Negli ultimi giorni ha suscitato molto clamore tra gli addetti ai lavori la decisione della Tesla di “tagliare” i prezzi delle sue auto più popolari, Model 3 e Model Y, di oltre il 20%, con uno sconto che è arrivato a superare i 12.000 euro (qui la news). In molti si sono chiesti come abbia fatto la compagnia automobilistica americana ad adottare questa politica dei prezzi così aggressiva, anche tenendo conto dell’attuale periodo storico.
Secondo una recente analisi della Reuters, il “segreto” della Tesla è da ricercare nell'elevato profitto che realizzata su ogni veicolo venduto. Stando alla ricerca, la Tesla nel terzo trimestre del 2022 ha registrato 15.653 dollari di profitto lordo per veicolo, più del doppio del Gruppo Volkswagen, quattro volte della Toyota e cinque volte della Ford. Per controllare i costi di produzione, la Tesla ha investito molto in nuove tecnologie di produzione, come l'uso delle cosiddette GigaPress, ossia presse giganti capaci di realizzare un unico pezzo in grado di sostituire le piccole parti metalliche.
Questa maggiore redditività costituisce quindi “l’arma” della Tesla nell’attuale guerra dei prezzi dei veicoli elettrici. Fino a qualche settimana fa la società guidata da Elon Musk si era uniformata ai rivali, aumentando aggressivamente i prezzi dei suoi modelli più popolari come la Model Y. La scarsità di semiconduttori e di altri materiali ha fatto calare la produzione globale dell'industria automobilistica, “costringendo” le aziende del settore di concentrarsi su modelli a più alto margine e di registrare forti profitti, anche se i volumi di vendita sono diminuiti. Ma l’attuale decisione della Tesla mette in discussione questa strategia.
Gli analisti avvertono che il mercato globale dei veicoli elettrici potrebbe presto avere una capacità produttiva superiore alla domanda. Secondo Warren Browne, esperto di previsioni del settore, entro il 2026, la domanda di veicoli elettrici in Nord America raggiungerà un livello di circa 2,8 milioni di veicoli all'anno. Ma le fabbriche nordamericane di EV saranno in grado di assemblare più di 4,5 milioni di veicoli, il che significa che l'utilizzo complessivo della capacità produttiva sarà di poco inferiore al 60%.
In Cina, la fine dei sussidi del governo di Pechino sta accelerando una guerra di quote di mercato tra i rivali. Nel Paese del Dragone, la Xpeng aveva inizialmente beneficiato degli aumenti di prezzo della Tesla. Ma ora, data l’attuale politica della casa americana, anche la Xpeng tra tagliando i prezzi in Cina, ma con un margine finanziario di manovra inferiore a quello di Tesla. La Xpeng, secondo l’analisti della Reuters, ha infatti registrato un utile lordo di 4.565 dollari nel terzo trimestre e una perdita netta di 11.735 dollari a veicolo.
La BYD, leader del mercato cinese dei veicoli elettrici, ha annunciato un aumento dei prezzi a partire dal 1° gennaio, dopo la decisione di Pechino di eliminare gradualmente i sussidi per i veicoli elettrici. Anche in questo caso, i margini lordi di BYD, pari a 5.456 dollari per veicolo, le consentono di avere più spazio di manovra in una guerra dei prezzi rispetto a VW, Toyota o GM.