dozzina di giri e non è mancato un assaggio della versione “one-off” (esemplare unico che s’ispira nei colori alla RCZ da gara), la RCZ Racing Cup Replica: di questa, più che i cavalli (che sono 230 grazie alle modifiche alla centralina) abbiamo apprezzato l’assetto dato dagli ammortizzatori Ohlins. Ma non c’è dubbio che le emozioni più forti le abbiamo provate con la RCZ R Cup, che il 13 aprile sarà al via del Campionato Italiano Turismo Endurance (CITE) e del Trofeo RCZ Racing Cup. Al suo fianco la versione che disputerà solo quest’ultimo campionato, che si articola su cinque gare (mentre il CITE ne ha due in più).
INFILIAMO LA TUTA E… - Partiamo proprio con la Peugeot RCZ Racing Cup: 250 cavalli erogati dal 1.6 turbo, cambio sequenziale con palette al volante, freni AP Racing e gomme slick di 18 pollici. Superati i massicci tubi della gabbia di sicurezza, scivoliamo negli avvolgenti sedili Sparco e allacciamo ben strette le cinture a quattro punti, per restare sempre “incollati” al sedile (anche nelle frenate più “violente”). Avviamo il motore e a quel punto diventa impossibile parlare con il collaudatore alla nostra destra: l’abitacolo è privo di ogni elemento insonorizzante e il rombo dallo scarico lo invade completamente. Premuta la frizione (che non useremo più fino al nostro ritorno ai box), innestiamo la prima. L’erogazione si rivela subito brusca e non è semplice tenersi sotto i 60 km/h che sono il limite in pit lane. Appena fuori, possiamo spalancare il gas: l’accelerazione è da togliere il fiato, ma l’auto infonde grande sicurezza. Alla prima curva proviamo la potenza dei freni (e il nostro grazie va a chi ci aveva aiutato a stringere a dovere le cinture, pochi secondi prima…). Lo sterzo è diretto e l’auto fulminea nelle reazioni. A metà curva possiamo già dare fondo ai cavalli e sfruttare le marce fin quasi a limitatore (una serie di led in cima al volante ci suggerisce quando cambiare). Iniziamo a prenderci gusto, e con l’aiuto del collaudatore che ci dà qualche dritta sui rapporti migliori per affrontare le varie curve maciniamo in fretta i quasi 5 km del tracciato emiliano. Gli altri tre giri ce li “bruciamo” ancora più rapidamente… e viene (purtroppo) il momento di rientrare ai box.
SCENDERE È DURA - L’adrenalina è ancora alle stelle e non abbiamo nessuna voglia di lasciare il volante. Ma ci aspettano altri quattro giri, stavolta sulla Peugeot RCZ R Cup che parteciperà al Campionato Italiano Turismo Endurance (CITE) che per cinque gare su sette è in programma insieme al Trofeo RCZ Racing Cup. Si tratta, per ora, di un esemplare unico, potenziato e alleggerito rispetto alle altre RCZ del trofeo (per questo motivo non parteciperà alla classifica di quest’ultimo). I cavalli sono più di 280, ma per la versione del nostro test a Imola viene mantenuto ancora il vecchio motore da 250 CV, tenendo il nuovo “fresco” per la prima gara del CITE, il 13 aprile all’autodromo di Franciacorta (in provincia di Brescia). Subito, alla variante del Tamburello, apprezziamo però tutte le altre differenze rispetto alla RCZ del trofeo: sono oltre settanta i chilogrammi di peso risparmiati (l’ago della bilancia si ferma a 995 kg) grazie a una serie di modifiche, come i finestrini e il lunotto in Lexan (solo quest’ultimo fa risparmiare 6 kg) e la batteria al litio (altri 8 kg guadagnati). Rivista anche l’aerodinamica, con uno spoiler posteriore più pronunciato e nuovi parafanghi anteriori. In staccata si apprezza, inoltre, la potenza dei freni Brembo, mentre tra le curve gli ammortizzatori regolabili Ohlins rendono questa “belva” ancora più agile e facile da portare al limite. Anche in questo caso i quattro giri finiscono in un baleno, e viene l’ora di dire il nostro arrivederci alla RCZ R Cup…
LE EMOZIONI NON SONO FINITE - Ai box sfiliamo la tuta, ma non “i panni da pilota”. È lil momento di cimentarci con le versioni stradali, che assicurano grandi soddisfazioni grazie alle qualità del telaio e alla spinta del 1.6 turbo a iniezione diretta di benzina. Al volante della Peugeot RCZ da 200 cavalli ci divertiamo a “danzare” tra le curve e nelle veloci varianti del Tamburello e Villenueve. Il motore inizia a spingere con vigore appena passati i 1500 giri, e nei curvoni che di primo acchito avremmo affrontato in seconda marcia, possiamo tranquillamente tenere la terza sfruttando la progressione del quattro cilindri. Inanelliamo una serie di giri (dieci, forse quindici) con l’unica accortezza di fermarci ogni 5-6 passaggi sul traguardo per dare un po’ di tregua ai freni.
È ADESSO TOCCA ALLA “R” - Il divertimento prosegue al volante della Peugeot RCZ R, che spicca per i 270 cavalli (ben 170 per ogni litro di cilindrata) ottenuti grazie a un turbocompressore e a un collettore di scarico specifici, oltre che ai rinforzi per monoblocco, bielle e pistoni. Ma non è tutto. La “R” ha anche un assetto ribassato di 10 mm e irrigato, oltre alle carreggiate più larghe (di 18 mm davanti e 14 dietro). L’impianto frenante maggiorato (380 mm il diametro dei dischi anteriori, anziché 340) garantisce maggiore resistenza nelle staccate violente del circuito di Imola (quella della Rivazza è pure in discesa…). Ciliegine sulla torta i 17 kg di peso in meno e soprattutto il differenziale autobloccante Torsen, che esalta nella guida in curva, specie nelle varianti. Anche con la RCZ R percorriamo parecchi giri e in diversi tratti riusciamo a seguire da vicino le versioni da gara.
A destra la Peugeot RCZ R Cup, a sinistra la Peugeot RCZ Racing Cup Replica.
L’ANELLO DI CONGIUNZIONE - Non potevamo ovviamente lasciare l’autodromo Enzo e Dino Ferrari senza aver saggiato le doti della RCZ Racing Cup Replica: allestita dalla Peugeot Italia con il supporto del preparatore 2T Course et Reglage e della Lug Prince & Decker (la società italiana che gestisce diverse vetture del campionato RCZ), è omologata come esemplare unico e (purtroppo) non verrà prodotta in serie. Nulla, però, vieta a chi possiede già una RCZ di “rubarne” alcuni dettagli (salvo poi far riomologare la vettura nel caso di modifiche meccaniche): dalla livrea Peugeot Sport agli interni in Alcantara, passando per la centralina che aumenta la potenza di 30 cavalli (rispetto ai 200 di partenza), ai freni Brembo e agli ammortizzatori Ohlins. Sono soprattutto queste ultime due voci che abbiamo apprezzato di più nella guida in pista, oltre al piccolo pomello del cambio in alluminio più facile da impugnare rispetto a quello della RCZ R. Per chi fosse tentato da queste modifiche (che si possono richiedere alla 2T Course et Reglage o alla Lug Prince & Decker) ecco qui un’idea dei prezzi: assetto con molle 3.500 euro; centralina motore più valvola pop-off 900; alettone 400; impianto frenante Brembo (dischi, pinze e pastiglie anteriori) 2.900; scarico 1.200; modifiche agli interni 1.000.