RIMODULARE GLI INCENTIVI - Come abbiamo scritto ieri (qui la notizia), se gli incentivi 2024 hanno ottenuto buoni risultati sul fronte del rinnovamento del parco auto e sul favorire gli automobilisti con meno risorse, non si può dire lo stesso se si parla di dare un impulso alla produzione italiana. Lo ha confermato lo stesso ministro dell’Industria e del Made in Italy Adolfo Urso in occasione del “Tavolo automotive”, un incontro tra i rappresentanti del governo e quelli del settore automobilistico (nelle foto). Il governo sta quindi pensando di rimodulare il meccanismo degli incentivi, provando a privilegiare le produzioni con un alto contenuto di componentistica europea e italiana, “garantendo così la sostenibilità delle produzioni e incentivando la domanda di veicoli assemblati in Italia o in Europa con componenti prodotte localmente”, ha spiegato Urso. Inoltre, si punta a introdurre parametri come “l’impronta ecologica, la cybersecurity e il rispetto dei diritti fondamentali della forza lavoro”, ha promesso il ministro.
QUASI SEI MILIARDI FINO AL 2030 - Dopo l’estate, l’esecutivo si metterà al lavoro per stabilire il nuovo schema degli incentivi, tenendo anche conto di quanto emerso dal confronto al Tavolo automotive con i sindacati di categoria, i rappresentanti delle aziende, della filiera e degli enti locali. A disposizione ci sono i 5,75 miliardi di euro del fondo istituito nel 2022: la prima tranche prevede 750 milioni di euro nel 2025, che diventerà un miliardo negli anni successivi (dal 2026 al 2030). Il nuovo piano prevederà comunque incentivi più consistenti per le auto a più basse emissioni, per chi rottama veicoli più vecchi e inquinanti e una maggior sostegno per le classi meno abbienti.
DONGFENG MA NON SOLO - Arrivano conferme anche sulle trattative in corso per portare la produzione di un costruttore cinese in Italia. Nei giorni scorsi si erano fatte insistenti le voci sull’arrivo della Dongfeng (qui per saperne di più), ma la rosa non sarebbe limitata solo a quest’azienda: Adolfo Urso ha infatti dichiarato che al momento sono stati sottoscritti accordi di riservatezza e memorandum tra il ministero e tre case automobilistiche cinesi. Da qui alla fine di settembre avverranno ulteriori incontri con l’obiettivo di portare nel nostro paese impianti produttivi per auto, veicoli commerciali e bus. Nel frattempo si sono avviati anche i colloqui con le Regioni, per trovare siti industriali dismessi da poter proporre alle aziende cinesi per favorire i loro investimenti in Italia.