RINASCITA IN GRANDE STILE - In 110 anni di storia della Bertone, costellati di auto entrate con forza nell’immaginario comune e di supercar da mille e una notte altrettanto potenti nell’accendere la fantasia di intere generazioni di automobilisti, sui suoi tavoli da disegno hanno lavorato i migliori car designer, da Giorgetto Giugiaro a Marcello Gandini a Franco Scaglione. Ora, otto anni dopo il fallimento del 2014, sotto la guida di Mauro e Jean-Franck Ricci, imprenditori con quasi 40 anni d’esperienza nel settore dell’ingegneria e della progettazione automobilistica, la Bertone è pronta a scrivere un nuovo capitolo della sua lunga avventura nel mondo dell’auto. E lo fa in grande stile, con una hypercar in serie ultra-limitata (solo 33 esemplari, prezzo al momento sconosciuto) che, nei piani del nuovo management, titolare dei diritti del marchio torinese dal 2020, aprirà la strada a nuovi modelli super esclusivi. Il modello della rinascita si chiama Bertone GB110, per ricordare il 110° anniversario della carrozzeria fondata da Giovanni Bertone (il papà di Giuseppe, per tutti Nuccio, ovvero l’uomo che la portò nel mondo) nel 1912 a Torino, ed è una “belva”che a prestazioni stratosferiche abbina uno stile elegante e originale, “condito” da spunti provenienti dal glorioso passato dell’azienda.
UNO STILE CHE FA SOGNARE - Bassa, larga e atletica, la Bertone GB110 rispetta le proporzioni classiche delle moderne hypercar a motore centrale (non viene dichiarato ma la base utilizzata potrebbe essere quella della Lamborghini Huracán), con un muso corto che punta verso il basso (molto originale la struttura “a gradini” del frontale) e un corpo più “muscoloso” nella parte posteriore della vettura, profilata per convogliare l’aria nel vano motore. Inserite in un’affascinante mix tra le linee morbide degli anni ’60 e quelle nettamente più affilate del decennio successivo, le citazioni ad alcune grandi supercar che hanno fatto grande l’atelier torinese sono tradotte in un linguaggio contemporaneo. E tutte di grande effetto, a cominciare dal giro porta, che si rifà a quello della Lancia Stratos Zero (1970) con un richiamo evidente anche alla Lamborghini Marzal (1967): della concept car bolognese, nello specifico, la GB110 riprende la stravagante doppia finestratura delle portiere, una soluzione che contribuisce a rendere l’abitacolo più luminoso e aumenta la sensazione di spazio a bordo. Osservando la vettura in pianta, invece, s’intuisce un andamento delle linee che ricorda molto da vicino la plasticità unica delle Alfa Romeo B.A.T., le tre visionarie berlinette speciali allestite dalla Bertone tra il 1953 e il 1955.
PRESTAZIONI “SPAVENTOSE” - Un look così edonistico e squisitamente italiano non poteva che essere l’antipasto di un’esperienza di guida memorabile. Ed è proprio questa la promessa della casa: una scarica d’adrenalina pura che, di solito, si riesce a sperimentare solo al volante di un’auto da corsa. La scheda tecnica della nuova Bertone GB110, per ora, non si addentra troppo nei dettagli. L’azienda fa sapere che l’architettura meccanica (a trazione integrale) proviene da un costruttore tedesco e che il motore endotermico da ben 1100 CV, di cui ancora non si conosce il frazionamento, per la prima volta su un’hypercar sarà alimentato con un eco carburante derivato da plastiche riciclate. “Spaventoso” anche il dato comunicato relativo alla coppia massima (1100 Nm), così come i tempi dichiarati per gli scatti con partenza da fermo: 2,8 secondi per lo 0-100, 6,8 per lo 0-200 e 14 per lo 0-300, con una velocità massima stimata di oltre 380 km/h.