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A casa 5.000 dipendenti Fiat nei prossimi quattro anni?

24 marzo 2010

Tra il 2010 e il 2014 il nuovo piano della Fiat dovrebbe prevede tagli a Cassino, Pomigliano d'Arco e Mirafiori. Crescerà la produzione in Italia: dagli attuali 600.000 modelli si passerà a circa 900.000.

TAGLI IMPORTANTI - Saranno quasi cinquemila i dipendenti che verranno mandati a casa dalla Fiat nei prossimi quattro anni. È quanto emerge dalle indiscrezioni diffuse oggi sulle pagine de "la Repubblica", che anticipano una parte del piano industriale della Fiat per il periodo 2010-2014, che verrà presentato dal numero uno del Lingotto, Sergio Marchionne (in foto), il prossimo 21 aprile. Inoltre (come avevemo già anticipato qui) la produzione italiana dovrebbe crescere da 600.000 a circa 900.000 modelli all'anno, come d'accordo con il ministro dello Sviluppo Economico, Claudio Scajola.

A CASA IL 15% DI CHI ASSEMBLA - Secondo il piano del Lingotto, dunque, nei prossimi quattro anni si procederà a una riduzione del 15% del personale Fiat addetto all'assemblaggio. Nei tagli sono inclusi anche i 1.500 dipendenti dello stabilimento di Termini Imerese che chiuderà i battenti il 31 dicembre 2011 e i 500 dipedenti della fabbrica di Cassino che, a seguito di accordi sindacali, andranno in mobilità volontaria. I tagli più grossi dovrebbero riguardare lo stabilimento torinese di Mirafiori che perderà circa 2.500 addetti. Diranno addio al posto di lavoro anche 500 tute blu di Pomigliano d'Arco, lo stabilimento che da sempre produce le Alfa Romeo, che verrà riconvertito per l'assemblaggio della futura Fiat Panda (spendendo 750 milioni di euro).

IN ATTESA DEI SINDACATI - Il taglio dei circa 5.000 dipendenti (su un totale di 54.000 della Fiat Auto) deve ancora avere il via libera dei sindacati che, stabilimento per stabilimento, tenteranno di limitare al massimo la riduzione del personale. Comunque, per avere conferme o smentite alle indiscrezioni circolate oggi, dovremo attendere la presentazione ufficiale del piano industriale Fiat.

> Aggiornamento delle ore 13:41
In relazione alle notizie apparse su il quotidiano "la Repubblica" e da noi riprese in parte nella notizia qui sopra, la Fiat precisa "che ha presentato il progetto industriale, che abbraccia un arco temporale di due anni (2010-2011), nel corso dell’incontro che si è tenuto lo scorso 22 dicembre a Palazzo Chigi con le Istituzioni e i Sindacati. In quell’occasione sono stati illustrati, nel dettaglio, il piano gamma prodotto, comprese le vetture di derivazione Chrysler, e le allocazioni produttive dei singoli modelli per ogni stabilimento. Il progetto, come noto, prevede per i prossimi due anni un enorme impegno finanziario della Fiat in Italia: verranno spesati, per investimenti e attività di ricerca e sviluppo, due terzi degli oltre 8 miliardi di euro previsti complessivamente per tutte le attività del Gruppo nel mondo.
Vale la pena ricordare che, pur in presenza di mercati internazionali difficilissimi per il settore auto, la Fiat, per evitare i licenziamenti, ha fatto ogni sforzo possibile per mitigare le conseguenze della crisi sui lavoratori, facendo ricorso a 30 milioni di ore di cassa integrazione nel 2009.
Al momento il Gruppo è impegnato nella preparazione del Piano Strategico per il 2010-2014 e qualsiasi anticipazione giornalistica è assolutamente prematura e priva di ogni fondamento".



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Ritratto di Gipo
24 marzo 2010 - 17:57
Marchionne segue (e/o esegue) delle strategie che sono di ordine finanziario più che industriale, ormai è chiaro (oggi, infatti, Borsa Italiana - LSE ha gioito). Non caschiamo nella trappola del capro espiatorio... Pensiamo piuttosto alle persone ed alle famiglie che stanno dietro ai termini "dipendenti", "tute blu", ecc. ed a cosa fanno, o faranno, per loro il Governo, il Vaticano (visto che, fino a prova contraria, detiene ancora il proprio potere temporale e lo esercita pure in campagna elettorale). Chi ci rappresenta alla WTO o ha forte influenza al suo interno? Chi definisce gli equilibri commerciali e produttivi internazionali? Chi, in definitiva, ha determinato questa situazione? Non sbattiamo il mostro in prima pagina, please... Che poi, rispetto ai 380'000 che nel solo 2009 hanno perso il lavoro (qualche decina fra imprenditori e dipendenti anche la vita), non spalmati sul quadriennio quindi, con 5'000 siamo, in rapporto, "solo" a quota 1,3%. Però, se Fiat diventa una specie di DR ed assembla componenti fatti in Polonia, Serbia o chissà dov'altro, sicuramente la cifra dà solo un'indicazione di minima, considerate anche le perdite d'indotto. Infine, perchè la notizia proprio questa settimana (ben prima del fatidico 21 Aprile)? Urgenza d'informazione? Non credo...
Ritratto di cavalierebianco
24 marzo 2010 - 19:15
Mi sembra ovvio: siamo alla vigilia delle elezioni...
Ritratto di news
24 marzo 2010 - 18:31
francamente trovo assurdo che la famiglia Agnelli venda il comparto auto...non l hanno fatto nei momenti peggiori (Quello del 2004 in assoluto il piu'brutto della sua storia) ..perche' dovrebbero farlo ora..con l acquisto di craysler,hanno completato il gruppo..e' possono tranquillamente competere con chiunque...se qualcuno (VEDI PSEUDO GIORNALISTI ITALIANI CHE SE LO AUGURANO)..spera in questo se lo puo' scordare..gli Agnelli non venderanno mai quello che hanno creato in 110 anni,e che gli ha dato un enorme potere economico ma anche politico nella storia di questo paese..vedrete se ho ragione!
Ritratto di Gipo
24 marzo 2010 - 22:29
...vorrei fare i comlimenti alla redazione, che, a differenza da quelle di tanti altri siti (anche "storici"), non ha bisogno del pannolone e non se la fa sotto nel dare notizie battute da agenzie o pubblicate da giornali e date, peraltro, anche da tutti i tele/radiogiornali nazionali, fino agli "aggiornamenti", ma solo da parte di alcuni e comunque limitatamente alle edizioni serali di oggi. Ennesima riprova che, se si vuole la notizia (sia essa strettamente di ordine automobilistico od afferente al mondo dell'auto a vario titolo), questo è il posto giusto.

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