La Tesla Model Y restyling 2025 vista da vicino

Non è funziona esattamente cosi il mercato dell'energia che è un sistema molto complesso. In sostanza non è possibile coprire la richiesta energetica di un paese solo con le rinnovabili, perchè queste (nella stragrande maggioranza sono impianti solari) solo durante il giorno e quindi vanno integrate dalle centrali a gas che per il sitema del system marginal price fissano il prezzo per tutti. Inoltre le eccedenze fotovoltaiche durante il giorno vengono disperse ma pagate profumatamente ai produttori. Vi lascio un articolo non scritto da me ma da "L'Avvocato dell'Atomo" che spiega tutto nel dettaglio e capirete perchè le nostre bollette sono cosi care. ------------------------------------------------------------------------------------------------------Ma cos'è la destra? Cos'è la sinistra? Qualche giorno fa hanno fatto scalpore le parole del presidente del consiglio Giorgia Meloni, che a proposito del caro bollette ha dichiarato "non posso spiegare perché le bollette italiane sono così alte in tre minuti". A questa sua dichiarazione hanno fatto seguito diversi interventi di politici di altri schieramenti che hanno ribattuto che il problema delle bollette italiane è che abbiamo un sistema basato sul gas, che è la fonte più cara, e capita spesso che il gas faccia il prezzo anche per le fonti rinnovabili, più economiche. Questo avviene a causa del meccanismo del system marginal price, che retribuisce tutti i produttori col prezzo dell'ultima offerta entrata nel paniere (le offerte vengono ordinate dalla più bassa alla più alta fino al soddisfacimento della domanda ora per ora): siccome molto spesso le rinnovabili non sono sufficienti a soddisfare la domanda, entrano gli impianti a gas e fissano il prezzo per tutti, che finisce con l'essere più alto. Tutto questo è vero, ma purtroppo NON è l'unico motivo per cui la bolletta italiana è così alta, e pertanto le soluzioni proposte - installare più rinnovabili e scorporare il prezzo di queste ultime da quello del gas (ovvero: retribuire le rinnovabili col prezzo della più alta offerta rinnovabile che entra nel paniere e retribuire il gas a parte) - sono destinate ad avere un'efficacia limitata. Perché? Perché è vero che il gas stabilisce il prezzo IN BORSA ELETTRICA per la maggior parte delle ore dell’anno, e da quello deriva il PUN, sulla base del quale vengono calcolate le tariffe. Ma la maggior parte degli impianti rinnovabili NON vengono retribuiti col prezzo di borsa. Vengono invece retribuiti con la tariffa incentivante, che per gli impianti del primo conto energia può arrivare a 450 €/MWh PIÙ IL PREZZO DI BORSA. Questo vuol dire che nell'anno 2024 questi impianti sono stati retribuiti mediamente 570 €/MWh (il prezzo medio sul mercato spot è stato 120 €/MWh). Le tariffe sono poi scese leggermente coi conti energia successivi, ma su 29 GW di solare attualmente installato in Italia, 13 GW sono stati installati nel 2011 o prima (immagine 1), quindi poco meno della metà del fotovoltaico italiano viene pagata OLTRE IL QUADRUPLO del prezzo di borsa. Ovviamente negli anni 2010 i costi del solare sono crollati e quindi anche il costo degli incentivi, ma dal 2022 si è aggiunto il capacity market, ovvero quel meccanismo per cui paghiamo alcune centrali a gas (e idroelettriche) per stare ferme ed essere “a disposizione” in caso di calo della produzione solare ed eolica: la reperibilità non è gratis. E poi ci sono i costi di rete, perché avendo la produzione industriale a nord e le zone più soleggiate e ventose a sud dobbiamo spendere un sacco in nuove connessioni (stranamente Terna è felicissima della transizione energetica). Dal 2028 gli incentivi dei primi conti energia inizieranno a scadere… e quindi noi ne introduciamo degli altri: il decreto FER2 approvato lo scorso anno retribuisce l’energia di nuovi impianti eolici offshore a 185 €/MWh (+20 €/MWh di tariffa di connessione), cioè circa una volta e mezza il prezzo di borsa medio del 2024. Invece nel decreto FERX transitorio la situazione migliora, nel senso che le tariffe sono in linea coi prezzi europei e con quelli del mercato, da 70 a 85 €/MWh per il fotovoltaico). Però per gli impianti installati a nord c'è un premium dovuto al fatto che, a parità di costo, la produzione sarà minore (meno ore di sole), che porta la tariffa incentivante a 110 €/MWh, qualcosa in meno rispetto al prezzo di mercato 2024, ma non tantissimo. Inoltre lo stesso decreto prevede anche la retribuzione del curtailment, cioè i nuovi impianti solari ed eolici a terra sarà corrisposto un prezzo pari al 95% della tariffa incentivante anche per l'energia CHE NON VIENE IMMESSA IN RETE. Tutti questi incentivi vengono pagati con le componenti