Restomod: ecco le top 10

Ecco un’altra operazione nostalgia in perfetto stile futurista. Con la Kimera EVO37 l’atelier-officina piemontese reinterpreta in chiave moderna il mito della Lancia 037, il bolide protagonista di tanti successi nei rally nei primi anni ’80 (qui per saperne di più). Resa più muscolosa grazie ai parafanghi ispirati alla “Deltona” degli anni ’90, questa berlinetta mantiene numerosissimi punti di contatto con il modello da cui deriva, anche in dettagli come la forma a tronco di cono dei terminali di scarico, che raddoppiano e diventano quattro al posto di due. Il motore originale, rivisto da cima a fondo, sprigiona 505 CV, scaricati tutti sulle sole ruote posteriori.

Nel quartier generale della Singer Vehicle Design, a Los Angeles, sono maestri nell’esaltare lo “spirito” delle vecchie Porsche 911, rendendo letteralmente adrenalinico il fascino dell’ammiraglia della casa di Zuffenhausen. Per circa dodici anni i cavalli di battaglia sono state le reinterpretazioni delle 911 prodotte tra il 1989 e il 1994 (nella foto), rese più muscolose e atletiche grazie a una carrozzeria dai parafanghi vistosamente allargati e più veloci grazie a un potente sei cilindri boxer rigorosamente raffreddato ad aria messo a punto dalla Cosworth. Oggi, invece, l’azienda sta concentrando i suoi sforzi su una riedizione, più potente e tecnicamente avanzata, della prima 911 Turbo (qui per saperne di più).

Il parabrezza e i finestrini sono ridotti all’osso, per rendere ancora più sexy e aggressiva un’auto mitica: la splendida Lancia Aurelia B20 GT, coupé capace, negli anni ’50, di far mangiare la polvere ad avversarie sulla carta ben più potenti e veloci, e per di più in competizioni di prestigio assoluto come la Mille Miglia e la 24 Ore di Le Mans. Malgrado il grande valore storico e collezionistico di questo modello - che sul mercato delle auto d’epoca, a seconda delle versioni, può spuntare quotazioni abbondantemente superiori ai 100.000 euro - lo specialista inglese Thornley Kelham ha deciso di lanciarsi nel progetto “Outlaw” (fuorilegge, dall’inglese). Lo spirito di quest’operazione, che punta alla creazione di una piccola serie di automobili, non è completamente frutto della fantasia di Kelham, ma si rifà a una particolare versione realmente esistita dell’Aurelia, quella con il tetto fortemente ribassato che la Lancia nel 1951 allestì per Giovanni Bracco in occasione della celebre Carrera Panamericana. I lavori sono partiti proprio da quell’esemplare, ritrovato in stato di relitto ormai qualche anno fa. 

Si parte da una Ferrari 308, per arrivare, con una sana iniezione di cavalli extra e una carrozzeria rimodellata con un stile moderno ma sempre dal chiaro gusto rétro, a una supercar che strizza l’occhio a un’altra grande icona della produzione di Maranello, la Ferrari 288 GTO. Con la Maggiore GranTurismO, l’atelier di Forte dei Marmi offre una nuova angolazione da cui osservare il mito, puntando, oltre che su un aspetto molto accattivante, su un motore che, del V8 della 308 da cui deriva, mantiene solo il basamento. Per il resto, il “cuore” Ferrari è stato profondamente elaborato, fino a raggiungere la soglia dei 600 CV.

La prima BMW M3, quella che negli anni ’80 ha dato origine alla gloriosa stirpe di coupé sportive ad alte prestazioni che prosegue oggi con la M4, rivive in un modello concepito per esaltare il piacere e la precisione di guida che l’hanno resa amata e famosa in tutto il mondo. L’elaborazione a firma della britannica Redux parte da un’accurata selezione della vettura di partenza e prevede numerose modifiche sia di meccanica sia di carrozzeria, senza tuttavia discostarsi troppo dall’aspetto e dallo “spirito” originari. Alleggerita di circa 40 kg, sotto il cofano questa “belva” mantiene il blocco motore S14 di partenza, con una cilindrata maggiorata a 2,5 litri e una potenza di 300 CV. Un centinaio in più rispetto al 2.3 d’origine. 

Di un’icona senza tempo della nostra produzione automobilistica come l’Alfa Romeo Giulia Sprint GT, l’italiana Totem Automobili offre due diverse rivisitazioni in chiave moderna. La Totem GT, che al netto di una muscolatura “esagerata” rimane comunque fedele nell’aspetto alla silhouette nata dalla matita di Giorgetto Giugiaro all’alba degli anni ’60, si può avere in due configurazioni di motore: con il V6 biturbo da 2,9 litri e 540 CV che equipaggia la moderna Alfa Romeo Giulia GTA oppure con un’unità elettrica da 590 CV. 

Il pit stop nell’officina di David Brown, a Silverstone, nel Regno Unito, non ha snaturato la filosofia alla base della mitica superutilitaria d’oltremanica, nata dal genio di Sir Alec Issigonis nel 1959. Altamente personalizzabile a seconda delle richieste dei clienti, questa super Mini è mossa un motore a quattro cilindri da 1.450 cc che fornisce 125 CV e si può avere sia con la guida a destra sia con quella a sinistra. Realizzata a mano, la vettura è offerta in due configurazioni, a quattro o a due posti secchi: quest’ultima è dotata di una coppia di sedili sportivi realizzati dalla Sabelt.

Nata da un’idea della francese Legende Automobiles, la Legende Renault 5 Turbo 3 vuol rappresentare un’evoluzione degli stage 1 e 2 in cui si è perfezionata, negli anni ’80, la mitica Renault 5 Turbo. La base di partenza, una normale R5 a tre porte, è stata modificata ad hoc nei punti giusti per far ottenere all’auto le sembianze della ben più “cattiva” versione Maxi Turbo, quella con il motore centrale e la trazione posteriore che nell’epoca d’oro dei rally, grazie alla sua grande agilità, aveva ben poche rivali sui tracciati asfaltati più stretti e tortuosi. La carrozzeria, costruita tutta in fibra di carbonio, cela un motore da oltre 400 CV accoppiato a un cambio sequenziale a sei marce.