tasse e oneri di sistema della bolletta elettrica, che fanno circa la metà del prezzo al consumo (come potete vedere dal prospetto nell'immagine 2, il prezzo della materia prima è la parte blu dell'istogramma, il resto sono tasse e oneri). Circa il 75% dei costi fissi della bolletta serve a pagare gli incentivi alle rinnovabili. Che d’altra parte ammontano a oltre 10 miliardi/anno (immagine 3), senza contare i decreti FER2 e FERX, che retribuiranno gli impianti che entreranno in esercizio dal 2025 al 2028. Ha senso installare più rinnovabili? Dipende. Con più rinnovabili avremo un numero maggiore di ore in cui queste riusciranno a escludere il gas dalla curva di merito, e quindi il prezzo di borsa si abbasserà - in effetti avremo sempre più ore di prezzo nullo. In queste ore l'energia dei nuovi impianti sarà retribuita unicamente tramite incentivi, quindi risparmiando qualcosa rispetto al prezzo di mercato, mentre per i vecchi impianti retribuiti con tariffa+prezzo di mercato il risparmio sarà più netto. Il rendimento però è decrescente: se oggi le rinnovabili installate sono in grado di saturare la domanda nelle ore centrali delle giornate estive, aumentando le installazioni si può facilmente arrivare a coprire le ore centrali nei giorni invernali o le ore mattutine/serali dei giorni estivi, ma al prezzo di ritrovarsi con un surplus d'estate a mezzogiorno (ricordatevi: il surplus si butta, ma prima di buttarlo SI PAGA). Aumentando ulteriormente le installazioni diminuisce sempre di più il guadagno (c'è un hard-cap: dopo il tramonto la produzione è sempre zero) mentre il surplus aumenta sempre di più. È quindi evidente che bisogna trovare il punto di equilibrio: oggi abbiamo oltre 30 GW di solare installato e 11 GW di eolico, la domanda media italiana è 35 GW, c'è probabilmente ancora un po' di margine, ma non molto. Scorporare il prezzo delle rinnovabili da quello del gas ha senso? Sì, perché per gli impianti che vengono retribuiti con tariffa fissa + prezzo di mercato si fa scendere sensibilmente la seconda componente. Ma non vi aspettate chissà che risparmio, se la prima componente ammonta a 450 €/MWh. È colpa del fatto che paghiamo tanto il gas? In parte, ma il gas è *sempre* la fonte più costosa, perché lo usiamo per seguire il carico, quindi deve ripagare i suoi costi fissi in meno ore di lavoro. Avendo meno costi fissi delle altre fonti e maggiore flessibilità, è comunque più conveniente modulare quello che altro, ma le fonti che modulano si pagano sempre di più di quelle che lavorano a regime fisso. In Germania i prezzi di borsa sono leggermente inferiori ai nostri perché capitano più ore in cui carbone e import tagliano fuori il gas. In Francia e Spagna c'è il nucleare. Ma anche se fossimo meno dipendenti dal gas, le bollette non scenderebbero di molto, perché i costi fissi, dovuti principalmente alle rinnovabili, appesantiscono le nostre bollette in maniera sproporzionata. Questo vuol dire che le rinnovabili siano il male o non vadano incentivate? No. Vuol dire che in Italia abbiamo adottato dei meccanismi FOLLI, garantendo cifre senza senso ai produttori. Questo perché abbiamo dei politici incapaci che non capiscono nulla di energia e quindi non sono stati in grado di valutare quanto fossero congrue le richieste dei produttori, hanno semplicemente detto di sì a tutto (e continuano, tanto pagano i contribuenti), laddove gli incentivi alle FER avrebbero senso entro certi limiti di potenza installata e tariffa. In pratica, abbiamo preso una buona idea (stimolare la crescita dell’energia pulita) e ne abbiamo fatto un prequel del Superbonus: soldi buttati a profusione e risultati scadenti.

I prezzi sono un continuo calare (e Model Y in questo momento è ordinabile a 39000€ meno di una Tiguan accessoriata) ma Model Y ha già calato i prezzi. Cioè ti chiedono 30K€ per una TROC 1.0 tre cilindri e va tutto bene, la base. Ti chiedono 39000€ per una Model Y e dovrebbero pure calare i prezzi? I prezzi devono calalrli gli altri, Tesla lo ha già fatto. Sono le e3008 che devono scendere sotto i 40K€, le iD3 che devono scendere sotto i 35K€. Tesla è in anticipo di oltre 12 mesi. Oggi la Y parte da 27000€ (la lancia) per cui è rincarata del 150% seguendo l'esempio della eC3.

Ma come fanno a calare nel premium? Confrontate la nuova Model Y con la BMW X1 elettrica versione 300cv (non mi viene in mente altro). Siamo allo stesso prezzo ma tanto si potrebbe dire su quale delle due sia di segmento superiore e più performante. Di certo non possono venderla in eterno a margine zero, mettendola allo stesso listino di una 5008 col frullino 3 cilindri PureTech.

Il fatto che lei confonda i campi umani e industriali, la dice lunga sulla sua capacità di giudizio.